I legislatori ungheresi hanno votato 130 a 50 a favore di una risoluzione che incarica il governo del Paese di spingere per una serie di riforme strutturali a livello dell’UE, tra cui una rielaborazione del Parlamento dell’Unione, e di far adottare alla UE “radici e cultura cristiane”.
La risoluzione approvata incarica inoltre il governo del Paese di costringere l’Unione a restituire i poteri ai singoli Stati membri e ad assumere una posizione ideologicamente neutrale nelle sue operazioni, in un momento in cui l’Unione Europea sta cercando di spingere verso un’ulteriore federalizzazione.
Secondo un articolo del Magyar Nemzet, l’attuale struttura dell’UE non è adatta a gestire le conseguenze della guerra in Ucraina e le crisi provocate dalle sanzioni alla Russia.
“Come risultato della guerra e delle decisioni sconsiderate sulle sanzioni contro la Russia, l’Europa è entrata in un’era di crisi e incertezze, ma l’attuale quadro dei trattati dell’UE non è adatto a servire da base per la cooperazione in quest’epoca”, si legge nella risoluzione.
“La democrazia europea deve essere condotta fuori dal vicolo cieco in cui il Parlamento europeo l’ha condotta”, si legge ancora nella risoluzione. “L’Unione europea deve cambiare perché è impreparata alle sfide del nostro tempo”.
A tal fine, le autorità ungheresi stanno ora spingendo affinché il Parlamento dell’UE sia composto da rappresentanti nazionali scelti a mano dai funzionari dei singoli Stati nazionali, un cambiamento nella direzione opposta rispetto al futuro delle elezioni transnazionali che gli eurocrati di Bruxelles desiderano tanto.
La risoluzione chiede inoltre che il blocco abbandoni i suoi sogni di ulteriore unità strutturale, che vieti l’assunzione di altro debito a livello UE e che la Commissione europea sia politicamente e ideologicamente neutrale, oltre a una serie di altre riforme.
