Qualcosa non torna. Quando ad emergenza si assomma emergenza le cose peggiorano, il caos aumenta, invece di stabilirsi una strana e inaspettata quiete. Parliamo del flusso di migranti “ingestibile e inarrestabile” dalla Libia verso il nostro Paese. Il Covid19 è chiaramente arrivato anche lì, e sicuramente in maniera ben peggiore di quanto sia stato rilevato ad ora nel continente africano; Al Sarraj ha chiuso porti e aeroporti, pur tuttavia il flusso illegale di migranti dalle coste della Tripolitania si è magicamente arrestato. In molti si aspettavano un fuggi-fuggi dal virus verso l’Europa, eppure… i flussi ad ora sembrano arrestati. È dal 28 febbraio che non sbarca nessuno infatti sulle nostre coste. Quindi i trafficanti si preoccupano della salute dei loro “passeggeri”? quale che sia il ragionamento, è evidente che l’organizzazione c’è ed è totale, al punto che un cambio di “linea aziendale” porta all’arresto totale del flusso. Non in parte o nella gran parte, ma azzeramento totale. Il che indica una cosa evidente, e per molti anche ovvia: tutto il flusso è gestito ed organizzato. Ed è evidente che, attualmente, i trafficanti temano più la situazione italiana di quella locale.
Le Ong? Non pervenute. Forse in attesa a largo della Libia di qualche barchino “da salvare”, forse in pausa anche loro. Sicuramente non si sono messe a disposizione dell’Italia per gestire l’emergenza, come ha fatto ad esempio un armatore che ha offerto al governatore Musumeci una nave da attraccare al porto di Palermo per allestirvi a bordo posti letto per gli infettati da coronavirus.
La favola del salvataggio necessario ed inevitabile è sbugiardata dalla prova dei fatti. Non c’è nessun fenomeno inarrestabile e ingestibile che va subito passivamente dall’Europa con la complicità delle Ong. Anche questa vicenda, come molte altre, verrà necessariamente rivista sotto una nuova luce alla fine di questa emergenza pandemica.