Si è concluso in un nulla di fatto l’ordine del giorno con il quale la sinistra europea, recependo le richieste di quella italiana, ha tentato ancora – e ancora senza successo – di attaccare il governo Meloni e di screditarlo agli occhi dei partner europei. Il dibattito intitolato “La lotta contro la rinascita del neofascismo in Europa, anche in riferimento alla parata che si è svolta a Roma il 7 gennaio” pareva aver assunto le sembianze di un vero e proprio processo con il quale mettere alle strette la destra italiana ed europea dopo i fatti di Acca Larentia. Sotto i riflettori la commemorazione serale – scambiata per una parata dalla sinistra – durante la quale membri dell’estrema destra si sono riuniti nel quartiere Tuscolano per ricordare con saluti romani le tragiche uccisioni di tre giovani militanti del Movimento Sociale Italiano avvenute quaranta anni fa. Esponenti di Fratelli d’Italia e del centrodestra aveva già preso le distanze dall’accaduto soprattutto dopo alcune ingiuriose affermazioni di esponenti del PD, come ad esempio quelle della consigliera regionale del Lazio Emanuela Droghei ai danni del governatore Francesco Rocca, reo secondo la dem di non aver preso le distanze da presunti saluti romani avvenuti durante la sua visita istituzionale mattutina. “Se ci fossero stati saluti romani non avrei esitato a stigmatizzarli e a prenderne le distanze – ha dichiarato Rocca – La Droghei ne renderà conto in Tribunale”.
Fallito dunque miseramente il tentativo di innescare una crisi politica su questioni in cui il governo non c’entra nulla, il Partito Democratico ci ha riprovato in Europa, riproponendo il pericolo di una deriva neofascista anche al Parlamento Europeo, ma il risultato, anche in questo caso, è stato misero. La tesi di una perigliosa minaccia di ritorno al passato per l’intera Europa è servita solamente alla sinistra per far parlare di sé, per dare manforte a titoloni sensazionalistici, ma nei fatti nulla di concreto: il dibattito è stato disertato dalla stessa sinistra europarlamentare che l’aveva promosso, non per ragioni di opposizione politica o di protesta, ma a causa dell’ora tarda, più idonea ai tavoli dei ristoranti che a quelli di lavoro. In tutto in Aula sono rimasti una trentina di eurodeputati. Tra questi anche Nicola Procaccini, membro di Fratelli d’Italia e Co-Presidente del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei, che nel suo intervento ha sottolineato la grottesca situazione di una sinistra tanto allarmata dalla deriva fascista da non presentarsi al dibattito: “Quest’aula vuota, disertata dagli stessi parlamentari che hanno voluto questo dibattito, spiega quanto sia più importante per gli antifascisti da salotto trovare posto al ristorante, piuttosto che tra i loro banchi qui, in Parlamento”. L’obiettivo della sinistra, tuttavia, è stato nel frattempo raggiunto: infangare il nome dell’Italia a livello comunitario e internazionale. “Dispiace – ha aggiunto Procaccini – che, come al solito, si presti a questa operazione così spregiudicata anche la sinistra italiana, ancora incapace di comprendere le ragioni del proprio fallimento politico ed elettorale”.
Le tesi di PD e sinistra europea gettano solo fumo negli occhi dei cittadini: solo oggi, dopo quarant’anni di commemorazioni del genere, le opposizioni si risvegliano condannando le commemorazioni di Acca Larentia, ignorando però che anche sotto i loro governi queste si sono svolte normalmente, anzi con adesioni molto più corpose, senza però che nessun giornale utilizzasse litri di inchiostro per condannarle e senza che la magistratura, come pure sarà in questo caso, intervenisse. Perché per quanto anacronistiche e a tratti grottesche possano essere tali manifestazioni, non violano né Costituzione, né legge Scelba, né legge Mancino, in quanto semplici commemorazioni. “In questi oltre 40 anni al governo dell’Italia – ha detto Procaccini – si sono succeduti partiti di ogni colore politico; primi ministri come Draghi e Conte, Craxi e Andreotti, Prodi e D’Alema. Ma la commemorazione di Acca Larentia è rimasta sempre uguale a se stessa. Solo il numero delle persone che fanno il saluto romano è cambiato. Oggi sono alcune decine, mentre in passato erano alcune migliaia”. Fa specie, tuttavia, che la sinistra, piuttosto che interessarsi di questioni molto più urgenti, utilizzi giovani vittime innocenti di odio politico come argomenti per attaccare la destra e il governo Meloni, quando invece sussiste, ancora oggi dopo anni di silenzi, un assoluto bisogno di verità sui fatti di Acca Larentia e su tanti, troppi altri episodi simili. “Avremmo preferito – ha asserito in merito Procaccini – parlare delle vittime del terrorismo politico in quest’aula. Tutte le vittime, di qualunque partito esse siano. Non è stato possibile, perché il Partito Democratico italiano e i diversi gruppi della sinistra europea lo hanno impedito. Evidentemente possono disertare questo dibattito per andare a cena, ma non sono ancora sazi di odio politico. Buon appetito – ha concluso – noi continueremo a nutrirci di rispetto per le idee altrui e di amore per il nostro popolo”. Insomma, da sinistra, che sia italiana o europea, come sempre tanto rumore per niente.