Non avendo più argomenti, si buttano sulla vita privata. Italia Viva, con Enrico Borghi in prima fila, ha montato l’ennesima sceneggiata: Giorgia Meloni “colpevole” di essere madre e di aver portato la figlia Ginevra a New York per un weekend privato.
Prima le insinuazioni: presunti voli di Stato, assenze da Cernobbio, da Monza, perfino dalla camera ardente di Armani. Poi le interrogazioni parlamentari, come se due giorni con la figlia fossero un reato. Un accanimento ridicolo, che rivela la povertà politica di chi lo muove.
Il Presidente del Consiglio ha risposto punto su punto: «Ho regalato a mia figlia un fine settimana insieme all’estero per il suo compleanno, viaggiando con voli di linea, come qualunque altra persona e come è normale che sia». Tutto pagato di tasca sua, senza alcun privilegio. E ancora: «Leggo, con un misto di amarezza e indignazione, l’ennesima polemica costruita ad arte sul nulla». Palazzo Chigi ha fatto sapere che chi continua a diffondere menzogne rischia le querele. E ci mancherebbe.
Ma il nodo vero è chi si permette di fare la morale. Italia Viva, cioè Matteo Renzi. L’uomo che aveva promesso di lasciare la politica se avesse perso il referendum e che invece è rimasto aggrappato a ogni poltrona. Quello che ha giurato di non allearsi mai con Conte e che oggi lo insegue come un mendicante col cappello in mano pur di garantirsi un collegio sicuro alle prossime elezioni. Quello che si presentava come “rottamatore” e che oggi appare come un rottame sul bordo di un’autostrada, in attesa che qualche disperato lo raccolga.
Come dimenticare l’“Air Force Renzi”? Un Airbus A340-500 da 150 milioni di euro, usato tre volte e lasciato a marcire a Fiumicino. Alla fine, 54 milioni buttati, di cui 35 finiti a Etihad. Nessun reato, ma uno spreco gigantesco di soldi di noi comuni mortali. E non è tutto: lo stesso Renzi utilizzò voli di Stato per le sue vacanze private a Courmayeur con la famiglia a Capodanno 2015, scatenando polemiche sacrosante per l’uso improprio di mezzi pubblici a fini personali.
Ma non è finita. Che dire del blitz a New York per assistere alla finale degli US Open 2015 tra Pennetta e Vinci? Un altro volo di Stato, con arrivo a un’ora dal match e rientro immediato, un abuso che fu giustamente oggetto di esposti alla Corte dei Conti per l’ennesimo sperpero di denaro pubblico.
Lascia basiti che oggi proprio il partitino personale di chi ha sulla coscienza questa deprecabile condotta di comportamento si permetta di puntare il dito contro il Presidente del Consiglio, “colpevole” di aver regalato – con i suoi soldi – un viaggio a sua figlia.
E non è un caso che Renzi le abbia dichiarato guerra aperta proprio da quando il governo ha introdotto la norma che vieta ai parlamentari di percepire compensi da Paesi extra-UE. Una misura di buon senso, pensata per arginare i conflitti d’interesse, che però ha colpito i suoi affari personali: le conferenze in Arabia Saudita che gli hanno fruttato oltre 3,2 milioni di euro in redditi dichiarati, tra elogi al regime e polemiche infinite.
Renzi l’ha bollata come “vergognosa”, spacciandola per un attacco alla libertà dei parlamentari, ma la verità è che colpiva direttamente le sue entrate milionarie. Da allora, le critiche al governo si sono moltiplicate, con il leader di Italia Viva che non perde occasione per sparare a zero contro Meloni. Non come oppositore politico, ma come uomo che ha visto toccati i propri interessi privati.
Ecco perché le accuse contro il Presidente del Consiglio puzzano di ipocrisia lontano un miglio. Non sono critiche fondate, ma colpi disperati di chi cerca di restare a galla in un mare di irrilevanza. Non è battaglia politica, è vendetta personale. Non è visione, è sopravvivenza.
Meloni lo ha detto chiaramente: «Rivendico con orgoglio il diritto di dedicare del tempo – nelle occasioni possibili rispetto al mio ruolo – a mia figlia, senza che questo debba diventare l’ennesimo pretesto per attacchi meschini e speculazioni politiche». Poi la stoccata finale: «Se alcuni dei miei avversari politici sono ridotti ad attaccarmi perfino per un fine settimana con mia figlia, significa che hanno davvero toccato il fondo».
Ed è così. Chi si è spacciato per rottamatore ed è finito rottame, chi ha dilapidato milioni in un aereo fantasma, chi ha tradito promesse solenni e utilizzato la sua posizione per combattere battaglie personali, non ha alcuna credibilità per puntare il dito, se non contro sé stesso.