Le ombre dietro ai finanziamenti del Governo Conte II in Palestina

Il Movimento Cinque Stelle torna alla ribalta e dopo la cosiddetta truffa del Superbonus, le accuse del riciclaggio e del finanziamento illecito in Venezuela e i soldini (2milioni di euro, giusto per chiarire) che sarebbero stati intascati da Casaleggio con Philip Morris, si scopre che alcuni finanziamenti pro-Palestina vedrebbero coinvolti diversi personaggi pentastellati.

Ed ecco che viene fuori che, proprio durante il secondo Governo pentastellato, si sarebbero verificate delle piccole défaillance nei fondi destinati alla cooperazione internazionale. Fondi, che da quanto si si apprende leggendo un articolo de Il Giornale, sarebbero finiti a finanziare indirettamente i terroristi palestinesi, come si evince da un dossier riservato della Ngo Monitor.

Secondo questo documento, spiega il quotidiano, “l’Agenzia italiana cooperazione e sviluppo (Aics) avrebbe destinato 23 milioni e 200mila euro a varie ong filopalestinesi. Alcune di queste sarebbero addirittura collegate con il Fronte popolare di liberazione per la Palestina (Fplp), una storica organizzazione terroristica designata dall’Ue.”

In particolare, è proprio nel periodo tra il 2019 e il 2020 che il Governo Conte II avrebbe finanziato direttamente progetti relativi alla cooperazione in Palestina. Peccato che in tali progetti fossero coinvolte anche tre organizzazioni palestinesi famose per la loro opera di delegittimazione dello Stato di Israele. Non proprio il massimo per gli equilibri internazionale.

Si tratterebbe, nello specifico di Al Haq, Defence for Children International-Palestine (Dcip) e di Union of Agricultural Workers Committees (Uawc).

Stando a quanto riportato, Al Haq, nel 2018, ha ricevuto 1,8 milioni di euro per un progetto da sviluppare nell’arco di tre anni insieme alla Ong italiana «Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti» (Cospe). Peccato però che il suo direttore generale, Shawan Jabarin, sia stato condannato per aver organizzato corsi di formazione per membri del Fplp nel 1985 e sia stato arrestato più volte tra il 1992 e il 1994, e che ci sia stato più di qualche sospetto che avrebbe portato a pensare che non abbia mai tagliato totalmente i legami con i terroristi del Fplp.
Stessa storia per i membri di Defence for Children International-Palestine (Dcip), che hanno sempre mantenuto stretti legami con il Fplp.
Per quanto riguarda l’Union of Agricultural Workers Committees va infine segnalato che è denominata anche il «braccio agricolo» del Fplp, oltre ad essere stata designata come organizzazione terroristica dallo Stato di Israele nel 2021. Ma nonostante ciò ha comunque ricevuto un finanziamento dell’Aics di 35.600 euro del 2020.

Parti oscure anche sul fronte delle Ong italiane, dove troviamo «Culture is Freedom» e Sardegna Palestina.
La prima è un’organizzazione che si occupa della promozione della cultura palestinese in Italia, mentre la seconda è un’associazione «culturale» che promuove campagne pro-Palestina all’interno della comunità sarda e che nel 2018 ha ricevuto 35mila euro dal Consiglio regionale della Sardegna.

Per comprendere meglio i protagonisti di questi ingenti e tutt’altro che limpidi finanziamenti in Palestina, va ricordato che ad autorizzare le operazioni è stato Guglielmo Giordano, direttore della sede di Gerusalemme dell’Aics che si occupa della Palestina e che è stato nominato per la prima volta il 15 maggio 2019. Lo stesso Giordano che qualche mese fa, durante un’intervista rilasciata a «Radio Radicale» non ha nascosto la sua avversione nei confronti dello Stato di Israele che sarebbe responsabile dell’attuale regime di occupazione in Palestina.
Giordano era stato nominato da Luca Maestripietri, a sua volta nominato Direttore generale Aics durante il primo governo Conte, mentre Luigi Di Maio era ministro degli Esteri e la pentastellata Emanuela Del Re era viceministro degli Esteri con delega proprio alla cooperazione. Insomma, una partita giocata tutta in famiglia.

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