Oggi Le Monde celebra Giorgia Meloni, con un richiamo in prima pagina. Lo fa ripercorrendo i due anni della sua carriera da Presidente del Consiglio, durante la quale la premier ha saputo scollarsi di dosso la continua propaganda della sinistra sulla sua falsa appartenenza al mondo neo-fascista. Una critica spesso strumentalizzata e che all’estero ha avuto molto clamore fin dai giorni dell’insediamento a Palazzo Chigi. Ma i francesi (non sempre socievoli con noi italiani secondo i luoghi comuni) e Le Monde (non proprio un quotidiano conservatore) sono sicuri: Meloni è divenuta “maestra del gioco politico”.
Nel lungo articolo, infatti, c’è tutta la consacrazione della premier da parte del quotidiano: “Venuta dai margini post-fascisti, la presidente del consiglio, in due anni, ha consolidato il suo potere e rafforzato i legami con i conservatori europei”, riuscendo di fatto a “imporsi a Roma come a Bruxelles”. Si è imposta con la serietà di aver superato certe classificazioni, di aver abbattuto i muri ideologici di chi, invece, non riesce ad aprirsi al dialogo, scalando i vertici del proprio partito e poi quelli della sua Nazione, diventando la prima donna Presidente del Consiglio della nostra storia.
E, come detto, è riuscita a imporsi anche in Europa, là dove le eco sul presunto ritorno del totalitarismo in Italia sono state smentite in brevissimo tempo, anche grazie alla “stretta relazione costruita con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen”. In questo modo, Meloni ha saputo consolidare “il suo potere” e rafforzare “i legami con i conservatori europei”. Tra le materie più fruttuose, Le Monde ricorda il tema dell’immigrazione, sul quale Giorgia Meloni “è riuscita a costruire una certa leadership in Europa”.
Da politico, in pratica, da evitare assolutamente a leader credibile e ascoltato, anche apripista su molte materie: Ursula von der Leyen ha infatti recepito a pieno la volontà di superare la mera gestione dei flussi in arrivo, di bloccarli alla partenza e di aprirsi alle cosiddette “soluzioni innovative”. Il tutto, frutto di una credibilità che all’Italia mancava da troppo tempo. Una credibilità che, secondo Le Monde, ha permesso alla Meloni di “posizionare un moderato, Raffaele Fitto, suo ministro degli Affari europei, per il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione. Tra le sue deleghe c’è il piano di rilancio post-pandemia NextGeneratioEU, di cui l’Italia è primo beneficiario con 104,3 miliardi di euro”. Ma anche la delega alle Politiche di Coesione: in totale Fitto si troverà a gestire un portafoglio da migliaia di miliardi di euro. Una somma “sufficiente per mantenere a galla i rapporti tra Roma e Bruxelles”.
In questo modo, dunque, Giorgia Meloni ha saputo mettere a tacere tutte le critiche che hanno accompagnato la sua ascesa a Palazzo Chigi, dimostrandosi una leader affidabile e ascoltata in tutta Europa. E anche i giornali internazionali se ne accorgo, ormai già da un bel po’ di tempo.