Stiamo conoscendo poco per volta il nuovo Pontefice, ma Papa Leone XIV ha già dato prova, nei suoi primi discorsi ai fedeli, di essere ispirato ad una visione del mondo assai equilibrata, oltre che salutare per la ricomposizione di tutte le anime della Chiesa. Davanti ai due principali conflitti in corso che scuotono il pianeta, Gaza e Ucraina, il Santo Padre ha invocato la pace e la cessazione immediata del ricorso alle armi.
La Chiesa cattolica non può mai comprendere la guerra altrimenti tradirebbe sé stessa, ma quello del Papa non è un pacifismo ipocrita o utopico, magari simile alle richieste di pace di coloro i quali vogliono le democrazie arrendevoli di fronte alle autocrazie e ai terrorismi perché pendono di fatto a favore di questi ultimi, bensì, si tratta di una chiara esortazione a far tacere le armi subito ben consapevole della realtà.
Nella Striscia di Gaza il fuoco deve cessare, però è imperativa anche la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas, quindi, vi è la presa d’atto della Santa Sede di un problema presente a Gaza, che non è solo costituito dalle azioni militari dell’esercito israeliano, ma soprattutto dai terroristi che sono la causa scatenante della guerra.
Per quanto riguarda l’Ucraina, Papa Leone XIV lo ha ribadito in più occasioni, non è sufficiente chiedere una pace purchessia perché è fondamentale giungere piuttosto ad una pace giusta e duratura per il Paese aggredito, in modo da garantire che le ostilità non riesplodano poi fra qualche anno. Il Pontefice ha messo a disposizione il Vaticano come possibile sede degli auspicabili negoziati fra Russia e Ucraina e sarebbe davvero significativo e suggestivo se Kiev e Mosca riuscissero a parlarsi all’interno della cornice di San Pietro, altamente simbolica da un punto di vista non solo terreno. Tuttavia, Vladimir Putin ha già provveduto a rifiutare la nobile disponibilità offerta da Leone XIV.
Per il leader russo sarebbe del tutto improprio che due Nazioni nelle quali la religione ortodossa è maggioritaria, Russia e Ucraina, si incontrassero, per così dire, nella sede principale del Cattolicesimo, e qui si impongono alcune considerazioni. Putin si è sempre presentato come il difensore della Tradizione e dei valori religiosi cristiani, dimenticati da un Occidente smidollato e globalizzato, e così è stato descritto pure da alcuni suoi aficionados occidentali. Perciò, un tradizionalista come lui dovrebbe sapere che Cattolicesimo e Ortodossia, sia essa russa, ucraina, greca o di altre zone dell’Est europeo, sono sì differenti in determinati aspetti, ma appartengono entrambi ad un solo Cristianesimo, ci sembra, e non esistono fra le due fedi ostacoli insormontabili. Cattolici e ortodossi possono benissimo abbracciarsi fraternamente all’interno delle stanze vaticane, che rappresentano la sede mondiale del Cattolicesimo, ma sono anche simbolo universale del Cristianesimo.
Ad onor del vero, Vladimir Putin, più che un conservatore, è stato un gran marpione che si è dato una verniciatura nazionalista, patriottica e religiosa per gestire il consenso popolare nella Russia post-URSS, ma che in realtà è rimasto ancorato al passato della Unione Sovietica nella quale imperava l’ateismo di Stato e la religione ortodossa veniva mal tollerata. Putin, con la complicità del Patriarca Kirill, usa l’Ortodossia a proprio piacimento per giustificare dinanzi al popolo russo le sue scelte politiche, comprese le peggiori come l’aggressione all’Ucraina, ma in pratica tiene poco conto dei valori religiosi visto che il suo esercito bombarda i civili ucraini anche durante le Festività.
Il rifiuto di Putin circa la possibilità di negoziati di pace in Vaticano può essere altresì la ricerca di un mero pretesto di un leader che non intende fermare la guerra e non è interessato quindi ad impegnarsi fattivamente in una trattativa. Come ha rilevato la premier Giorgia Meloni, non è tuttora arrivato un solo segnale positivo dal Cremlino e l’Ucraina continua ad essere attaccata come se nulla fosse. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump inizia a stancarsi della evidente inaffidabilità di Vladimir Putin.