«Il Comune di Pisa ha deciso di modificare il masterplan per la riqualificazione di Sant’Ermete, un quartiere di Pisa, cercando di rimediare ai ritardi originati dalla precedente amministrazione PD, con il suo assessore Ylenia Zambito, nella gestione di alcuni cantieri, per i quali i lavori dovevano essere già arrivati di fatto alla conclusione, mentre invece è stato necessario reperire ulteriori risorse e rivedere progetti e piani di sviluppo». Questo fa sapere l’assessore Raffaele Latrofa, che continua: «Dobbiamo mettere mano al masterplan per renderlo uniforme con quanto è stato realizzato finora, che invece non rispecchia i piani allegati alla delibera del 2013, quando ancora c’era la vecchia amministrazione».
L’obiettivo della delibera recentemente adottata dalla Giunta pisana è di far ripartire il cantiere dei 33 alloggi a Sant’Ermete. Quello, per intenderci, in cui l’ex direttore di Apes, secondo il Comune, ha ratificato un ribasso del 43% dei prezzi a base di gara per far fronte ai nuovi costi previsti per la costruzione degli alloggi, che non avrebbero reso sufficiente il finanziamento stanziato negli anni precedenti.
«Un pasticcio dal quale si è usciti» assicura Latrofa «ricomponendo la commissione tecnica composta da rappresentanti di Regione, Apes e Comune, e rimodulando il piano degli interventi. Con la Regione, e in particolare con l’assessore Barbara Spinelli, c’è la massima condivisione sul nuovo percorso intrapreso: completeremo i 33 alloggi, andando a gara nel primo semestre del 2023, e riqualificheremo le stecche più basse senza demolirle, passando, dagli attuali 20, a 27 appartamenti. II nuovo masterplan terrà conto in particolare dei contenuti del Piano di indirizzo territoriale e del Piano paesaggistico regionale, del Regolamento Urbanistico vigente e del Piano Strutturale Intercomunale adottato. In particolare, gli elaborati del Piano Strutturale prevedono espressamente di completare gli interventi di riqualificazione degli insediamenti popolari di Sant’Ermete, attraverso l’attivazione di progetti di rigenerazione urbana orientati a valorizzare e favorire la qualità e riconoscibilità dell’architettura contemporanea e la qualità degli spazi aperti urbani. La demolizione dei fabbricati esistenti prevista dal masterplan approvato nel 2013 è oggi subordinata agli esiti della verifica di interesse culturale, visto che gli immobili hanno più di 70 anni. Ma nei nuovi alloggi, che sorgeranno in seguito alla riqualificazione di parte degli edifici esistenti, ci saranno abitazioni di dimensioni superiori a quelle del masterplan già approvato, e quindi più rispondenti alle esigenze degli abitanti del quartiere».
Raffaele Latrofa conclude con una stoccata: «Anche l’università di Firenze, nel 2015, aveva evidenziato le criticità dell’operazione pensata dall’allora giunta Filippeschi, definendo quel masterplan “un modo di fare città ormai superato”. C’era il tempo, insomma, per correggere il tiro, ma non fu fatto. Il punto è quindi anche politico e per questo Latrofa “sfida” la Zambito a confrontarsi pubblicamente davanti alla città, e carte alla mano, sulle responsabilità dei ritardi nella consegna degli alloggi e per avere chiarimenti su diversi atti pubblici da lei firmati durante il suo mandato: non bastano i post elettorali su Facebook per affrontare un tema tanto delicato che ha ricadute concrete sulle persone. Per questo confronto noi siamo pronti anche domani».