Oggi in commissione affari costituzionali passa il testo base unificato sullo ius scholae, un testo presentato dal grillino Giuseppe Brescia, che riprende anche il più noto testo Boldrini sullo ius soli e altri testi già presentati da LEU e PD, che consentirebbe, se dovesse passare, di attribuire la cittadinanza a chi, arrivato sul suolo italiano entro i dodici anni di età, ha completato un ciclo scolastico di 5 anni o un percorso di formazione professionale triennale o quadriennale.
Il testo base passa in commissione con l’apporto determinante di una parte di Forza Italia, che peraltro si spacca sul punto, registrando però il voto contrario di Fratelli d’Italia e Lega.
In questo frangente, Renata Polverini, la nuova pasionaria del centro destra con l’anima a sinistra, senza che la sinistra ne sia consapevole, convintamente schierata per l’approvazione del provvedimento e facendo amplissimo ricorso alla libertà di coscienza, si è sentita in dovere anche di ritagliarsi un sostanzioso spazio di visibilità, rilasciando una pessima dichiarazione su Salvini e sulla Meloni. Dichiarazione a dir poco surreale che suona così: “I loro figli vanno a scuola, no? Li accompagnino, vadano a prenderli: si accorgeranno che ci sono tanti bambini che con i nostri condividono tutto, che non si sentono diversi per il colore della pelle. Sono amici. Come puoi dire che quel bambino non è italiano? O che è uno strumento per fare entrare in Italia i clandestini? Sono posizioni contro la storia”.
Sia chiaro, nessuno giudica il merito delle posizioni sulla norma, che doverosamente nella dialettica parlamentare debbono essere liberamente espresse, ma il limite esiste ed è quello del decoro e del rispetto di se stessi e dell’avversario politico, che di tutta evidenza la Polverini sconosce, arrivando a tacciare la Meloni di discriminazione razziale e peraltro facendo leva sul suo ruolo di madre. Tecniche già viste, che del tutto evidentemente appartengono a chi è disonesto intellettualmente e che, alla fine di una poco gloriosa storia politica, cerca di ritagliarsi in limine litis un posto al sole.
Ebbene, per sgomberare il campo da ogni polemica e paralizzare pretestuose eccezioni infarcite di ideologia, occorre rappresentare, come già si diceva, che nel dipanarsi dell’attività parlamentare è necessario il dibattito, sono legittime posizioni contrastanti, è doveroso esprimere il proprio dissenso e nessuna preclusione di natura preconcetta fa bene alla discussione. Soprattutto quando si tratta di temi particolarmente sensibili come questo, in cui giocano un ruolo determinante anche la visione del mondo, i riferimenti culturali e gli obiettivi che si intendono raggiungere nel lungo periodo. Ciò doverosamente ricordato, si soggiunge che proprio la Meloni, quando ricopriva il ruolo di ministro della Gioventù, in un governo in cui il presidente dell’attuale partito della Polverini era premier, aveva proposto lo ius culturae, che prevedeva percorsi per agevolare la cittadinanza dei giovani nati e cresciuti in Italia, rendendo la formazione elemento discriminante per la sua concessione. Per Fratelli d’Italia, insomma, è storia risalente e coerente quella di ritenere italiano chi sente profondamente di esserlo. Per Fratelli d’Italia è una battaglia antica fare della cittadinanza una scelta d’amore e non un’elargizione che non passi per la valutazione del senso di appartenenza e dell’adesione ad un modello storico, culturale e valoriale.
Tutto questo la Polverini lo sa, ma oggi fa più comodo accusare la Meloni di razzismo, considerato il risalto mediatico che può dare la faccenda … e fa davvero specie che l’accusa provenga da chi invece di scivoloni veri sul tema li ha fatti, quando ad esempio la Nostra, da governatrice del Lazio, derideva i cittadini tunisini mentre salpava per un giro in barca sul Tevere. Priva di garbo allora, priva di garbo oggi e, si consenta, anche con una punta di squallido opportunismo mediatico.
Vergognosa la Polverini che non riesce a trovare un porto sicuro per la sue povere membra e dovunque posa il suo mandolino trova il modo di rendersi ridicola, tanto che trasloca con facilità da un ramo ad un altro. Ora tocca a PD o a LeU? Spero la tengano stretta.