La Costamagna insulta la Meloni. Cronaca di una frustrazione incipiente.

La Luisella nazionale ha perso un’ottima occasione per tacere, anche considerato che Giorgia Meloni già in trasmissione da Giordano aveva ampiamente risposto alla sua tendenziosa domanda.

Nel suo editoriale sul fatto quotidiano di oggi, infatti, la Costamagna chiede nuovamente cosa abbia mai fatto la Meloni per meritare il riconoscimento del times, che la ha inserita tra le venti persone destinate a cambiare il mondo nel 2020.

Segue a questo quesito una carrellata di considerazioni biliose, basate sull’assunto che in un quarto di secolo di politica, di cui molto passato al governo, avrebbe contribuito a rovinare l’Italia, a favorire supinamente Berlusconi a scapito della povera Ruby ed ad affossare l’economia nazionale.

Ora, in disparte il merito, considerato che la Meloni ha ben spiegato che per non dover votare provvedimenti in cui non credeva si è presa la briga ed ha avuto il coraggio di fondare un nuovo partito, autonomo, dal nulla, ricordando inoltre che l’unico spazio di manovra che le fu concesso nella sua lunga storia politica fu il ministero senza portafoglio della gioventù.

La Costamagna non rammenta nelle sue tendenziose frasette ad effetto che l’avventura intrapresa sei anni fa dai fondatori di Fratelli d’Italia nasce con la creazione di un piccolo partito che ha rischiato di non entrare neanche in parlamento e che nella scorsa legislatura ha espresso nove deputati, solo grazie al diritto di tribuna.

Un partito fatto con la fatica, il sudore, senza denaro e con la forza dei militanti che credevano di dovere all’Italia ed alla propria storia un percorso onesto e coerente. Dopo sei anni i risultati sono sotto gli occhi di tutti e raccontano il riscatto della destra Italiana, che ha trovato una casa nella quale esprimersi ed un punto di riferimento nel quale riconoscersi, con la guida di una leader forte, che sa quello che fa e dove vuole portare il suo popolo. Dal nulla al 10 %, con un indice di gradimento sulla persona del leader che supera il 33 %. Questo del tutto evidentemente disturba e provoca frustrazione e pruriti da dermatite nervosa.

Cara Costamagna, sappi inoltre che vantare oltre 25 anni di esperienza politica è un merito in questa povera Italia in cui tutti si improvvisano. Più di 25 anni, giovane come è giovane la Meloni, significa militanza, notti insonni a studiare, ronde in affissione, riunioni politiche, culturali e programmatiche infinite. Significa essersi messi al servizio di un progetto di vita e dedicare il proprio tempo alla più nobile delle cause: la cosa pubblica. Dubitiamo però che possa capire chi non ha rispetto dei percorsi fatti con onestà e non solo adombra una pecoreccia sottomissione all’uomo Berlusconi, ma allude a fantomatici doppi incarichi, in parlamento ed al consiglio comunale di Roma, senza però far presente che Giorgia ha rinunciato ad ogni indennità o gettone per la carica di consigliere comunale.

È noto un adagio che dice che il marcio sta negli occhi di chi guarda e se poi c’è una costante ossessione rispetto al fatto che le donne possano aver successo solo se nelle grazie di un uomo potente, il dubbio del transfert psicologico emerge prepotente: come con la Carfagna fu un continuo rimando a Berlusconi, così è ora con Giorgia Meloni, accusata a posteriori di una pretesa sottomissione al Cavaliere. Che conosca solo queste modalità di azione per emergere?

Povertà di argomenti che si scontrano con una realtà diametralmente opposta e che gli italiani vedono chiaramente, tributando a Fratelli d’Italia una stima solida e in costante crescita.

Un’ultima considerazione va fatta sul riferimento sotto traccia (neanche molto) alla “resistibile ascesa della Meloni”, che rimanda alla “resistibile ascesa di Arturo U.I”, dramma di Brecht che parla della conquista del potere in Germania da parte del Führer. Ebbene, a parti inverse, se si fosse equiparato un politico di sinistra a Stalin o a Pol Pot si sarebbe gridato allo scandalo. In questo caso, con signorilità, ci basta rimandare al mittente e con spese a carico del destinatario la similitudine tra la Meloni ed Hitler, assurda e vergognosa, come fa vergogna tutto l’articolo.

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