La Regione contro la ludopatia

“La ludopatia è un fenomeno che affligge oltre 1,3 milioni di persone in Italia”, afferma il Presidente del gruppo consiliare FdI Enoch Soranzo, “e rappresenta una vera e propria dipendenza patologica, con grave malessere psico-fisico, che viene purtroppo affrontata con terapie idonee soltanto nel 10% dei casi. È, nell’insieme, un importante problema di salute ma anche un fenomeno ad alto rischio sociale, con riflessi sulla vita relazionale e lavorativa.” Storicamente ha riguardato in prevalenza uomini di tutte le età, senza differenze di classe sociale, sebbene negli ultimi anni si stia osservando una crescente diffusione anche nella popolazione femminile, per la grande e capillare distribuzione che il gioco d’azzardo ha raggiunto grazie alle politiche di liberalizzazione.
“Il Veneto”, continua Soranzo, “è la terza regione d’Italia per quantità di denaro giocata sulla rete fisica da oltre 30.000 giocatori d’azzardo di cui i patologici dichiarati, cioè quelli che si rivolgono ai servizi pubblici per le dipendenze, rappresentano circa il 10%. Per contrastare questo grave fenomeno, la Regione dal 2019 si è dotata di una Legge di riordino che ha fatto chiarezza mettendo delle limitazioni e stabilendo, ad esempio, distanze minime, orari di apertura, tassazione e sanzioni per contrastare una piaga molto spesso sommersa. Il 2 marzo 2023 è stata discussa in Commissione consiliare Sanità, e sottoposta ad approvazione, la relazione al Consiglio Regionale sull’applicazione delle norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico per il biennio 2020/21, che offre una lettura sistematica dell’insieme di azioni svolte nel periodo pandemico dalle Aziende USLL regionali.”
I numeri post pandemia, riportati nella relazione, parrebbero evidenziare in Veneto una controtendenza rispetto al passato, con una diminuzione sensibile dei giocatori d’azzardo. “In realtà”, aggiunge Soranzo, “le cose non stanno proprio così perché non si è ancora riusciti a quantificare con precisione l’incremento del gioco d’azzardo on line, che nel 2019 rappresentava a livello nazionale il 33% di tutte le giocate e oggi ha abbondantemente superato il 60%. Si parla di “effetto Covid” per sottolineare come la pandemia abbia accelerato moltissimo il canale digitale delle scommesse, che ha superato il tetto dei 70 miliardi di euro sugli oltre 135-140 miliardi incassati nel 2022 dallo Stato.”

Ma se il gioco d’azzardo è un importante ingresso per le casse pubbliche, il prezzo da pagare in termini sociali è davvero alto: l’ampiezza della diffusione della ludopatia e degli effetti nefasti che ne scaturiscono (depressione, attacchi di panico e disturbi associati allo stress) vanno considerati in un’ottica più ampia, che comprende le crisi tra le mura domestiche, la perdita del posto di lavoro, la precarietà finanziaria, i ludopati caduti nella mani degli usurai della criminalità organizzata, fino ai suicidi. Per anni il problema della malattia è stato solo di tipo etico-morale, da tempo è maturata tuttavia la piena consapevolezza che la ludopatia è anche una seria emergenza sanitaria. “È importante sensibilizzare la comunità sugli effetti della ludopatia per intercettare chi non si rivolge al Ser.D”, aggiunge Enoch Soranzo. “Sul fronte delle istituzioni”, continua, “la Regione, come evidenzia la relazione, ha avviato una serie di azioni volte alla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico e al monitoraggio del fenomeno, dando mandato alle Aziende ULSS di sviluppare tutti i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali necessari.”
Se, da un lato, è stato rafforzano il modello di governance, dall’altro sono sorte nuove strategie per intercettare i giocatori che non si rivolgono ai servizi, per sensibilizzare la popolazione e creare una rete territoriale di mutuo aiuto, adottando allo stesso tempo adeguate misure di sostegno sociosanitarie e socioassistenziali. “L’esperienza di questo profondo lavoro di prevenzione dimostra, con dati oggettivi e capillari, che agire sulla rete fisica degli esercizi esistenti ha portato a una diminuzione del 10% delle giocate”, chiosa Soranzo, “una chiara testimonianza di come una Legge Regionale possa davvero essere efficace, specialmente se si fanno scelte politiche coraggiose e determinate per la tutela di famiglie e cittadini. Ora sarà necessario affrontare il tema nuovo e certamente più complesso del canale digitale, che rappresenta oggi il più forte rischio di invito all’azzardo.”

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