La forza della coerenza: perché Fratelli d’Italia cresce oltre il 30%

Il sondaggio SWG per il Tg La 7 di questa settimana posiziona Fratelli d’Italia al 30,2%, con un incremento rispetto all’ultima rilevazione, mentre PD e M5S arretrano e gli alleati di centrodestra crescono lievemente. Non è un dato episodico, ma il segno di una strategia politica e comunicativa che continua a produrre risultati.

La crescita di FdI non si spiega solo con le scelte di governo o con i numeri dell’economia, ma soprattutto con la capacità di Giorgia Meloni di costruire una narrazione coerente, comprensibile e credibile. In politica, come nella comunicazione, la differenza la fanno le parole: se sono vuote, stancano; se corrispondono ai fatti, diventano azione. È questa la chiave del successo di Meloni: ha imposto un linguaggio che non si piega alle convenzioni del politicamente corretto, ma che resta fedele ai suoi pilastri – famiglia, lavoro, sicurezza, identità – e li traduce in decisioni concrete.

Al Meeting di Rimini abbiamo visto ancora una volta questa coerenza: nessun ammiccamento, nessun tentativo di smussare i toni per compiacere, ma un discorso calibrato sul concetto di comunità e responsabilità, che ha parlato alla platea cattolica e popolare senza perdere di vista l’agenda politica. È la stessa cifra che ritroviamo ogni volta che prende la parola: dire ciò che pensa, mantenere la linea, evitare di disperdersi in retoriche che non portano consenso.

Lo stesso vale sul piano internazionale. Alla Casa Bianca, Meloni ha saputo distinguersi tra tutti i leader europei proponendo una clausola di difesa collettiva sul modello dell’articolo 5 della NATO, un approccio pragmatico che ha trovato l’appoggio di Donald Trump. In un contesto in cui molti leader si limitano a recitare copioni preparati, Meloni ha portato contenuti, e questo ha dato all’Italia un ruolo centrale nel dibattito globale.

Chi ha vissuto da vicino le dinamiche delle campagne presidenziali americane sa quanto conti la capacità di imporre il proprio frame narrativo: è ciò che fa la differenza tra subire l’agenda e dettarla.

La crescita al 30,2% va letta dunque come l’effetto di un metodo comunicativo che non si limita a raccontare, ma costruisce appartenenza. In questo c’è un elemento che spesso sfugge agli osservatori: non stiamo parlando solo di consenso elettorale, ma di un processo che trasforma un leader in un brand politico.

È lo stesso meccanismo che regola i marchi forti in qualsiasi settore: la coerenza, la riconoscibilità, la capacità di soddisfare un bisogno e mantenere una promessa. Meloni incarna questi principi in politica, ed è per questo che il suo seguito non si limita a un voto, ma si traduce in fiducia, partecipazione, e in prospettiva militanza.

Chi oggi vota Giorgia Meloni spesso non è ancora entrato in Fratelli d’Italia come militante. Ma la potenza del messaggio, veicolata attraverso strumenti di comunicazione che spaziano in un mix che va dai comizi ai social media, genera una comunità digitale che potrà diventare reale.

È la logica del brand journalism applicata alla politica: quando il contenuto è forte e autentico, diventa naturale attrarre nuovi attivisti, non con un appello burocratico ma con la forza della verità.

Giorgia Meloni ha compiuto ciò che gli “esperti” dei media mainstream avevano sempre definito impossibile: portare il simbolo della fiamma tricolore a rappresentare il partito di maggioranza relativa. Un risultato straordinario, che può ancora migliorare. Con un leader di questa portata, l’obiettivo non potrà che essere il 40%. Perché la coerenza paga, ed è uno dei cardini fondamentali di qualsiasi brand, politico e non.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente in comunicazione strategica, esperto di branding politico e posizionamento internazionale, è autore di 12 libri. Inviato in tutte le campagne elettorali USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.