Ad ottobre scorso, sia sul web che su parecchie testate statunitensi, c’erano tantissimi attacchi contro il Presidente Trump che aveva parlato dell’aborto al nono mese sottolineando che rischiava di diventare legale nello stato di New York. Giornalisti e opinionisti, tutti d’accordo, tutti convinti, indicavano questa esternazione del Presidente come una “Fake-news”, una notizia fasulla come parecchie di quelle a cui Trump sembra aver abituato il suo elettorato, e non solo.
Così potevi leggere, a firma di Susan Bordo, nota opinionista del web e della carta stampata: “Ci siamo abituati a un presidente che racconta bugie così abitualmente, così di routine, che persino i controllori dei fatti sono diventati blasé. […] Sull’aborto, per esempio, quando ha parlato del rischio che venisse approvata una norma capace di permettere l’interruzione della gravidanza fino al nono mese di gestazione. Una vera fake new!”
E invece, cara Susan e cari tutti commentatori che hanno accusato Trump o comunque tutti quelli che denunciavano questa atroce possibilità come bugiardi e menzogneri, ecco il punto in cui siamo.
Grazie a una legge in discussione al Senato, infatti, l’accesso all’aborto potrà essere ampliato ed estendersi fino al nono mese di gravidanza in caso di “invalidità del feto” o se i medici dovessero ritenere “necessario proteggere la vita o la salute della paziente”. Il disegno di legge è stato presentato dai Democratici che si sono affrettati a definirlo “un enorme passo avanti nella battaglia per garantire l’autodeterminazione della donna sulla propria salute e sul proprio corpo, compresa la possibilità di abortire”. Se possibile anche più grave è che il disegno di legge prevede anche la depenalizzazione dell’aborto, trasferendo le violazioni dal codice penale a quello sanitario e permette a qualsiasi operatore sanitario, anche a un infermiere, di procedere all’intervento stesso. Finora le interruzioni di gravidanza effettuate in violazione delle leggi venivano trattate come omicidi, con la nuova norma, qualsiasi violazione è completamente depenalizzata e rinviata a problematiche civiliste. E se vi sembra poco…
I democratici avevano tentato per quasi un decennio di approvare una legge denominata Legge sulla salute riproduttiva, che avrebbe rimosso l’aborto dal codice penale di New York e codificato le protezioni di Roe v. Wade, che afferma il diritto di una donna all’aborto, con limiti, come Legge dello Stato. Il RHA era stato approvato più volte dall’assemblea statale controllata dai democratici, ma non aveva mai trovato approvazione al senato statale, controllato dai repubblicani.
Intanto l’aborto legale per tutti i 9 mesi della gravidanza è entrato in vigore in un altro stato americano, il Delaware. “Questa è una reazione della lobby dell’aborto alla vittoria del presidente Trump, e una risposta anticipa alla nomina alla Corte Suprema di altri giudici graditi al presidente “, ha dichiarato la portavoce di Mallory Quigley, vicepresidente della comunicazione della Susan B. Anthony List e famosa sostenitrice dei comitati pro-vita.
Mentre molti stati hanno adottato più protezioni per i bambini non ancora nati, la nuova legge elimina tutte le restrizioni all’aborto, tra cui una legge esistente sul consenso dei genitori per i minori e un periodo di attesa di 24 ore, fino alla redditività. La legge definisce la vitalità come una probabilità di sopravvivere al di fuori del grembo materno senza “misure mediche straordinarie” e consente l’aborto oltre quel punto se un abortista pensa che la vita o la salute della madre siano in pericolo.
Una deriva, quella che arriva dagli States davvero allucinante che però le lobby pro-aborto continuano a sminuire.