Leoncavallo…ciaone!

Il Leoncavallo, il centro sociale di estrema sinistra più storico e celebre in Italia, è stato finalmente sfrattato dai locali di Via Watteau a Milano che occupava in modo abusivo dal 1994. Sono intervenuti Polizia e Carabinieri al mattino, non trovando nessuno sul posto e accompagnando l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della famiglia Cabassi, proprietaria dell’area occupata dal cosiddetto Leonka da 31 anni. L’azione di sfratto era prevista per il 9 settembre prossimo, ma si è deciso di anticipare per due ragioni principali.

Anzitutto, pende la condanna della Corte d’Appello di Milano a carico del ministero dell’Interno del versamento di ben oltre 3 milioni di euro alla famiglia Cabassi per tutti i mancati sgomberi di un trentennio. Si pensi che questo, per fortuna andato a buon fine, è stato il 133esimo tentativo mirato a far sloggiare i leoncavallini. Poi, si è cercato di individuare un momento preciso in cui non vi fossero pericoli di scontri fisici fra le Forze dell’Ordine e i militanti del centro sociale, che non sono tutti pacifici. Infatti, l’esecuzione dello sfratto è avvenuta alle 8 del mattino e a quell’ora i rivoluzionari di estrema sinistra, vecchi e giovani, di solito riposano ancora. Inoltre, nella data iniziale preventivata del 9 settembre si sarebbe dovuta svolgere, ospitata dal Leoncavallo, la festa nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra, il partito di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, e della picchiatrice Ilaria Salis, in programma proprio dall’8 al 14 settembre prossimi.

Chissà, i rosso-verdi di AVS avranno scelto Via Watteau per la loro festa proprio nei giorni a cavallo del 9 settembre per un puro caso o magari, essendo venuti a sapere in qualche modo dello sfratto in arrivo, hanno provato a far rimandare per la 133esima volta il ripristino della legalità in quel luogo di Milano? In ogni caso, le Autorità hanno preferito saggiamente anticipare il provvedimento per evitare inutili tensioni e per impedire magari, pensiamo noi, ai signori di AVS di fare poi del vittimismo a buon mercato e urlare alla “polizia fascista”, che esegue gli ordini politici del Governo Meloni contro il dissenso. In effetti, ci è voluto il Governo presieduto da Giorgia Meloni e trainato da Fratelli d’Italia per mettere la parola fine ad una situazione incancrenita di illegalità che si è protratta per ben trent’anni e ha visto l’alternarsi a Roma di numerosi governi senza che nessuno abbia mai risolto in concreto il problema.

Ma attenzione, il Leoncavallo è stato sfrattato non per le idee politiche che ha sempre propugnato, per quanto esse siano opposte a quelle dei conservatori e dei patrioti che stanno governando l’Italia, ma per il fatto che abbia occupato in modo illegale per un trentennio, cioè, senza mai versare un centesimo di affitto, una proprietà privata. Comportamenti di questo tipo non vengono più accettati in una Nazione che è finalmente cambiata grazie al Governo Meloni, fautore di un Decreto Sicurezza che punisce tutte le occupazioni abusive. L’aver tollerato per trent’anni e considerato normale che il Leoncavallo soggiornasse in un locale non suo senza pagare nulla, è stato offensivo per tutti quegli italiani alle prese con l’affitto mensile che, se non versato per alcuni mesi, comporta il rischio di andare a vivere per strada.

Il Leoncavallo è sempre stato coccolato dalle sinistre parlamentari e da quelle, per così dire, più piazzaiole, nelle quali bazzica Ilaria Salis, una che considera addirittura da stimolare come azione politica quotidiana l’invasione illegale di proprietà private. Grazie a Dio, è arrivato in Italia il Governo di Giorgia Meloni che considera sacra ed inviolabile la proprietà privata e non accetta l’esistenza di zone franche di illegalità e di privilegiati, i quali, con la scusa di fare politica, più o meno bene, (nei centri sociali si aggirano anche dei violenti, come i Pro-Pal), irridono a livello morale gli italiani onesti e il loro sforzo mensile volto ad onorare tutte le spese. Non eravamo a conoscenza dell’esistenza delle Mamme Antifasciste, che sono forse ex ragazze del Leoncavallo invecchiate e divenute, appunto, mamme con il tempo.

Ebbene, queste signore, anziché descrivere lo sfratto appena avvenuto come una tragedia epocale e parlare di Milano come di una città che non rispetta più idee anticonformiste, si adoperino per aiutare i loro ragazzi a scegliere una nuova sede e a pagare un regolare affitto, e nessuno avrà più nulla da ridire.  

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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