Vari fattori hanno permesso al governo di formulare, per il terzo anno consecutivo, una legge finanziaria che non introduce nuove tasse. Una scelta che non era mai stata in discussione per l’esecutivo, ma che è necessario rivendicare, di fronte alle fake news numerosissime che in queste ultime settimane hanno accompagnato la formulazione della legge di bilancio. Quella, ad esempio, sull’assegno unico e sulla sua presunta abolizione: invece, come fu specificato, l’assegno unico c’è e anzi è stato migliorato, escludendo dal computo dell’importo Isee ai fini della tassazione. Quindi nessuna nuova imposta malgrado le difficoltà finanziarie che vive spesso l’Italia, ma che quest’anno, secondo i racconti di certa stampa, sembravano riuscire a sopraffare l’esecutivo. Nulla di più falso: la manovra costa 30 miliardi e per un altro anno il centrodestra ha messo a tacere gufi e fake news.
Principalmente la reperibilità dei fondi, malgrado una situazione finanziaria raccontata disastrosa, ma senza dubbio difficile viste le clausole del Patto di Stabilità, è stata possibile grazie all’enorme risultato dell’Italia a livello economico, con sempre nuovi record e dati positivi che confermano il buon operato dell’esecutivo, che confermano come la strada imboccata dal governo, quella degli incentivi per chi vuole lavoro, della fine dell’assistenzialismo fine a sé stesso, del sostegno ai lavoratori e alle fasce più deboli, sia quella corretta. Il Pil che rispetta il ritmo previsto nel Documento di economia e finanza di aprile è sicuramente il dato più rincuorante e che ha aiutato maggiormente la copertura finanziaria della manovra. Ma anche l’aumento delle entrate tributarie, che sono appunto cresciute malgrado non sia stata aggiunta alcuna nuova imposta, come per quest’anno, neppure negli anni precedenti. Il rientro dall’evasione record e, non certo per ultima, la straordinaria ascesa delle esportazioni, che ha fatto salire l’Italia nella classifica dei maggiori esportatori al mondo: è la quarta potenza, superando in pochi mesi competitors importantissimi come la Corea del Sud e del Giappone, sfruttando a pieno il mercato con gli Stati Uniti e, in generale, quella voglia di Italia che Giorgia Meloni racconta in giro per il mondo.
Un’altra vittoria italiana
Alla notizia che l’Italia è riuscita a formulare la manovra per il prossimo anno, i mercati non hanno accennato nessun calo: la fiducia nel governo è ottima, continua la fase di grande richiesta dei titoli di Stato italiani, lo spread resta ai minimi da mesi, sotto quota 130 punti, complice certo la grave crisi industriale che colpisce la Germania, ma anche merito un’economia italiana che regge a pieno la stagnazione globale che ha rallentato un po’ tutte le economie nell’ultimo periodo, dopo il famigerato “rimbalzo del gatto morto” dei primi mesi dopo la pandemia. Tutte notizie che hanno pesato sulle decisioni delle agenzie di rating, il cui giudizio era atteso e non poteva che essere ampiamente positivo: Fitch ha confermato la tripla B ma con un miglioramento nel giudizio, da stabile a positivo. Per Standard and Poor’s, invece, l’Italia resta a livello stabile, ma dichiara che “le prospettive di crescita del pil italiano sono rosee”. Il loro giudizio, adesso, influenzerà, e non poco, l’atteggiamento degli operatori finanziari nei confronti dello Stato e della nostra economia. E lo farà, da come si può evincere, positivamente. È chiaro, dunque: il Governo Meloni conquista una nuova vittoria.