Le nuove mafie, coordinate per individuarle e contrastarle

Al San Paolo Palace Hotel il convegno di Fdi “Parlate di mafia” prosegue nel pomeriggio e affronta il tema delle “Mafie esistenti e mafie emergenti”. 

Il panel viene introdotto dal deputato e membro dell’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia Francesco Filini, che ha voluto porre l’attenzione su quella mafia rurale che si è trasformata nel corso del tempo, assumendo diversi caratteri, divenendo sempre più ibrida, più digitale e più internazionale. Allo stesso modo, sottolinea Filini, sono cambiati anche gli strumenti utilizzati dalle mafie: “Penso alle criptovalute. E infatti oggi è molto più difficile seguire il denaro, perché ci sono nuovi strumenti finanziari che permettono di bypassare molti controlli alla criminalità organizzata”. Esistono poi dei nuovi strumenti tecnologici che sono “utili alla criminalità per reclutare nuove leve, ma anche per inventare nuovi sistemi che possano eludere tutti i controlli”. 

Date tali premesse, dunque, è fondamentale individuare, analizzare e colpire questi nuovi strumenti utilizzati dalle mafie. In questo è prioritario assicurare risposte velocissime, perché la tecnologia non si ferma. La tecnologia d’altronde non va fermata, ma va governata”, come sottolineato dal Vicecapo della Polizia di Stato e Vicedirettore generale del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, Vittorio Rizzi. 

Oltre alla puntuale analisi condotta nel corso del pomeriggio, dalla quale è emersa l’esistenza di tutta una serie di mafie con caratteristiche diverse e distanti da quelle proprie della mafia tradizionale (quali quella dei cartelli di droga internazionale, quella dei crimini internazionali, quella della mafia finanziaria e tecnologica), è stato inevitabile parlare anche del concorso esterno.

La chiave di lettura è stata unica: “Oggi la mafia è il concorso esterno. La mafia è una realtà che non vive del rapporto von i poteri forti, e quindi con i poteri forti, con le istituzioni, con lo stato”, ha ben sintetizzato Sebastiano Ardita, il Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Catania, che ha anche aggiunto che “una classe dirigente con la schiena dritta non ha niente da temere dal concorso esterno”. 

A trarre le conclusioni sul tema delle mafie esistenti e delle mafie emergenti è stata Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, che ha ribadito come la mafia sia “diventata sofisticatissima”. 

Occorre “combattere la mafia sullo stesso piano”, implementando le risorse a disposizione di coloro che operativamente agiscono e lottano contro la mafia, soprattutto sotto il punto di vista tecnologico e digitale. “Giochiamo quindi una partita difficile, in cui la politica ha una grande responsabilità, con la consapevolezza che da questa parte non faremo sconti”, ha aggiunto. 

Oggi, “noi parliamo di mafia, e siamo altrettanto convinti che alle parole seguiranno i fatti”. Perché si agirà con quella volontà e quel desiderio che potrà farci tornare finalmente a dire che “esiste una giustizia giusta”. 

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