84 giorni di proteste in Iran, come reazione del popolo a quattro decenni di repressione, misoginia, distruzione, corruzione dilagante, governo reazionario imposto dal regime clericale. Con il maggior numero di esecuzioni pro capite al mondo, il regime iraniano è il principale stato-sponsor del terrorismo al mondo. Sebbene sia un paese ricco e pieno di risorse, secondo i media statali, il 70% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Per questo oggi Fratelli d’Italia, per iniziativa del senatore Marco Scurria, ha organizzato in Senato un convegno per illustrare le proprie proposte e iniziative sulla situazione in Iran.
Secondo Marco Scurria, “sono trascorsi ormai tre mesi dall’inizio delle rivolte. Sono per lo più donne che non hanno paura e a loro si è unito un Paese che lotta per la libertà e la democrazia. Ad oggi quasi 700 vittime e 30mila arrestati. Presentiamo oggi 10 punti per un Iran del futuro fondato su una repubblica democratica in cui ci sia separazione tra religione e stato, una totale parità di genere e il rispetto dei diritti delle donne in tutti i settori della società e l’eliminazione di ogni discriminazione nei confronti delle minoranze etniche e religiose, nonché l’eliminazione della pena di morte”.
Per il deputato di Fratelli d’Italia Elisabetta Gardini “le immagini della rivolta colpiscono al cuore. Non si può ignorare un popolo che combatte per la libertà. Il volto della resistenza iraniana è donna. Sono le donne che con gesti rivoluzionari, come togliere il velo e tagliare i capelli, hanno sfidato a viso aperto il regime. Non si può lasciare cadere nel vuoto le richieste di aiuto. Servono azioni concrete in favore della resistenza iraniana. È necessario che tutte le donne che lottano per la libertà si uniscano in una sola voce”.
Per il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche Ue, “quello di oggi è un evento molto importante per molti motivi, su tutti la libertà delle donne iraniane, la loro dignità, la capacità di influire su un percorso che è iniziato da molto tempo e che si sta sviluppando in modo sempre più visibile, forte e tenace in una larghissima parte della popolazione iraniana per uno stato libero, democratico e rispettoso dei diritti umani. Avremo anche il piacere di ascoltare la presidente eletta dal consiglio nazionale della resistenza iraniana, che ha proposto un programma in dieci punti basato essenzialmente su quelle che sono le basi culturali e valoriali di tutto il mondo libero, per uno stato democratico dove il popolo sceglie i suoi capi e dove libertà e diritti civili sono garantiti”..