La clessidra è girata e i granelli di sabbia scorrono sempre più veloci. Tanto da poter dire che è giunta finalmente l’ora della pace.
Lo hanno capito in Russia e in Ucraina, e lo sanno bene anche gli Stati Uniti. L’unica a tentennare ancora è l’Unione europea, che però oggi al Consiglio europeo straordinario indetto dal Presidente Costa dovrà fare i conti con la realtà e assumere una posizione definitiva sulla questione, senza più rimanere a guardare come un semplice spettatore.
Il Piano di Ursula di riarmo di 800 miliardi non convince
“La vera questione che abbiamo di fronte è se l’Europa è pronta ad agire con la stessa decisione richiesta dalla situazione, con la velocità e l’ambizione necessarie”, ha dichiarato Ursula von der Leyen in vista della riunione di questo pomeriggio. La Presidente della Commissione ha già presentato il piano chiamato “ReArm Europe”, che verrà illustrato più nel dettaglio e sottoposto al vaglio dei leader Ue nelle prossime ore.
Tale piano punta a mobilitare ben 800 miliardi di euro per una Europa sicura e resiliente, prevedendo così un notevole incremento del sostegno all’Ucraina. Una soluzione, questa, che è parsa a molti “poco efficace e molto rischiosa”. Tant’è che, infatti, sono già circolati alcuni malumori, facendo così presagire che propendere per una soluzione univoca sarà tutt’altro che facile.
Kiev pronta a negoziare con Trump. La marcia indietro che in realtà è un passo in avanti
Sembra dunque che la Commissione non abbia colto con il dovuto spirito le evoluzioni positive che si stanno avendo sul fronte internazionale.
Qui parliamo in primis della disponibilità dimostrata dal presidente Volodymyr Zelensky che, nonostante il disastroso incontro presso lo Studio Ovale, ha deciso di fare marcia indietro, il che rappresenta però a ben vedere un passo in avanti. Ed è così che Kiev si è dichiarata pronta a “impegnarsi per i colloqui di pace”, tanto che lo stesso leader ucraino in un post su X ha chiarito: “Il nostro incontro a Washington, alla Casa Bianca venerdì, non è andato come doveva. Dispiace che sia successo. È ora di sistemare le cose. Vorremmo che la cooperazione e la comunicazione future fossero costruttive”. Aggiungendo che: “Dobbiamo trovare la forza di andare avanti, rispettarci a vicenda, come abbiamo sempre rispettato l’America, l’Europa, tutti i partner, e fare tutto insieme per avvicinare la pace”.
A non passare inosservata è stata anche la reazione del Cremlino, che con un insolito ottimismo ha valutato come “positiva” la dichiarazione del presidente ucraino di essere “pronto” ad avviare trattative per la pace sotto la “forte leadership” di Donald Trump. “Pronto è buono, è positivo”, ha detto telegraficamente il portavoce, citato dall’agenzia Ria Novosti, rispondendo a una domanda di un giornalista che riferiva le parole di Zelensky.
La proposta italiana potrebbe essere la svolta per arrivare ad una pace giusta e definitiva
Alla luce di questi sviluppi, il Piano von der Leyen sembrerebbe dunque non essere perfettamente in linea con quanto si sta costruendo nel triangolo geopolitico composto da Stati Uniti, Russia e Ucraina.
Ed in effetti, molti leader europei stanno convergendo su un’altra tipologia di proposta, che pare davvero mettere tutti d’accordo. Ed è precisamente quella che l’Italia ha messo sul tavolo la scorsa domenica in occasione della riunione a Downing Street. Il piano italiano, in buona sostanza, prevede l’organizzazione di un summit UE-USA per procedere a passo spedito verso la fine delle ostilità nella regione del Donbass, forte soprattutto del ruolo di cerniere che Giorgia Meloni riveste in questo delicato gioco di equilibri internazionali.
Tra i nomi noti, c’è il Presidente Donald Tusk, che ha dichiarato di appoggiare apertamente la proposta di Meloni di un vertice Ue-Usa, sottolineando che la Polonia è “dalla parte dell’Ucraina senza alcun dubbio: dev’essere fornito un sostegno inequivocabile e duraturo a Kiev nella sua difesa contro l’aggressione russa”, ribadendo allo stesso tempo che Varsavia “sostiene la più stretta alleanza possibile tra l’intero Occidente e gli Stati Uniti”.
Ma anche dai palazzi di Bruxelles c’è chi afferma: “Noi siamo pronti a un eventuale summit Ue-Usa. Accogliamo con favore l’idea, e siamo pronti. Pensiamo che potrebbe essere utile. Vedremo quando ci saranno le condizioni, in particolare da parte degli Usa, per farlo. Ma è un’idea che accogliamo con favore”, ha infatti rivelato un alto funzionario dell’Ue in vista dell’imminente Consiglio europeo, in cui dunque, se tutto andrà nel verso giusto, si potrebbe arrivare ad una svolta, senza incorrere in soluzioni decisamente più militaristiche.
Il gioco di equilibrio tenuto da Giorgia Meloni sui due fronti si prospetta quindi essere di grande aiuto nella costruzione di una pace “stabile, duratura, io direi definitiva”. Una pace che, come ricordato dalla stessa premier, “serve a tutti: all’Ucraina, ai paesi europei, particolarmente a quelli che si sentono minacciati giustamente dalla Russia”, e che “serve anche a Trump che è un leader forte e che chiaramente non può permettersi di siglare un accordo che qualcuno domani potrebbe violare”.
Nelle prossime ore capiremo se anche le istituzioni europee apriranno gli occhi e si renderanno conto una volta per tutte che il tempo della guerra è finito e che è questo il tempo della pace e giustizia. Per l’Ucraina, ma anche per noi.