Lunedì 13 ottobre 2025 – una data che entra nella storia
Dopo 741 giorni di ostaggi e due anni di guerra, Hamas ha liberato tutti i rapiti ancora in vita. L’ultima consegna, avvenuta a Khan Younis poco prima delle 10 ora italiana, è stata confermata dal portavoce delle Forze di Difesa israeliane e documentata dalla Croce Rossa. Le immagini delle famiglie riunite nel campo di Re’im hanno fatto il giro del mondo, mentre la folla applaudiva nella “Piazza degli ostaggi” a Tel Aviv.
La liberazione completa dei 20 ostaggi è parte della prima fase del Piano di pace in 21 punti promosso da Donald Trump, che ha mediato direttamente tra Gerusalemme, Il Cairo, Doha e Ankara. Il piano prevede cessate il fuoco permanente, scambio di prigionieri, ingresso di aiuti e la progressiva ricostruzione di Gaza sotto una supervisione internazionale a guida egiziano-americana.
L’arrivo di Trump a Tel Aviv e il discorso alla Knesset
Il presidente Usa è atterrato a Tel Aviv alle 8.43, quasi in simultanea con la liberazione dei primi sette ostaggi. Ha seguito le operazioni in diretta dall’Air Force One e si è poi recato alla Knesset, dove ha tenuto un discorso storico accanto al premier Benjamin Netanyahu, al presidente Isaac Herzog e al leader dell’opposizione Yair Lapid. Trump ha definito l’intesa “un giorno di rinascita per Israele e per il mondo intero”, promettendo che “Israele non tornerà a combattere” e garantendo agli alleati arabi la tenuta del cessate il fuoco.
Il vertice di Sharm el-Sheikh: la pace sotto i riflettori del mondo
Nel pomeriggio, Trump è volato in Egitto per presiedere con Abdel Fattah al-Sisi il Summit della Pace sul Medio Oriente, a cui partecipano oltre venti leader mondiali.Tra i leader europei, Giorgia Meloni rappresenta uno dei principali interlocutori politici del processo di pace promosso da Washington, con l’Italia impegnata a sostenere la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza al fianco di Egitto e Stati Uniti.
L’incontro servirà a “validare la tregua e definire la governance civile di Gaza”, con un possibile ruolo di Tony Blair alla guida dell’amministrazione provvisoria, proposta sostenuta da Washington ma osteggiata da parte palestinese.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito l’accordo “una pietra miliare” e annunciato il contributo dell’UE alla ricostruzione e alla riforma dell’Autorità Palestinese. Il ministro italiano degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di “una luce di speranza dopo due anni di orrori” e ha ribadito l’impegno dell’Italia nel processo “due popoli, due Stati”. Anche Netanyahu ha definito la giornata “l’inizio del percorso di guarigione”, mentre Trump ha parlato di “un grande giorno per il mondo intero”.
Resta ora da sciogliere la questione dei 28 corpi di ostaggi deceduti, che Hamas si è impegnato a consegnare entro 72 ore, e dei 1.716 prigionieri palestinesi liberati oggi, compresi 250 ergastolani trasferiti in Cisgiordania e all’estero. La seconda fase del piano — sicurezza, disarmo di Hamas e governance di Gaza — sarà al centro del vertice di Sharm. Ma, per la prima volta dal 7 ottobre 2023, Israele si risveglia in pace.