Le destre portano il fascismo, ma a morire sono i conservatori

Le sinistre italiane e tutti i loro supporter sparsi qua e là nei media, avendo sempre meno argomenti costruttivi da contrapporre in alternativa di fronte agli avversari, hanno bisogno di agitare spauracchi in continuazione ed identificare, non dei concorrenti politici da cercare di sconfiggere con le armi convenzionali della democrazia, ma dei nemici da demonizzare, da descrivere come pericoli pubblici e da abbattere con tutti i mezzi a disposizione, anche con quelli poco leciti. Lo spettro del fascismo torna sempre utile nelle battaglie di retroguardia del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di altri compagni al seguito, e non importa che i regimi fascisti e nazisti, quello italiano e gli altri in Europa, siano ormai Storia dal 1945. Le camicie nere sono lì, dietro l’angolo, resuscitate dai governi conservatori di Giorgia Meloni in Italia, di Donald Trump negli Stati Uniti e di Benjamin Netanyahu in Israele, oppure, da partiti conservatori e patriottici in crescita elettorale nel Vecchio Continente, i terribili e temibili sovranisti, come il Rassemblement National di Marine Le Pen. Accostare Netanyahu, il premier dello Stato ebraico, alle camicie nere o ancora peggio, brune, è un esercizio abbastanza ardito, ma si arriva anche a questo. A sentire le sinistre e le loro marionette televisive, staremmo vivendo in un’epoca buia e caratterizzata da uno spostamento sempre più a destra dei popoli occidentali, i quali, ovviamente intontiti dalla propaganda dei populisti neri, non si stanno accorgendo di tornare agli anni Trenta. Semmai, il periodo è cupo solo per lor signori perché finalmente alcuni dogmi ideologici imposti dalla cordata globale radical-chic, (immigrazioni senza regole, cambiamento climatico, rivendicazioni woke e gender), vengono messi in discussione, non solo da sparuti partiti di opposizione, bensì da primi ministri come Giorgia Meloni e da presidenti come Donald Trump. La sinistra è confusionaria, ma anche stupidamente autoritaria, un po’ alla Nicolas Maduro, e non accetta che ciò che ha imposto a livello mediatico subisca delle revisioni, quindi, urla al fantasma fascista. Non che le altre sinistre occidentali, in Europa e oltreoceano, siano poi tanto diverse dal PD e dalle sue ossessioni ideologiche illiberali, infatti, negli USA non manca chi parla di Trump come dell’Adolf Hitler di questo tempo. Perciò, vivremmo in un mondo in orbace con fascisti e nazistoidi dappertutto. Seguendo il ragionamento malato, ossia, conservatori uguale fascisti, dobbiamo però riscontrare come questi camerati dell’era digitale non siano ancora riusciti, per così dire, a prendersi il pianeta e a militarizzarlo perché sono loro a morire assassinati. C’è paura a causa di Trump, Meloni, Netanyahu ed altri, ma a lasciarci la pelle sono persone vicine a Trump, Meloni, Netanyahu ed altri. Come si spiega? L’attivista conservatore americano Charlie Kirk, come purtroppo è noto, è stato strappato dalla vita e dalla famiglia a soli 31 anni per le sue idee politiche e per il suo essere troppo bianco con moglie e figli non conformi per le follie woke e gender, troppo cristiano e troppo conservatore. Ma ricordiamo anche un altro giovane leader conservatore, ucciso come Kirk da colpi di arma da fuoco in un evento pubblico. Il 39enne candidato di destra alla presidenza in Colombia Miguel Uribe Turbay, davanti al quale le sinistre globali, già piuttosto taciturne per l’assassinio di Charlie Kirk, non hanno speso una benché minima parola. Altro che mondo fascista, qui una determinata campagna denigratoria e infamatoria, prodotta dalla galassia radical-chic mondiale, politica e giornalistica, sta armando le mani di alcuni pazzi come quelli che prediligono le pallottole con sopra impressa la scritta “Bella Ciao”. Charlie Kirk ha lasciato questa vita terrena a causa di un proiettile simile perché il suo killer è evidentemente attratto dall’antifascismo comunista italiano. Nonostante il sangue già versato di Kirk, alcuni, Roberto Saviano e Piergiorgio Odifreddi, non mollano il cammino dell’odio personale. In fondo, dicono, Kirk era un suprematista, un razzista, e se l’è cercata. Manteniamo alto il livello di attenzione anche in Italia perché qui il morto non è ancora scappato, ma la premier Meloni ha già ricevuto minacce inquietanti e le sedi di Fratelli d’Italia e di alcuni giornali come Libero, Il Tempo e Il Giornale sono state destinatarie di pericolose intimidazioni. 

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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