Le cantonate di Nextquotidiano sulla moneta e i minibot

Il dramma che viveva l’Italia dall’inizio del ‘900 fino al secondo dopoguerra era il tasso d’analfabetismo nella popolazione. A distanza di un secolo il Belpaese vive invece il dramma dell’analfabetismo monetario, come ben dimostra – a sua insaputa – il giornale online “Next” con un articolo in cui in maniera gratuita e maldestramente ideologica, attacca Giorgia Meloni rea di aver fatto un post che faceva semplicemente notare come ad una multinazionale come Facebook sia concesso il privilegio di creare un mezzo di scambio mentre ad allo Stato italiano si vorrebbe (senza alcuna base giuridica seria) negare il diritto di emettere dei titoli di piccolo taglio per pagare i propri debiti.

Nell’articolo in questione, il giornale online si avventura in una divertente spiegazione sul valore intrinseco e il valore fiduciario, spiegando come l’euro sia una moneta che ha valore “fiduciario” perché si basa sulla fiducia nei confronti dell’emittente (la banca centrale, ovvero lo Stato che la emette). Mentre la Libra di facebook sarebbe una moneta dal valore intrinseco esattamente come l’oro perché, dicono i nostri,“sarà garantita da asset reali”. Gli asset reali a cui si riferiscono sono gli euro e – udite udite – i titoli di Stato! Già questa supercazzola di tognazziana memoria basterebbe a comprendere il cortocircuito in cui i ragazzotti di Next sono finiti, ma andiamo per ordine.

“Libra però, come abbiamo visto, sarà garantita da asset reali. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che quando il signor Rossi chiederà (poniamo, in caso di parità di valutazione) 100 libra in cambio di 100 euro, gli euro verranno impiegati per comprare (ad esempio) titoli di Stato a basso (ma sicuro) rendimento.”
https://www.nextquotidiano.it/giorgia-meloni-differenza-tra-libra-minibot-e-bitcoin/

Dire che la Libra ha valore intrinseco perché è garantita da una moneta con valore fiduciario, ricorda molto la favola del prode barone di Munchausen, quello che pretendeva di sfuggire dalle sabbie mobili tirandosi su per il proprio codino. Il valore cosiddetto intrinseco è un valore legato al materiale di cui è composto, tanto che i monetaristi della domenica di Next portano proprio l’esempio dell’oro: “Un esempio: l’oro ha un valore intrinseco perché è accettato e scambiato ovunque in base al suo peso”. Seguendo il ragionamento, la criptovaluta di facebook dovrebbe avere valore “reale” in base al “peso” dei bit elettronici da cui è composta, invece per giustificare il valore “reale” della Libra e non scadere nel grottesco Next vira proprio sull’euro e sui Titoli di Stato, ovvero su “monete” che hanno valore fiduciario. Ma c’è di più.

Quelli di Next fanno notare come la Meloni che paragona le criptovalute ai minibot stia implicitamente ammettendo che il minibot è una moneta, cadendo quindi in contraddizione (Ah! quindi è una moneta! T’ho beccato!). Se quelli di Next avessero letto l’Etica Nicomachea e la Politica di Aristotele, non sarebbero caduti in un errore logico così grottesco perché come insegna lo Stagirita di ogni cosa si può far moneta. Quindi sì, è abbastanza evidente che il minibot è una moneta in senso stretto, ma non è una moneta a corso legale, esattamente come la Libra, il Bitcoin e tutte le altre. Cos’è il corso legale? Lo spieghiamo in breve agli articolisti di Next: la moneta a corso legale è quella moneta che si impone per legge nelle transazioni commerciali. In poche parole l’Euro. Se andiamo a mangiare una pizza, il ristoratore se vuole essere pagato è obbligato ad accettare l’Euro. Viceversa può rifiutarsi di essere pagato in Libre, in Minibot o in buoni pasto, perché non sono monete a corso legale. E’ abbastanza semplice no?

Lo Stato nell’emettere piccoli titoli per saldare i debiti, può proporre il pagamento in minibot, ma non può obbligare nessuno ad accettarli. Perché altrimenti si porrebbe fuori dal TFUE. Ecco perché i Minibot non sono una moneta come l’Euro, ma sono una moneta come lo sono anche i buoni pasto o addirittura i punti che si accumulano in una fidelity card di un qualsiasi supermercato.

Ma la vera cantonata presa da Nextquotidiano è nella definizione di valore fiduciario, quando dicono: fiducia nei confronti dell’emittente (la banca centrale, ovvero lo Stato che la emette)”. Secondo loro l’Euro ha valore perché si ha fiducia nell’emittente, quindi è l’emittente a garantirne il valore. In realtà il valore della moneta è dato dagli accettatori, non da chi la stampa. Siamo noi a dare valore alla moneta, perché siamo disposti a cedere beni e servizi nelle nostre disponibilità in cambio di un pezzo di carta colorato perché sappiamo che anche gli altri saranno disposti a fare altrettanto. Il valore della moneta nasce per convenzione. Se mettessimo Mario Draghi a stampare moneta in un’isola deserta non nascerebbe alcun valore perché mancano gli accettatori. Dire poi “la banca centrale, ovvero lo Stato che la emette” è un’altra castroneria da incorniciare, perché anche i somari sanno che lo Stato non può emettere moneta a corso legale. Può però emettere Titoli di Stato, nei tagli che esso stesso ha il potere di definire. Piaccia o meno agli apologeti dell’Euro e del debito che si porta dietro.

 

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