Il fotogiornalista Alessandro Serrano smaschera il quotidiano per l’uso di un’immagine d’archivio in prima pagina. «Non è la manifestazione di ieri, ma un vecchio corteo sindacale».
Non era la “marea umana” pro-Palestina descritta da la Repubblica, ma una vecchia piazza della CGIL. La foto a tutta pagina pubblicata dal quotidiano per illustrare la manifestazione romana “Siamo un milione stop al genocidio” è stata smascherata dal suo stesso autore, il fotogiornalista Alessandro Serrano.
Sul suo profilo Instagram Serrano ha spiegato che lo scatto in questione non ritrae la manifestazione di sabato per la Palestina, bensì una vecchia iniziativa sindacale della CGIL a San Giovanni. «Lo si nota dai palloncini rossi, dai gazebo del sindacato e dall’assenza di bandiere palestinesi», ha scritto.
Una denuncia che pesa, soprattutto perché viene da un professionista che con la Repubblica ha collaborato per quindici anni. «Quando dico che in Italia il fotogiornalismo è morto, questo ne è un esempio», conclude il fotografo.
L’episodio apre una riflessione profonda sull’uso disinvolto delle immagini da parte di alcune redazioni per costruire una narrativa emotiva più efficace della realtà stessa. In tempi di propaganda digitale e “milioni” gonfiati, la verifica delle fonti e la correttezza delle immagini non sono un lusso ma il fondamento del giornalismo.
«La fotografia che vedete grande nella pagina non è una foto scattata ieri alla manifestazione per la Palestina ma una foto scattata durante una manifestazione della CGIL in piazza San Giovanni… Ecco, quando dico che in Italia il fotogiornalismo è morto questo ne è un esempio.»