Un’altra figuraccia per il PD e per Elly Schlein, che in Abruzzo continua a raccontare di una sanità al collasso per colpa del governo Meloni. Ma nessuno più ci crede, neppure pazienti e dirigenti della Asl di Pescara, dopo che era giunta la notizia della volontà, da parte dell’italo-svizzera, di visitare la struttura sanitaria di Popoli. “La visita è inopportuna al momento, contrasta con le ragioni di tutela di salute e di ordine igienico nonché con la necessaria riservatezza e serenità dei pazienti, impegnati in percorsi complessi e densi di sofferenza”: questa la sentenza del direttore della Asl di Pescara Alterio Fortunato, che in poche ermetiche parole ha dato a Schlein e ai dem una lezione non solo sanitaria e morale (non si destabilizzano, fisicamente e psichicamente, i pazienti di un ospedale) ma anche e soprattutto politica. Non si fa propaganda sulla pelle dei pazienti.
I dem erano già pronti a presentarsi nelle corsie degli ospedali, raggiungere i pazienti più fragili e incolpare il centrodestra, nazionale e locale, della loro condizione. Purtroppo per loro, però, il “ti piace vincere facile” questa volta è stato rimandato, rilevando soprattutto che quelle di Schlein sullo stato della sanità sono perlopiù fake news. Chissà con quale coraggio Elly Schlein aveva programmato di visitare proprio il centro di Popoli, dopo che, come rivelato dall’assessore abruzzese alla Salute, “il PD voleva chiudere l’ospedale di Popoli”. Chissà se cinque anni fa, in occasione della scorsa campagna elettorale, al PD venne per caso in mente di visitare Popoli. Comunque, fu grazie al centrodestra se poi, una volta salito al potere, Popoli acquistò nuova linfa, rigenerando il pronto soccorso che i dem nel 2016 avevano smantellato.
È inutile, nonché moralmente sleale, fare propaganda su pazienti e carenze ospedaliere. L’Abruzzo affronta le stesse difficoltà che ogni Regione ha e, sorvolando sul fatto che negli ultimi dieci anni la sinistra ha governato la Nazione e la gran parte delle Regioni chiedendo solo ora al centrodestra di risolvere problemi mai affrontati o almeno mai risolti nelle legislature precedenti, a rilevare deve essere il cambio di passo che pure in fatto di sanità si è conosciuto nei primi 16 mesi di governo Meloni: a livello locale, sono 6500 le nuove assunzioni volute da Marsilio, 76 milioni i fondi stanziati per risolvere le liste d’attesa e 3 gli ospedali in costruzione; a livello nazionale, poi, a fronte delle ultime due legislature (a guida PD e 5 stelle) che hanno conosciuto un taglio della spesa sanitaria pari a 40 milioni in totale, il governo Meloni ha invece invertito il trend, facendo arrivare la spesa per i prossimi tre anni a 139 miliardi. Molto meglio dei 115 dell’epoca pandemica.