La ‘giornata dell’ingordigia’… Quando uno Stato che poco offre passa all’incasso.

“Con una pressione fiscale complessiva sulle imprese italiane che, secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, ammonta al 59,1% dei profitti commerciali, contro una media presente nell’area dell’Euro del 42,8%, lo sforzo richiesto alle nostre ditte è enorme. Nonostante il credito sia concesso con il contagocce, la giustizia civile sia lentissima, una burocrazia che ha raggiunto livelli insopportabili e la Pubblica amministrazione sia la peggior pagatrice d’Europa”.
Parole di fuoco quelle di Renato Mason, segretario generale della CGIA, che possono però fare da egregia introduzione a uno dei più spaventosi giorni dell’anno…
Altro che ‘Venerdì 13’, film horror che terrorizzò un’intera generazione di adolescenti. Il vero giorno del terrore è oggi, lunedì 18 dell’Anno Domini 2019, e non riguarderà una pellicola truculenta da dare in pasto a ragazzini annoiati, bensì 26,9 miliardi di euro che dovranno essere versati dai contribuenti al voracissimo fisco italiano, una somma capace davvero di terrorizzare e gettare nel più profondo sconforto, considerando che si tratta di un importo pari alla dimensione della prossima manovra d bilancio. Certo, dirà qualcuno di quelli inguaribilmente ottimista o forse con una fiamma gialla sul cappello, si tratta di una partita di giro, ma gira che ti volta, sempre pagare si deve, e pagare oggi che i soldini sono davvero pochi e gli impegni finanziari tanti, diventa duro per la maggior parte di chi è chiamato a farlo.
Si tratta dunque di versare l’IVA – circa 15 miliardi di euro – oltre alle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori – 11,9 miliardi circa -, inoltre tutte le imprese dovranno versare i contributi previdenziali dei propri dipendenti ed eventuali collaboratori: gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi, inoltre, verseranno all’Inps anche i propri di contributi. Insomma, un bagno di sangue per tanti cittadini, ‘la giornata dell’ingordigia’ per lo Stato.
E se tutto ciò non bastasse, ci sono anche ‘situazione speciali’ che lo Stato pare proprio ignorare. Dice Paolo Zabeo coordinatore dell’Ufficio studi sempre della CGIA: ” Le imprese, in qualità di sostituto di imposta, entro lunedì dovranno versare l’Iva incassata nelle settimane precedenti dalla propria clientela e l’Irpef di competenza delle proprie maestranze. Tuttavia, non mancheranno casi in cui sarà difficile onorare questa scadenza; purtroppo, la mancanza di liquidità sta tornando ad essere un problema assillante, soprattutto per tantissime piccole e micro imprese.” Aggiunge poi Zabeo: “Inoltre, dopo quanto accaduto a Venezia negli ultimi giorni, sarebbe stato un gesto molto utile se il governo avesse sospeso il versamento delle tasse e dei contributi che dovranno essere pagati lunedì, così come ha deciso il Comune di Venezia per la Tari, agli artigiani, agli esercenti e ai piccoli commercianti veneziani. Una vera boccata di ossigeno per rimettere in piedi le proprie attività”. Purtroppo, non vi è traccia di questa sensibilità. Anzi, bisogna anche preoccuparsi, e molto, di quello che può accadere se il contribuente non fa fronte ai propri obblighi.
Dice sempre il Ufficio studi di CGIA: “L’ordinamento tributario impone al contribuente una sanzione dell’1% dell’importo da versare al fisco per ogni giorno di ritardo entro il 15esimo dalla scadenza. La percentuale sale al 15% se il pagamento viene effettuato entro il 90esimo giorno dalla scadenza. Per omesso pagamento o per versamento effettuato dopo 90 giorni dal termine previsto per legge, la sanzione sale al 30% dell’importo da versare all’erario. Indipendentemente dal ritardo, sono anche dovuti gli interessi legali pari allo 0,8% dell’importo da pagare. Da non dimenticare: le sanzioni possono essere fortemente ridimensionate usufruendo dell’istituto del ‘ravvedimento operoso’, a condizione che si versi sia l’importo omesso che la sanzione ridotta più gli interessi. “
Inoltre, se tutto questo non fosse già abbastanza – come purtroppo è -, il prossimo sabato 30 novembre – che però slitterà a lunedì 2 dicembre – pretenderà dalle imprese almeno altri 28 miliardi di euro. Si tratterà di pagare gli acconti di Irpef, Irap e Inps mentre per le società di capitale .
E scusate se è poco…

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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