La Gaia Incoscienza. Il tecnopotere spiegato da chi osa guardare dentro l’abisso

Recensione del libro di Guerino Nuccio Bovalino – LUISS University Press

Viviamo immersi in un mondo che ci promette libertà ma ci consegna dipendenza. Che ci distrae mentre ci sorveglia. Che ci riempie di stimoli per non farci più pensare.
Contro questo mondo si leva, solitario e tagliente, un libro destinato a lasciare un segno:
La Gaia Incoscienza. Immaginario del tecnopotere, firmato da Guerino Nuccio Bovalino e pubblicato da LUISS University Press.

Non è un libro per tutti.
Non è rassicurante.
Non è “neutrale”.

È un testo profondo, a tratti lirico, a tratti brutale, che scava nella psiche dell’Occidente contemporaneo per mostrare quello che non vogliamo vedere: la nostra inconsapevole resa all’algoritmo, alla sorveglianza, alla pornografia digitale, alla spiritualità svuotata.

È, soprattutto, un’opera di contro-egemonia culturale. Un grido aristocratico – e per questo popolare – contro la stupidità organizzata del nostro tempo.

Struttura dell’opera: sinfonia per un’umanità in coma

Il libro è composto da un’architettura volutamente non accademica:

  • un’Ouverture (Una società senza rivoluzione)
  • quattro capitoli centrali
  • un epilogo potente e quasi mistico (Frammento teologico spettacolare)

Ogni sezione affronta un nodo della contemporaneità:

  • Il dominio dell’immagine e dell’immaginario (Zeitgeist)
  • Il culto del disastro ecologico e della vittimizzazione come linguaggio globale (Progressismo apocalittico)
  • La tecnopolitica come nuova forma del sacro e del potere (La Gaia Incoscienza)
  • Le nuove mitologie speculative e spirituali postumane (Politiche dal futuro)

Ma è nel Capitolo III, da cui l’opera prende il titolo, che il libro tocca il suo vertice intellettuale, simbolico e politico.

Dentro il Capitolo III – Il ritorno degli eretici: Trump, Musk e la nuova insurrezione immaginaria

C’è una frase non scritta, ma sottintesa in ogni pagina del terzo capitolo: il re è nudo, ma nessuno vuole guardare.
Bovalino invece guarda. E racconta. Lo fa con una prosa colta ma affilata, evocativa ma precisa.
E cosa vede?

Vede Donald Trump non come ex presidente, ma come archetipo tellurico, un “King Kong” della modernità impazzita che assedia il tempio delle élite con la sola forza della dissonanza. Vede in lui non la salvezza, ma la rottura: quella necessaria per spezzare il sortilegio.

Poi c’è Elon Musk, definito poeta dello spazio, cavaliere oscuro della Gaia Incoscienza, colui che ha il coraggio di sporcare le mani nell’immaginario, di ridare corpo al sogno, senza chiedere il permesso ai sacerdoti del pensiero unico.

Nel cuore del capitolo emerge la nozione più originale e visionaria:

I “Patriotech”: uomini che usano la tecnologia non per asservire, ma per liberare.
Non sono nostalgici. Non sono progressisti. Sono eretici che vogliono restare umani.

Apologia del folle, o dell’ultimo uomo verticale

L’autore non si limita a descrivere i nuovi attori del caos. Ne prende posizione.
Difende il folle. Non quello che delira, ma quello che rifiuta. Che dice no al conformismo anestetizzato. Che preferisce il disordine alla complicità.

In un mondo che ha abolito la colpa, il folle è l’ultimo colpevole. E quindi, l’ultimo libero.

È forse questo il passaggio più alto del libro: la difesa della dissidenza non ideologica, del rifiuto esistenziale, dell’uomo che non accetta di diventare un dato, un target, una pulsione.

Il Frammento teologico spettacolare. Un epilogo come preghiera laica

L’epilogo, Frammento teologico spettacolare, è un piccolo capolavoro a sé.
Qui l’autore abbandona ogni residuo di analisi e si affida alla visione:

  • Il ritorno del sacro come necessità,
  • La spiritualità come forma politica dell’uomo,
  • Lo spettacolo come religione che può ancora – paradossalmente – veicolare una redenzione.

Non c’è cinismo, ma consapevolezza.
Non c’è rassegnazione, ma verticalità.

Un libro che parla alla destra che vuole pensare, e non solo vincere

La Gaia Incoscienza è un libro di fuoco per un’epoca che vive nella nebbia.
È un testo che ogni patriota culturale dovrebbe leggere.
Non per schierarsi con Musk o con Trump. Ma per capire cosa li ha resi inevitabili.

Bovalino firma un’opera che ha il coraggio di vedere là dove altri rimuovono, scrollano, denunciano senza comprendere.
Un’opera che non combatte la sinistra con l’ironia o la nostalgia, ma con idee nuove e parole antiche.

E oggi, questo coraggio – mistico, intellettuale, barbarico – è esattamente ciò che serve.

Leggetelo. Prima che qualcuno decida che non si può più stampare.

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