L’estrema sinistra in Romania ha mostrato ancora una volta il suo vero volto. Dopo la partecipazione del presidente dell’AUR George Simion al Free Speech Festival di Londra, il più grande evento dedicato alla libertà, ai diritti e alla sovranità mai organizzato nella capitale britannica, egli è stato bersaglio di un’ondata di minacce odiose sui social media.
Coloro che si proclamano “difensori della democrazia” hanno finito per festeggiare la morte. Hanno scritto, senza un briciolo di vergogna, che George Simion dovrebbe “subire la stessa sorte di Charlie Kirk”, l’attivista americano pro-libertà ucciso a sangue freddo pochi giorni fa. C’è stato chi ha parlato di cecchini, chi ha detto “Dio non voglia” o ha semplicemente invocato l’eliminazione fisica di un leader politico eletto da oltre cinque milioni di rumeni.
Questi individui, che gioiscono per l’omicidio di un padre di due figli di 31 anni, sarebbero entusiasti se George Simion subisse la stessa sorte, se ogni leader sovranista in Europa fosse messo a tacere, come in un piano di epurazione politica in cui le voci scomode vengono eliminate una ad una. Siamo di fronte a una guerra spirituale: il bene contro il male, la libertà contro il silenzio imposto dalla paura.
L’AUR ha presentato una denuncia penale contro tutti coloro che hanno incitato all’odio e alla violenza. Non accetteremo che la Romania diventi un luogo in cui la libertà di espressione si paga con la vita. Chiediamo alle autorità di fare il loro dovere, di indagare su queste incitazioni criminali e di inviare un segnale chiaro: nella Romania del 2025, le persone non muoiono per le loro idee politiche. Le minacce, indipendentemente da chi siano rivolte, sono reati gravi punibili dal diritto penale.
In nome della libertà, della democrazia e di coloro che credono in Dio e nella sovranità del popolo rumeno, porteremo avanti questa battaglia fino alla fine. Perché non esiste una via di mezzo tra la luce e l’oscurità.