La rappresentanza turca non parteciperà al WEF di Davos: Erdogan contro il governo israeliano

Il Presidente turco, Recep Erdogan, ha deciso di bloccare la partecipazione di Mehmet Simsek, ministro turco dell’economia, al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, il quale terminerà proprio venerdì.

La decisione del Premier turco, risiede nella divergenza con gli organizzatori dell’ evento, i quali supportano una condotta politica “filo-israeliana”.

Sebbene tutto questo non sia un’ indicazione sulla regressione nei rapporti economici e commerciali con Israele, è bene ricordare che l’attuale Turchia sia piuttosto unita nel supporto alla Palestina.

Erdogan non è nuovo a questo tipo di uscite, già nel 2010, si rivolse a Shimon Peres, Presidente israeliano dell’epoca, accusando lo stato di Israele delle morti innocenti di bambini e della popolazione palestinese.

Ancora oggi, il Premier turco, non risparmia affatto le sue accuse nei confronti di figure come quella del Presidente israeliano, Benjamin Netanyahu, definendolo come “un criminale di guerra da condannare”, “uguale a Hitler” e considerandolo come un “politico al capolinea”.

Tuttavia, nonostante le critiche mosse dalla Turchia, sembra che entrambi i paesi, anche durante i picchi di insofferenza negli anni, abbiano mantenuto rapporti commerciali piuttosto stabile: plausibilmente questo fenomeno è da ricercare nella concatenazione di codipendenza ed interesse economico di entrambi i paesi, basti pensare ai trasporti petroliferi dell’Azerbaigian, curati dai Turchi, che si occupano di recapitare “l’oro nero” presso Tel Aviv.

Peraltro la Turchia entrò a far parte della NATO nel lontano 1952, altro segno inconfutabile di una vicinanza quasi forzata allo stato israeliano: l’analisi risiede in una proprietà transitiva avvalorata anche dai rapporti economici di cui sopra.

Gli attacchi di Erdogan, però, sono eterodiretti non verso i cittadini israeliani, bensì all’establishment governativa, evidentemente rea di utilizzare il proprio potere tirannicamente, secondo il governo di Ankara.

Non è chiaro se la solidarietà di Erdogan nei confronti del popolo palestinese sia un’escamotage per ammansire la popolazione turca sui rapporti intrattenuti con gli israeliani; Nonostante le innumerevoli discussioni ed i boicottaggi- l’ultimo proprio quest’anno a Davos- la Turchia sembra camminare sul filo sospeso tra due torri, con un equilibrio piuttosto stabile, ma un eventuale passo falso comporterebbe la caduta della Repubblica transcontinentale, in un baratro senza fondo.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati