Nella terza e ultima giornata di “Piazza Italia. Sei grande. Tornerai, Roma”, si è affrontata una delle tematiche centrali e più importanti, non solo per la Capitale, ma per tutto il Paese: la famiglia.
A parlarne tre donne, tre madri, che sanno bene oggi quale è il valore della genitorialità: il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Maria Roccella, il Consigliere e Vicepresidente Commissione Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio della Regione Lazio, Maria Chiara Iannarelli, e la senatrice e membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Lavinia Mennuni. A moderare gli interventi il Consigliere di Roma Capitale, Francesca Barbato.
Il titolo del panel è evocativo e pregno di significato: “Tornerai radici”, perché è proprio dalle radici che si deve ri-partire per costruire un futuro migliore. E le radici sono incarnate, prima e sopra tutto, dalla famiglia.
Ed ecco dunque che in un momento storico come il nostro, in cui i giovani troppo spesso sono soggetti alla perdita di riferimenti stabili e coerenti, e in cui la fluidità sembra aver preso il sopravvento, che occorre adoperare una vera e propria trasformazione culturale che riporti la famiglia al centro.
Occorre perciò fare un grande lavoro in questo senso, ma senza “imporre di fare figli”, come ha detto il Ministro Roccella, la quale ha aggiunto che oggi viviamo un paradosso nel quale più un Paese è sviluppato, più bassa è la natalità. “L’Italia faceva più figli in tempo di guerra rispetto ad ora. Dobbiamo quindi capire il perché di questa situazione, e soprattutto dobbiamo aiutare le famiglie- così come stiamo già facendo- a non impoverirsi per soddisfare il desiderio di genitorialità”.
Il Governo Meloni, proprio per questo, sin dall’inizio ha messo in campo una lunga serie di misure a sostegno dei figli e dei genitori, come ad esempio l’aumento dell’assegno unico, il contributo alle madri lavoratrici, l’aumento del congedo parentale, i fringe benefit, asili gratuiti e molto altro, “producendo nel 2024 benefici diretti e indiretti per un totale di oltre 16 miliardi di euro”, come sottolineato sempre dal Ministro.
Ma per continuare questo lavoro è necessario che ci sia una sinergia a tutti livelli, da quello governativo a quello regionale a quello comunale. Questo è quanto ribadito anche dal Consigliere Iannarelli, che ha altresì confermato come sia necessario, ora più che mai, impegnarsi affinché il concetto di famiglia riacquisti il suo posto primario, perché “fare famiglia non è un condizionamento in negativo, ma è quella rete che ci sostiene e di cui abbiamo bisogno.” La famiglia, insomma, è il perno della società, è quella base naturale da cui l’intera comunità inizia e progredisce.
La senatrice Mennuni ha poi sottolineatoche “dobbiamo fare una grande trasformazione culturale per rimettere al centro il valore della genitorialità, della paternità e della maternità”, perché,drammaticamente, una nazione che non fa figli è una nazione destinata a sparire. “E noi invece vogliamo famiglie numerose e felici”, ha dichiarato.
Ecco dunque che proprio da Roma parte un messaggio forte e importante: restituire alla famiglia il suo ruolo centrale nella costruzione del futuro della nostra società. È questo un argomento che, oggi più che mai, deve trovare spazio non solo nel confronto nazionale, ma anche e soprattutto a livello comunale, ossia là dove si giocano le prime cruciali battaglie sociali.
Roma, oggi amministrata da una giunta targata PD, sta purtroppo imboccando una deriva pericolosa: si tenta di normalizzare ciò che normale non è, di far passare per lecito ciò che stravolge le basi naturali e culturali su cui si fonda la nostra civiltà. Sotto la retorica dell’inclusione, si impongono visioni ideologiche estreme che puntano a cancellare l’identità, il senso del limite, il ruolo educativo della famiglia.
Ed è soprattutto la scuola, luogo sacro di crescita e formazione, che rischia di trasformarsi in un laboratorio di sperimentazioni ideologiche. Ai bambini – persino ai più piccoli – si vogliono imporre teorie sul genere, cancellando ogni riferimento biologico e culturale. E, addirittura, si pretende che le educatrici frequentino corsi che promuovono la visione di “uno, nessuno, centomila generi”, per dirla come Pirandello. Ma questo non è pluralismo: è imposizione. Ed è inaccettabile.
Roma, la nostra Roma, Caput Mundi, non può accettare una simile deriva. Deve invece tornare ad essere faro di civiltà, cultura, equilibrio. Da Roma può e deve partire una nuova trasformazione culturale, che metta al centro la famiglia, cellula fondamentale della società, luogo dove si trasmettono valori, identità, responsabilità.
Come ricordava con forza San Giovanni Paolo II: “Dalla famiglia dipende il destino dell’uomo, la sua felicità, la capacità di dare senso alla sua esistenza. Il destino dell’uomo dipende da quello della famiglia ed è per questo che non mi stanco di affermare che il futuro dell’umanità è strettamente legato a quello della famiglia”. Ed è proprio così. Perché senza famiglia non c’è società, non c’è educazione. Non c’è futuro. Ecco perché credere nella famiglia oggi significa costruire il nostro domani, riscoprendo la bellezza del progetto familiare, rafforzando i legami, valorizzando il ruolo di madre e di padre, e proteggendo i bambini da ogni forma di indottrinamento.
È questa la sfida che Fratelli d’Italia è prona ad affrontare, per restituire a Roma, oggi drammaticamente devastata da una mala-amministrazione di sinistra, lo splendore che le appartiene, per tornare, letteralmente, a ri-nascere.