La fregatura del MES o Fondo Salva Stati

Il MES entra in vigore nel settembre del 2012, anticipando di circa un anno per colpa dell’aggravarsi della crisi dei debiti pubblici,  e porta al superamento di altri due fondi creati in precedenza allo stesso scopo (EFSF ed EFSM). Subito dopo il suo esordio, però, il  MES viene temporaneamente sospeso in attesa che la corte costituzionale tedesca decida se l’istituzione si accorda o meno con il proprio ordinamento.    L’okay arriva in seguito purché, come pretende la Germania, vengano applicate alcune limitazioni  che lo accordino col sistema costituzionale tedesco – e basterebbe anche solo questo per porsi non poche domande circa il valore di questa istituzione per gli altri stati europei –.

A cosa dovrebbe servire il MES?  Come  il Fondo europeo di stabilità finanziaria e il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria  nati per salvare dall’insolvenza Irlanda e Portogallo,  il MES ha il compito di aiutare i paesi che si trovano in difficoltà economica che, detto così, fa apparire questa organizzazione intergovernativa qualcosa tra il Piano Marshall  e la Lampada di Aldino. Purtroppo, non è né l’uno né l’altra.

Tornando a essere seri, il MES serve a mettere in comune il denaro di tutti gli stati membri e a utilizzarlo nel caso in cui uno  di essi si trovi in difficoltà, soprattutto perché condividendo la stessa moneta, i problemi di uno stato potrebbero facilmente travolgerne altri.  Il MES ha una dotazione di 80 miliardi di euro, pagati in maniera proporzionale alla capacità economica dei paesi dell’eurozona ma, volendo emettere titoli con la garanzia degli stati partecipanti, il MES può raccogliere sui mercati finanziari la faraonica cifra di 700 miliardi di euro.     Tutto denaro che può essere prestato a stati eventualmente in difficoltà,  ma attenzione ci sono delle condizioni da rispettare per accedere agli aiuti,  e sono condizioni pesantissime.

Primo tra tutti, per ottenere l’aiuto, lo stato in difficoltà deve accettare un piano di riforme la cui applicazione verrà sorvegliata dalla “Troika”, il ‘famigerato’ comitato costituito da Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale.  Ovvio che il ‘piano di riforme’ si sintetizza in una marea di tagli dovunque sia possibile farne, nel 98% dei casi a carico delle classi meno abbienti, visto che si va a toccare la spesa pubblica, quindi automaticamente la spesa sociale, vedi le pensioni. Inoltre, si va ad operare su privatizzazioni, liberalizzazioni   e ampia  flessibilità  del lavoro, cosa che porta inevitabilmente a un maggior precariato.

Un esempio drammatico di come agiscano la Troika  nel riequilibrio dei conti pubblici ce lo mostra la Grecia, dove dopo il trattamento MES la povertà la fa da padrone, con una nazione ridotta ai minimi termini che, per essere ‘salvata’ ha dovuto pagare 1,34 miliardi di interessi agli investitori tedeschi sui prestiti erogati.   Per non parlare di una nazione letteralmente svenduta  a pezzi, con migliaia di monumenti e siti archeologici affidati al TAIPED, Fondo per la Valorizzazione del Patrimonio Privato dello Stato, incaricato di privatizzare i beni pubblici greci, imposto e reso operativo dagli istituti bancari ellenici, nell’ambito di quel piano di salvataggio del Paese che impone la vendita all’asta di tutti gli attivi pubblici.  I risultati dell’austerity pretesa dalla Troika dicono che i senzatetto sono aumentati del 200%, passando da 11mila a 40mila. I reati sono aumentati, in particolari quelli connessi alla povertà come il furto di energia elettrica. Il sistema sanitario e quello dell’istruzione sono sotto finanziati e sono aumentate le malattie psichiche (depressione, stress, insicurezza). Particolarmente allarmante è il numero dei suicidi: questi sono aumentati del 40% nel giro di 5 anni. Naturalmente c’è un crollo della natalità ed è aumentato il tasso di mortalità. Tra le persone tossicodipendenti sono aumentati i casi di HIV.

Tornando all’Italia, se davvero abbiamo aderito al MES senza che nemmeno il parlamento sia stato avvertito, ma anzi con accordi non autorizzati  in Europa su cose diverse da quelle stabilite a Montecitorio, la situazione in cui ci troveremmo sarebbe la seguente: circa 15 miliardi da versare ogni anno al fondo salva stati per salvare le Banche tedesche che potranno  accedere al MES senza pagare dazio,  a differenza dell’Italia che, se si avvicinasse agli aiuti, riceverebbe lo stesso trattamento della Grecia.

Certo, per gli eurocrati e per gli italiani che si vendono loro per una poltrona, la Grecia è ora un paese normale,  con il 34,8% di persone considerate a rischio povertà, percentuale che salirà presto oltre il 50%  perché tagli a pensioni e indennizzi continueranno anche nei prossimi anni. Il fatto che i greci stiano praticamente morendo di fame, poco importa.  Liberi dalla schiavitù del debito e dallo stato sociale. I  creditori soddisfatti del loro buon diritto.

E morirono tutti, felici e contenti.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
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