Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci e del ministro per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Maria Eugenia Roccella, ha approvato un disegno di legge che stabilisce disposizioni specifiche per la appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo dei farmaci ai quali possono ricorrere i minori che si trovano in una situazione di disforia di genere, ovvero, in una condizione di disagio e talvolta di rifiuto totale verso il sesso biologico di appartenenza. Si fa riferimento in particolare alla triptorelina, un farmaco che riduce la produzione di ormoni. In base alle direttive dell’Agenzia italiana del farmaco, (AIFA), e al parere del Comitato nazionale per la Bioetica, il ddl introduce disposizioni mirate ad un efficace monitoraggio dei dati e alla tutela della salute dei minori.
Si prevede che la somministrazione dei farmaci bloccanti della pubertà e degli ormoni mascolinizzanti e femminilizzanti sia subordinata ad una specifica diagnosi redatta da un gruppo multidisciplinare di esperti e agli esiti documentati dei percorsi psicologici, psicoterapeutici e, in alcuni casi, psichiatrici. Si andrà verso l’attivazione, a cura dell’AIFA, di un registro per la prescrizione e la dispensazione dei farmaci, possibile solo attraverso la farmacia ospedaliera. I dati presenti nel registro dovranno essere inoltrati al ministero della Salute con cadenza semestrale e vi sarà un tavolo tecnico per la valutazione del rapporto semestrale dell’AIFA e ogni tre anni una relazione sarà trasmessa anche al Parlamento.
Il Governo Meloni, visto che si tratta di argomenti e casi molto delicati, e di minori soprattutto, ritiene indispensabile un monitoraggio continuo da parte dei soggetti pubblici preposti, anche per evitare vicende come quella dell’ospedale Careggi di Firenze dove sono stati somministrati bloccanti della pubertà a minori senza accompagnamento psicologico e neuropsichiatrico. Insomma, dinanzi a determinate situazioni non si può proprio procedere alla leggera e distribuire farmaci particolari come se fossero aspirine o caramelle. Peraltro, non sempre il farmaco è necessario nella disforia di genere e proprio per questo serve un team di esperti capaci di valutare collegialmente caso per caso.
Non c’è davvero alcun intento persecutorio da parte del Governo, ma, anzi, vi è la volontà di assistere dei percorsi che non possono essere oggetto di violazioni strumentali della politica. Purtroppo, esiste una certa politica, la sinistra globale che si è inventata le ideologie woke e gender, la quale usa e sfrutta le sofferenze individuali di adolescenti per imporre una visione innaturale della società dove i casi limitati di disforia di genere, da rispettare e seguire senz’altro, devono costringere tutti, pure i bambini, a relativizzare a colpi di legge la loro identità sessuale. L’europarlamentare del PD Alessandro Zan, quello che dice che bisogna aiutare i bambini a cambiare sesso, (una follia che fa paura!), ha parlato di schedature delle persone trans che saranno possibili con il ddl appena approvato dal Consiglio dei Ministri, ma il mondo a cui appartiene Zan è il primo violatore delle persone con problemi di disforia di genere.