Sul caso Chico Forti, il campione di windsurf rimpatriato dal Governo Meloni dopo 26 anni di detenzione nel carcere di Miami, condannato per l’omicidio di Dale Pike avvenuto nel 1998, è stata l’occasione giusta per la sinistra per dare sfoggio di tutta la sua ipocrisia e per dimostrare come, nel giro di pochi mesi, una narrazione del tutto a favore dell’ex velista italiano possa aver subito una totale trasfigurazione solo perché il suo rimpatrio è stato possibile grazie a un governo di centrodestra.
La metamorfosi del Fatto Quotidiano
Il 19 maggio 2024, all’indomani del rientro in Italia di Chico Forti, il Fatto Quotidiano dedica alla vicenda un articolo che occupa la prima pagina del giornale dal titolo “Benvenuto assassino”. La premier Giorgia Meloni viene accusata di voler “spettacolarizzare” il rientro in Italia del connazionale, sempre dichiaratosi innocente, condannato all’ergastolo negli Stati Uniti con l’accusa di omicidio. In particolare il quotidiano diretto da Marco Travaglio imputa alla presidente del Consiglio la “tentazione” “di rivendicare la credibilità internazionale dell’Italia dopo anni di richieste dei precedenti governi – da quello di Mario Monti a Giuseppe Conte”. “La propaganda di governo – si legge ancora – per tutto il giorno ruota sulla “ritrovata credibilità internazionale” dell’Italia, tanto che Palazzo Chigi diffonde uno spin ufficioso per ricordare i negoziati degli ultimi anni “senza arrivare al risultato di oggi” dovuto “all’autorevolezza del governo”. Ed evidentemente è proprio questo che brucia a chi detta la linea editoriale del giornale in questione, visto che nel 2020, quando ad annunciare il ritorno in Italia di Chico Forti era stato l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, (annuncio che poi non ha avuto seguito), i toni scelti dal giornale erano ben diversi.
Andando a guardare gli articoli del Fatto Quotidiano del dicembre 2020, mese in cui Di Maio, ministro degli Esteri del governo Conte II annunciò il rientro in Italia di Chico Forti, il giornale diretto da Marco Travaglio ci teneva a sottolineare che Chico Forti si era “sempre dichiarato innocente”. Sempre sul Fatto, il giornalista e scrittore Michele Giordano, paragonava il caso Forti al film Fuga di mezzanotte (’78) “che racconta la storia vera di Billy Hayes, studente hippy americano arrestato nel 70 all’aeroporto di Istanbul per possesso di hashish e finito per cinque anni in tre carceri turche dall’ultima delle quali riuscì a evadere dopo aver vissuto l’inferno”. Ma sottolineava: “La differenza è che Hayes era colpevole (anche se gli diedero un esagerato ergastolo) e invece Forti, pure lui condannato al carcere a vita, si è sempre dichiarato innocente dell’omicidio dell’australiano Dale Pike (…)”. Insomma, altro che “assassino”. Quando a voler accogliere in Italia Forti era Di Maio si insisteva sul fatto che l’ex produttore televisivo si fosse “sempre dichiarato innocente”.
Lo stesso Marco Travaglio, in un editoriale del 28 dicembre 2020, a proposito del caso Forti, redarguiva simpaticamente Luigi Manconi, il quale aveva commentato l’annuncio di Di Maio su Forti come “l’atteso risveglio della politica” senza però nominare l’allora ministro degli Esteri grillino. “Quella politica chiamata Di Maio”, specificava quindi il direttore del Fatto. Anche in questo caso, nessuna sentenza sulla colpevolezza di Forti, che oggi viene definito “assassino” dal suo quotidiano, forse perché a riportarlo in Italia non è stato Di Maio ma Giorgia Meloni.
Il PD non esulta più
Andando a scavare nel passato, i giornalisti del Fatto non sono gli unici ad aver cambiato le proprie posizioni sul caso di Chico Forti. Nel 2020 spicca il post sulla pagina dei deputati del Pd: “Chico Forti rientrerà in Italia. Una gran bella notizia, un gran bel regalo di Natale. Il frutto di un gran lavoro di diplomazia. Da 20 anni Chico è detenuto negli USA tra tantissimi dubbi e ora beneficerà della Convenzione di Strasburgo riabbracciando finalmente i suoi cari. Ti aspettiamo Chico!”. Oggi che Forti è tornato in Italia non si registra lo stesso entusiasmo.
Da segnalare anche la giravolta della giornalista, storico volto del Tg1, Tiziana Ferrario. Il giorno del ritorno di Chico Forti scrive su Twitter: “Premier #Meloni avrei scelto un profilo molto +basso per il rientro in Italia di #ChicoForti condannato all’ergastolo negli Usa e che sconterà qui il resto della pena in galera. Perchè tutto questo entusiasmo? C’è lo dovrebbe proprio spiegare. Non crede nella giustizia Usa?”. Ma il 23 dicembre del 2020, giorno del famoso annuncio (flop) di Di Maio quella di Chico Forti per la giornalista era “una condanna con tanti aspetti da chiarire” (sic!).