Le Figaro. Giorgia Meloni, un anno di rivoluzione conservatrice a passi misurati

Durante il suo primo anno di mandato, la Presidente del Consiglio italiana ha rassicurato i mercati ed è riuscita a non alienarsi l'elettorato centrista, conservando il sostegno dei suoi sostenitori di destra, scrive Le Figaro in una inchiesta sul primo anno di Governo Meloni di cui riportiamo alcuni stralci

“Cauta, attenta alle critiche e chiaramente ansiosa di non farsi coinvolgere in inutili polemiche, Giorgia Meloni si preoccupa di rassicurare.” Scrive il quotidiano francese, tracciando il profilo del Presidente del Consiglio italiano al primo giro di boa del suo esecutivo.

“Il giorno dopo la sua elezione, – continua Le Figaro – ha ascoltato le preoccupazioni espresse da diversi leader europei. “Alcune erano legate alla posizione dei suoi due alleati, la Lega e Forza Italia, i cui leader mantenevano relazioni piuttosto forti con la Russia di Putin. Altre erano legate all’orientamento politico del suo partito, Fratelli d’Italia (FdI). Sebbene il movimento post-fascista da cui è emerso FdI sia da tempo rientrato nell’arco costituzionale, ha dovuto mostrare le sue credenziali”, osserva Leo Goretti, esperto del think tank Istituto Affari Internazionali.”

Un lungo periodo di luna di miele con l’elettorato
“Alla fine di questo primo anno, possiamo dire che Giorgia Meloni ha superato la prova”, riassume Massimo Franco, editorialista di punta del Corriere de la Sera interpellato dai francesi. “Lo scorso giugno, la calorosa accoglienza ricevuta da Joe Biden durante la sua visita a Washington ha coronato questo processo di “normalizzazione”.

Secondo un sondaggio condotto da Ipsos Italia, all’inizio di ottobre il Presidente del Consiglio aveva il 42% di opinioni favorevoli. Quanto al suo partito, è in testa con il 29,8% delle intenzioni di voto – quattro punti in più rispetto alle elezioni legislative del settembre 2022. “Gli ultimi governi ci hanno abituato a un periodo di luna di miele molto più breve”, osserva Nando Pagnoncelli, direttore generale dell’istituto di sondaggi. A suo avviso, Giorgia Meloni sta sfruttando sia la sua buona immagine personale che le fratture nell’opposizione.

I mercati sono stati tranquillizati

Quando è arrivata al potere, la coalizione di destra ha avuto poco spazio di manovra. “Tra gli effetti della pandemia e i debiti contratti dai nostri predecessori, ci siamo trovati in una situazione molto delicata”, afferma Francesco Filini, deputato di FdI e stretto sostenitore del Presidente del Consiglio. E poi c’è lo “spread”… Un decennio dopo che il suo successo precipitò la caduta del governo Berlusconi, gli italiani stanno nuovamente esaminando questa misura del differenziale tra il rendimento dei loro buoni del tesoro e quello dell’equivalente tedesco. Con l’approvazione della sua prima legge finanziaria, nell’autunno del 2022, Giorgia Meloni è riuscita innanzitutto a tranquillizzare i mercati abbandonando alcune promesse fatte in campagna elettorale di riportare il deficit sotto controllo – sulla scia dell’ortodossia sostenuta da Mario Draghi. “Questo governo non vuole sperperare un solo centesimo dei soldi degli italiani”, assicura Francesco Filini.

Non potendo, almeno per il momento, ringraziare i piccoli imprenditori che l’hanno portata al potere, Giorgia Meloni sta cercando di rimediare occupando il terreno dell’identità e dei valori. All’opposizione, la focosa oratrice era solita prendere di mira “le lobby LGBT”, “l’ideologia gender”, “il fondamentalismo climatico” e occasionalmente denunciava “l’aumento della violenza etnica”. Dopo la sua vittoria, ha attenuato il suo linguaggio, ma il Presidente del Consiglio non ha rinunciato a cercare di realizzare un “cambiamento culturale”. In occasione di un recente “vertice demografico” organizzato dall’Ungheria di Viktor Orban, ha avvertito: “Viviamo in un momento in cui tutto ciò che ci definisce è sotto attacco: la nostra identità nazionale, la nostra identità familiare, la nostra identità religiosa. Ma senza questa identità, siamo solo strumenti nelle mani di chi vuole usarci”.

La battaglia per la famiglia
Eugenia Roccella, nominata a capo del nuovo Ministero per la Famiglia, le Nascite e le Pari Opportunità, incarna questa promessa conservatrice. La settantenne madre di due figli, ex femminista e attivista a favore dell’aborto, ha cambiato schieramento negli anni ’90 per aderire al partito di destra di Silvio Berlusconi. Da allora, si è trasformata in un’ardente sostenitrice della famiglia tradizionale. Ostile al patto sulle unioni civili adottato nel 2016, molto cauta sulle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, contraria all’alleggerimento delle condizioni di accesso all’aborto… A dimostrazione dell’importanza attribuita al suo portafoglio, occupa un vasto ufficio in un edificio adiacente alla Presidenza del Consiglio. Quello che il governo vuole”, dice con un tono piacevole, anche se un po’ guardingo, “è rimettere il valore sociale della maternità al centro delle nostre politiche”.

Incaricata dal suo capo di arginare l’erosione demografica in atto da decenni, Eugenia Roccella sostiene di voler restituire alle donne italiane il desiderio e i mezzi per avere figli. “Quando glielo chiediamo, dicono di volerne in media due. Ma quando si guardano le statistiche, ci si rende conto che molte donne ritardano o rinunciano perché hanno altre aspettative”, sottolinea il ministro che, per contrastare questo fenomeno, dice di volersi ispirare alla politica familiare francese. “L’aumento degli assegni per le famiglie numerose è stata una delle prime misure approvate dal nostro governo. Ma vogliamo anche intervenire sull’equilibrio tra lavoro e vita privata, incoraggiare le aziende a promuovere l’occupazione femminile e promuovere l’armonizzazione dei salari in modo che le donne non siano penalizzate al rientro dal congedo di maternità”.

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