Italia leader del fronte europeo contro la carne sintetica: altri 11 Stati seguono il Governo Meloni

Si allarga il fronte del no alla carne coltivata. Mentre in Patria si parlava di isolamento italiano in un mercato nascente, sempre più Stati membri dell’Unione stanno seguendo le orme dell’Italia, che da apripista in Europa ha vietato la vendita e la produzione di cibi sintetici. Un dialogo partito mesi fa tra il ministro della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida e i suoi omologhi in Francia e in Austria, Marc Fesneau e Norbert Totschnig. Il progetto voleva estendere la normativa di riferimento italiana anche in Europa: l’analisi dei possibili effetti dannosi alla salute e all’economia prodotti dai cibi sintetici, sarà infatti al centro dei lavori odierni del Consiglio Agricoltura e Pesca. Il tutto grazie alla nota congiunta firmata dai rappresentanti dei tre Paesi e ai quali hanno scelto di aggiungersi altri nove Stati membri: Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia.

Come detto, un vero e proprio fronte del no che vuole farsi sentire in Europa: nella nota, i cofirmatari hanno espresso tutta la preoccupazione sui possibili effetti che il via alla carne sintetica potrebbe comportare ai cittadini dell’Unione, sia in campo economico (sarebbero a rischio intere storiche filiere), sia nel settore sanitario: sono ancora troppo poche infatti le evidenze scientifiche a favore dei prodotti in laboratorio. Alcuni Paesi nel mondo, soprattutto quelli poveri di una storica cultura culinaria, hanno già iniziato vendita e produzione: ristoranti specializzati ad esempio a Singapore vendono carne e pollo sintetici, ma gli effetti a lungo termine sui consumatori sono ancora ignoti. È per questo motivo che nella nota i vari Paesi europei chiedono che, prima ancora dell’autorizzazione definitiva, la Commissione rilasci “una valutazione d’impatto completa e basata sui fatti” in merito a “questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, oltre che nutrizionali, di sicurezza sanitaria, di sovranità alimentare e di benessere animale”. Tutti settori in cui, appunto, non si sa ancora quali possano essere gli effetti della carne sintetica.

Da sottolineare il fatto che non si tratta di un no a prescindere: non viene infatti negato un processo di sperimentazione che ad oggi manca e di cui si necessita. Al momento, però, la difesa dei cittadini e dei consumatori si coniuga come la priorità per gli Stati firmatari ed è questo il motivo che ha spinto i vari ministri a inoltrare la nota alle Istituzioni europee. In particolare, la carne coltivata viene ritenuta “una minaccia per gli approcci primari basati sull’agricoltura e per i metodi di produzione alimentare genuini che sono alla base del modello agricolo europeo”. Festeggia per questo Coldiretti: “L’alleanza nata in Europa – fa sapere il presidente Ettore Prandini – fa proprie le perplessità sollevate per prima dalla Coldiretti e conferma il ruolo di apripista dell’Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, nelle politiche di tutela della salute dei cittadini anche grazie alla legge approvata”. A fronte insomma di un’Europa che sembra tirare dritto verso la produzione di cibo in laboratorio, si fa sentire la voce dei produttori e dei consumatori europei grazie all’impegno dei rispettivi rappresentanti in difesa del principio di precauzione. A livello nazionale, è l’ennesima promessa mantenuta dal governo Meloni che, tramite il ministro Lollobrigida, ha scelto di non restare inerte e di allargare anche in Europa la battaglia contro la carne sintetica.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati