«Io sono Giorgia» e le altre donne leader di destra.

«Io sono Giorgia». E quindi «Yo soy Isabel», «Je suis Marine» e «I’m Jill…». Sono donne, sono madri, sono cristiane, sono leader (o elette) e continuano ad affermarsi senza bisogno di quote rosa ma grazie al fatto – siamo certi che non si offenderanno le signore – di avere le “palle” quadrate. Altro dettaglio tutt’altro che secondario: sono tutte di destra. Già, in Europa a conti fatti la promozione del gentil sesso in politica continua a procedere così: “programmatica” (ossia nevroticamente annunciata) a sinistra e praticata, con i fatti (ossia con il merito), sul fronte opposto.

Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che ha dato il là al “manifesto” dell’«io sono», Isabel Díaz Ayuso, presidente popolare della Comunidad di Madrid, Marine Le Pen, madrina del Rassemblement National e Jill Mortimer, neoeletta dei Conservatori inglesi nell’enclave rossa di Hartlepool, il problema di “genere” – semplicemente – non esiste. O meglio, essere donna in politica rappresenta ancora oggi un percorso più complesso rispetto a ciò che avviene generalmente per gli uomini ma – come ha spiegato nel suo libro, già best-seller, Meloni a proposito dell’esperienza italiana – «il fatto di essere una donna non ha impedito a nessuna di noi, a destra, di raggiungere ruoli di assoluto rilievo». Anzi, «a ben vedere, è proprio la destra in Italia ad aver fatto emergere il maggior numero di donne». La sua storia è paradigmatica: «Io stessa prima di diventare presidente di FdI ero stata eletta alla guida del movimento giovanile di An nell’unico vero congresso che in quel partito si sia mai celebrato. E il punto è proprio questo: sono stata eletta». Morale? La sinistra alza tanto il volume parlando di parità delle donne, «ma in fondo pensano che la presenza femminile debba comunque essere una concessione maschile». Ogni riferimento al caso Pd – dove la fantomatica svolta “femminista” è stata decisa…da un uomo, Enrico Letta – è puramente voluto.

Ed è un “caso”, opposto e contrario ai dem italiani, quello che vede in Spagna due donne di destra sugli scudi. È cronaca delle ultime settimane il trionfo di Isabel Díaz Ayuso, giovane esponente del Partito Popolare appena riconfermata Presidente del governo regionale di Madrid. Un’affermazione avvenuta oltre le aspettative (ben il 44%), dal grande significato politico (adesso la leadership nazionale del Pp di Pablo Casado ha ufficialmente una sfidante) e sociale, dato che la campagna elettorale è stata tutta orientata sulla «libertad». Ayuso, infatti, ha stabilito misure minime e circoscritte sul tema Covid a differenza del lockdown e il dirigismo sanitario del governo centrale socialista. Il derby è stato vinto alla grande: Isabel ha schiacciato l’avversaria progressista (un’anestesista che ha ottenuto solo il 16%) e annichilito per sempre Pablo Iglesias, il leader di Podemos sceso in campo a Madrid contro il presunto «neofranchismo» di Pp e Vox.

E proprio di Vox, il partito identitario spagnolo (legato ad Ecr), è l’altra novità al femminile: Rocio Monasterio, l’architetto quarantasettenne di formazione conservatrice (sui temi etici e sul contrasto all’immigrazione) che sempre per la Regione di Madrid è riuscita a far ottenere al partito di Abascal tredici seggi, diventando fondamentale per garantire la maggioranza ad Ayuso. Da qui si parla già di un primo possibile ticket “fra destre” Pp-Vox promosso grazie all’innesco di due donne: un messaggio di sfida molto forte per il fragile governo Sanchez.

Spostiamoci in Francia. Qui la stella al femminile è sempre l’intramontabile Marine Le Pen. Ancora una volta è lei l’unica vera sfidante per l’Eliseo. E mai come questa volta, se è vero che la leader del Rassemblement National è data davanti ad Emmanuel Macron in tutti i sondaggi per il primo turno per le Presidenziali del prossimo anno. E al ballottaggio? Sarà dura, anche se il “fronte repubblicano” è sempre meno granitico e gli elettori di centrodestra (ma anche quelli di sinistra) sempre più perplessi sul fatto di dover sbarrare la strada a “blue” Marine. La figlia di Jean Marie, da parte sua, continua a investire sull’evoluzione del lepenismo, sempre più vicino ai temi sociali ed ecologici tanto da risultare nelle rilevazioni come il partito più votato dagli under 35.

Anche fuori dall’Ue le donne di destra non smettono di collezionare record. Grazie a una di loro, il Partito Conservatore e Boris Johnson si sono tolti l’ennesima grande soddisfazione: sottrarre dopo 57 anni il “muro rosso” di Hartlepool al Labour. Ad essere eletta alla Camera dei Comuni nell’unico collegio mai vinto dai Tory è stata la “candidata contadina” Jill Mortimer. Record nel record? È la prima donna in assoluto eletta in questa storica enclave operaia.

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