Italia e Ucraina, nuovo capitolo nei rapporti bilaterali: firmato il protocollo su sport e giovani

Un nuovo tassello si aggiunge al percorso di solidarietà e cooperazione tra Italia e Ucraina. In occasione della Ukraine Recovery Conference di Roma, ieri- 11 luglio- il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e il suo omologo ucraino, Matviy Bidny, hanno firmato un importante protocollo che mette al centro due pilastri troppo spesso sottovalutati nei processi di ricostruzione: i giovani e lo sport.

Due ambiti che non rappresentano solo il futuro, ma sono la linfa vitale del presente. Due strumenti di rinascita – sotto il profilo morale, culturale, sociale – essenziali per un popolo che ha scelto di non piegarsi e che oggi combatte non soltanto per la propria sopravvivenza, ma per riconquistare libertà, dignità e sovranità. E che oggi rappresenta uno dei più grandi esempi di resilienza per tutti noi. 

Un’azione concreta, oltre la solidarietà

“Non si tratta solo di ricostruzione, ma di rigenerazione”, ha dichiarato il Ministro Abodi. Ed ecco quindi che il processo a sostegno dell’Ucraina non riguarda soltanto la costruzione di infrastrutture materiali, ma punta più di tutto a ricostruire l’anima stessa del Paese. 

Il protocollo siglato ieri si inserisce in maniera coerente in questo percorso, ed è frutto di un lavoro preparatorio iniziato da mesi. 

È per questo che l’azione sinergica tra Italia e Ucraina deve proseguire con determinazione: “Vogliamo dare concretezza agli obiettivi che ci siamo posti in tema di sport e giovani”, ha infatti sottolineato Abodi. 

Al centro del documento italo-ucraino vi è una visione chiara: dare strumenti, opportunità, e fiducia a chi oggi cresce sotto il peso della guerra, affinché possa essere protagonista della ricostruzione e custode dei valori democratici e umani che uniscono l’Europa. E il fatto che accanto al tema dei giovani emerga in maniera forte il tema dello sport, che come sappiamo ha un valore sociale altissimo, non fa che rafforzare l’azione di impatto che l’Italia intende produrre nei territori ucraini. 

Ed ecco perché non si lavorerà solo sul versante delle infrastrutture sportive, ma anche e soprattutto dei servizi immateriali. Puntando sulla creazione di opportunità- in termine di esperienze- per i giovani, sotto ogni aspetto possibile. A partire proprio da quello sportivo. Perché il recupero del tessuto sociale passa inevitabilmente dalla necessità di tornare ad avere una vita normale, dopo anni in cui il concetto stesso di normalità è stato assediato. 

Scommettere sui giovani quindi non è solo giusto, ma è doveroso. E il protocollo firmato ieri lancia un messaggio forte e inconfutabile: l’Italia vuole investire sui giovani, anche e soprattutto in Ucraina, perché non sono solamente il futuro, ma anche il presente di un Paese che sta affrontando una delle sfide più difficili di tutte. E merita una ri-generazione. Una rigenerazione di cui l’Italia intende far parte contribuendo non solo con azioni di solidarietà, ma di concretezza. 

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