Il Partito Democratico, in passato ispirato ad una vocazione maggioritaria, è diventato, in particolare dall’elezione di Elly Schlein alla segreteria, un soggetto politico più massimalista e settario di quanto lo fosse, a suo tempo, Rifondazione Comunista di Fausto Bertinotti. Dalle tematiche riguardanti il lavoro alle riforme istituzionali e sino alla politica estera, il maggiore partito di opposizione si esprime solo con delle negazioni preconcette, degli slogan facili da centro sociale e, rifiutando a priori ciò che sfida i dogmi stantii della sinistra, (Governo Meloni, Trump, Israele ed altro), non indica alternative realistiche. “Schlein non spiega mai il come”, ossia, il come si può raggiungere una determinata cosa, come si può realizzare una certa proposta politica.
Queste parole non sono state pronunciate da Giorgia Meloni o da qualcun altro del centrodestra, bensì, da Carlo Calenda, il quale, in teoria, dovrebbe essere un alleato centrista di opposizione dell’agognato campo largo di Schlein e Giuseppe Conte. Il massimalismo ideologico conduce a giudizi tagliati con l’accetta, a grossolane interpretazioni, al rafforzamento di antichi pregiudizi mai del tutto accantonati, e succede proprio questo infatti, fra il PD, le sinistre in generale, la guerra nella Striscia di Gaza e lo Stato di Israele. Dal Nazareno hanno ormai completamente dimenticato la strage del 7 ottobre 2023 compiuta da Hamas, che è stata la vera causa del conflitto ancora in corso, e si sono messi, con la complicità di certa stampa, a diffondere senza spirito critico tutti i dati forniti dai terroristi circa i morti e la penuria di cibo e medicinali.
All’establishment piddino non importa che siano stati pubblicati dall’ONU dei report relativi a interi camion di aiuti umanitari sequestrati da Hamas in modo da poter agitare a livello globale la propaganda della carestia provocata da Israele, oltre a lucrare in maniera immonda sulle merci trasportate. Non interessa l’obiettività perché a sinistra si è già deciso da mesi che lo Stato ebraico è l’unico colpevole della guerra, che ha come programma lo sterminio della popolazione di Gaza e di tutti i palestinesi. PD e compagni forse non aspettavano altro che la guerra per poter finalmente soffiare sul fuoco del razzismo antisemita, spacciato per anti-sionismo e critica politica verso il governo israeliano di Benjamin Netanyahu, malcelato a lungo, ma sempre vivo. Dobbiamo parlare purtroppo di antisemitismo più o meno mascherato perché è già stato effettuato il passaggio dal biasimo politico, più o meno condivisibile, ma legittimo, circa le scelte del premier Netanyahu all’odio verso lo Stato degli ebrei in quanto tale e tutto ciò che è riconducibile in qualche modo a Gerusalemme.
Il Sindaco PD di Bari Vito Leccese si sta distinguendo nella vergognosa persecuzione anti-Israele tout court. Prima, ha consegnato simbolicamente le chiavi della città alla relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese, colei che non riesce a definire Hamas come una organizzazione terroristica e anzi, loda gli integralisti armati perché, secondo il suo delirio, avrebbero costruito scuole e fatto del bene a Gaza. La signora Albanese è stata sanzionata dagli USA proprio per il suo raccapricciante apprezzamento di fatto verso Hamas, ma piace al primo cittadino barese, il quale mostra di avere la stessa opinione squilibrata in tema di Medio Oriente della relatrice ONU. Ad ulteriore conferma di quanto scriviamo, si è aggiunta l’esclusione di Israele, richiesta a gran voce dal Sindaco Leccese, dalla Fiera del Levante di Bari.
Per l’amministratore del PD Israele sarebbe, come vuole ormai una certa vulgata propagandistica, responsabile di genocidio e da qui l’estromissione dalla Fiera, ma siamo in presenza di una pericolosa decisione ideologica, compiuta peraltro da chi farebbe meglio a pensare alla buona amministrazione della propria città piuttosto che ai massimi sistemi, che condiziona in maniera partigiana un evento come la Fiera del Levante che nulla c’entra con la guerra e le tensioni geopolitiche. Influisce su un ente istituzionale con una visione divisiva che anzitutto non favorisce la pace, ma scava nuovi fossati, e non viene riconosciuta verosimile da una platea universale.
Per esempio, la senatrice a vita Liliana Segre rifiuta i riferimenti ad un presunto genocidio programmato da Israele, ma si sa, la senatrice superstite dell’Olocausto fa comodo al PD soltanto quando chiede a Fratelli d’Italia di nascondere la Fiamma Tricolore. Il Partito Democratico ha avuto esponenti ed elettori di religione ebraica, ma oggi, sostenere il partito di Elly Schlein, sarebbe per gli ebrei italiani un atto di puro autolesionismo.