Il 4 luglio 2025, mentre gli Stati Uniti celebravano l’Independence Day, Elon Musk ha annunciato la nascita dell’America Party, un movimento politico che punta a sconvolgere il sistema bipartitico americano. Registrato presso la Commissione elettorale federale il giorno successivo, il partito arriva sulla scia dell’approvazione del “Big Beautiful Bill”, una legge di bilancio da oltre 3.300 miliardi di dollari che Musk ha criticato aspramente, considerandola un esempio di spreco e cattiva gestione. Sebbene cittadino statunitense, Musk non può candidarsi alla presidenza perché nato in Sudafrica, ma il suo progetto sembra mirare a contrastare indirettamente Donald Trump, con cui i rapporti si sono raffreddati, e a offrire un’alternativa per le elezioni di midterm del 2026. Quali sono le prospettive di questa iniziativa, e come potrebbe influire sul panorama politico?
La genesi dell’America Party: una reazione al “Big Beautiful Bill”
La creazione dell’America Party è strettamente legata alla delusione di Musk per le scelte politiche recenti, in particolare l’approvazione del “Big Beautiful Bill”. Dopo aver guidato il Department of Government Efficiency (DOGE), Musk si aspettava riforme incisive per ridurre la spesa pubblica, ma il gigantesco pacchetto di bilancio, sostenuto da una parte dei repubblicani, ha segnato una frattura. Pur non attaccando direttamente Trump, Musk ha lasciato intendere che il partito nasce per colmare un vuoto, rivolgendosi a elettori stanchi della polarizzazione: imprenditori, innovatori, giovani e indipendenti. L’America Party promette un governo snello, innovazione tecnologica e responsabilità fiscale.
Il bipartitismo USA: un sistema difficile da scalfire
Il sistema politico statunitense è dominato da repubblicani e democratici da oltre un secolo e mezzo, grazie al sistema elettorale uninominale a turno secco. Come teorizzato dal politologo Maurice Duverger, questo meccanismo disincentiva il voto per terzi partiti, spingendo gli elettori a scegliere il “male minore” tra i due colossi. La storia americana è piena di esempi di movimenti che, pur ottenendo consensi, non sono riusciti a spezzare il duopolio. Ross Perot, con il 19% dei voti nel 1992, e Ralph Nader, che influenzò le elezioni del 2000, dimostrano che i terzi partiti possono alterare gli equilibri senza conquistare il potere. Musk sembra puntare a un impatto strategico, concentrandosi su collegi chiave per amplificare l’influenza del suo partito senza mirare a una vittoria totale.
Una strategia mirata per le midterm 2026
Le elezioni di midterm del 2026, che rinnoveranno tutti i 435 seggi della Camera e un terzo dei 100 seggi del Senato, saranno il primo banco di prova per l’America Party. Musk ha dichiarato di voler competere in un numero limitato di collegi – 3-4 al Senato e 10-12 alla Camera – in Stati chiave come Arizona, Nevada, Wisconsin e Georgia. Le proiezioni preliminari suggeriscono che il partito potrebbe ottenere tra il 7% e il 12% dei voti in queste aree, abbastanza per influenzare gare serrate. Con le sue ingenti risorse finanziarie e la capacità di veicolare messaggi tramite X, Musk può orchestrare una campagna mediatica potente, ma la costruzione di una rete organizzativa capillare rimane una sfida. La sua strategia, ispirata a un approccio quasi militare, punta a colpire con precisione per massimizzare l’impatto.
Impatti potenziali e rischi
L’America Party potrebbe attrarre un elettorato trasversale, in particolare giovani, indipendenti e tecnologicamente progressisti, sedotti dalla visione di Musk. Tuttavia, la sua presenza rischia di frammentare il voto in collegi competitivi, con effetti incerti. Alcuni analisti ritengono che il partito possa indirettamente favorire i democratici, sottraendo consensi ai repubblicani negli Swing States. I repubblicani, che mantengono una presenza significativa al Congresso, vedono nell’iniziativa di Musk una complicazione, soprattutto dopo le tensioni legate al “Big Beautiful Bill”. Charles Kupchan, politologo, sottolinea che il bipartitismo è una barriera formidabile, ma riconosce che Musk potrebbe ridisegnare il dibattito su temi come tecnologia, efficienza e governance. Non potendo candidarsi alla presidenza, poiché nato fuori dagli Stati Uniti, Musk potrebbe sostenere un candidato per il 2028, usando le midterm come trampolino per costruire una base solida.
Il contesto: un’azione in contrasto con Trump
Sebbene Musk eviti attacchi frontali a Trump, l’America Party appare come una risposta indiretta alle politiche del Presidente Trump, in particolare alla sua acquiescenza verso un bilancio che Musk considera insostenibile. La decisione di lanciare il partito subito dopo l’approvazione del “Big Beautiful Bill” non sembra casuale: Musk vuole posizionarsi come un’alternativa per chi, pur condividendo alcune idee conservatrici, è deluso dalla direzione attuale. Questo approccio gli permette di capitalizzare sulla sua popolarità senza alienare completamente l’elettorato repubblicano, ma rischia di creare tensioni con i sostenitori di Trump, che vedono nel partito una minaccia alla coesione del movimento conservatore.
Un esperimento ad alto rischio
L’America Party di Elon Musk è un progetto ambizioso che cerca di sfruttare il malcontento verso il sistema politico tradizionale. La vera sfida, ancora prima di quella elettorale, è determinante per capire se Musk – e l’esperimento dell’America Party, ha il potenziale per catalizzare un cambiamento nel discorso pubblico, offrendo un’alternativa per chi cerca innovazione nel panorama politico. Le midterm del 2026 saranno cruciali: un successo, anche limitato a pochi seggi, potrebbe consolidare il partito come attore rilevante. Tuttavia, il bipartitismo statunitense rimane un ostacolo imponente, e l’iniziativa di Musk, pur non apertamente ostile a Trump, sembra voler segnare una distanza dalla sua leadership.