L’emergenza sanitaria dovuta al Covid continua, le istituzioni scolastiche si apprestano ad avviare in tutta Italia le proprie attività, il Trasporto Pubblico Locale riprende a pieno regime, ma sempre all’80% della sua capacità massima.
In Italia sono centinaia i Comuni che hanno fatto richiesta di aiuto alle Regioni per sopperire la carenza di mezzi, alcuni di essi hanno sondato il terreno per una eventuale esternalizzazione del servizio ad aziende private. Le municipalizzate riprendono il servizio invernale dalla giornata di oggi, 14 settembre.
Ma tutto questo può bastare? No.
Il MIT, attraverso lo stanziamento del Fondo nel Bilancio triennale 2020-2022, destina 4.875,554 milioni di Euro per il 2020 e 4.874,554 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Il problema non sono le disponibilità economiche ma come si intende offrire il TPL in questa lunga Fase 3.
Ritengo ormai che non si debba più parlare di servizi minimi ma di “Livelli Essenziali di Trasporto”, al pari di quanto considerato nella sanità.
Se la Commissione Europea individua i servizi minimi come quegli “obblighi di servizio pubblico intesi a garantire frequenza, qualità, regolarità per il trasporto sicuro a costi ragionevoli di elevata qualità”, nello stesso modo occorre introdurre il concetto di “Livello Essenziale di Trasporto”, ovvero “prestazioni e servizi che l’amministrazione pubblica è tenuta a fornire a tutti i cittadini” in ragione del rispetto di quel diritto alla mobilità richiamato più volte nella Costituzione italiana (articolo 1, primo comma, articoli 2, 3, 4, 16, 33 e 34).
Per cui il trasporto pubblico deve essere concepito a condizioni accessibili per tutti, integrativo alla mobilità privata utilizzata per recarsi sul luogo di lavoro o per raggiungere l’istituzione scolastica o universitaria o sanitaria oppure anche di svago (visto che la mobilità occasionale ha superato quella sistematica), con forme anche diverse dalle soluzioni tradizionali.
Non più servizi minimi caratterizzati da collegamenti con bus tradizionali che viaggiano mediamente con un fattore di carico che non supera il 50%, autobus che circolano vuoti in determinate ore della giornata. I Livelli Essenziali di Trasporto dovranno essere pensati secondo criteri ed indicatori innovativi e rispondenti alle esigenze dei cittadini, prima, e degli utenti, dopo.
Occorre un “cambiamento”, a partire dalle condizioni di emergenza sanitaria in corso, in vista della ripresa del TPL a regime. Nello stesso modo occorre coraggio per avviare l’acclamato “cambiamento”.