Un miliardo e 250 milioni di euro di denaro pubblico spesi per acquistare mascherine non idonee, pagate fino a quattro volte il loro valore di mercato, e distribuite senza adeguati controlli di qualità. È quanto emerge dai lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid-19, che sta portando alla luce uno dei più gravi scandali sanitari e finanziari della storia repubblicana.
Secondo le dichiarazioni di Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione, “parliamo di una commessa pagata 1 miliardo e 250 milioni, soldi pubblici per mascherine pagate 3-4 volte in più rispetto al prezzo di mercato” . Le mascherine, molte delle quali importate dalla Cina, sono risultate non conformi agli standard di sicurezza e potenzialmente pericolose per la salute degli operatori sanitari e dei cittadini.
Controlli assenti e certificazioni false
L’ex funzionario delle Dogane Miguel Martina, durante un’audizione in Commissione, ha confermato che le mascherine erano “non idonee e potenzialmente nocive per la salute” . Molti di questi dispositivi presentavano marcature CE false e sono stati sdoganati senza alcun controllo, contribuendo a diffondere il virus anziché contenerlo.
La gestione commissariale dell’emergenza, affidata a Domenico Arcuri, è finita sotto accusa per aver ignorato le segnalazioni di irregolarità e per aver ostacolato le indagini. Il Tribunale di Roma ha condannato la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute a risarcire oltre 203 milioni di euro a una società fornitrice danneggiata, a seguito della risoluzione illegittima di un contratto per la fornitura di mascherine regolari.
Sprechi che continuano: 85 milioni per magazzini pieni di mascherine inutilizzate
Nonostante la fine dell’emergenza, l’Italia continua a pagare un prezzo salato per gli errori del passato. Secondo un’inchiesta del programma televisivo “Report”, lo Stato spende ancora 85 milioni di euro per l’affitto di magazzini che conservano mascherine e dispositivi di protezione inutilizzati, molti dei quali prossimi alla scadenza . In totale, si stima che siano state acquistate circa 46 miliardi di mascherine, pari a 766 per ogni italiano .
FdI attacca: “Sciatteria o malafede”
Fratelli d’Italia accusa il governo Conte e la struttura commissariale di aver agito con “sciatteria o malafede”, garantendo tutto tranne che la sicurezza degli italiani. Il capogruppo al Senato, Lucio Malan, ha denunciato che “chi doveva controllare non lo ha fatto e chi ha indagato è stato ostacolato in ogni modo”. Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, contesta le affermazioni di Fratelli d’Italia, accusandoli di “falsità e strumentalizzazioni” e di travisare le dichiarazioni degli auditi per fini politici. Ma la cronologia dei fatti, le dichiarazioni pubbliche e gli atti parlamentari raccontano tutt’altra verità. Le denunce sollevate da FdI non sono frutto di “manipolazioni”, ma riportano fedelmente quanto dichiarato in sede ufficiale da funzionari dello Stato, medici e dirigenti coinvolti nella gestione pandemica. In particolare: Nessuna di queste testimonianze è stata smentita nel merito dal M5S, che si è limitato ad attaccare chi le ha riportate. L’ex dirigente delle Dogane Miguel Martina ha dichiarato che le mascherine erano “non idonee” e che nessuno voleva firmare le certificazioni, tanto da attivare “la clausola di esonero da responsabilità”.
Lo scandalo delle mascherine rappresenta una ferita aperta nella gestione della pandemia in Italia. La Commissione d’inchiesta continua il suo lavoro per fare piena luce su responsabilità e omissioni che hanno messo a rischio la salute pubblica e sprecato ingenti risorse economiche. È fondamentale che la verità emerga e che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.