Ursula von der Leyen succede a sé stessa alla presidenza della Commissione europea, riconfermata con 401 voti a favore. È passato il disegno politico peggiore per permettere alla von der Leyen di rimanere sulla poltrona che occupa dal 2019. Peggiore non tanto per una questione personale riguardante la figura della presidente, ma per il modo e le alleanze ricercate. Si è scelto, grazie ad un percorso voluto dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, entrambi sconfitti in casa alle Europee, di unire una serie di perdenti, usciti male dalle elezioni di giugno scorso, ovvero, socialisti, liberali di Renew Europe e Verdi, con il Partito Popolare Europeo, cresciuto invece alle consultazioni per il rinnovo dell’Europarlamento. L’obiettivo, perseguito sin da subito, è stato quello di riproporre la stessa maggioranza del 2019 e di escludere, in maniera miope e ideologica, i Conservatori e Riformisti di ECR, il partito continentale di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. L’operazione è lecita e consentita dal sistema elettorale proporzionale vigente a Strasburgo, ma gravemente lesiva della volontà dei popoli europei, i quali, l’8 e il 9 giugno scorsi, non si sono affatto espressi per una riedizione della cosiddetta maggioranza Ursula. Quando si discute di leggi elettorali a livello nazionale e vi è spesso la tentazione di taluni, non certo di FdI e della premier Meloni, di tornare ad un proporzionale puro, esistente ai tempi della Prima Repubblica, bisogna ricordare che tale sistema consente ogni tipo di porcheria e permette agli sconfitti di diventare maggioranza, ed è meglio conservare sempre una buona dose di maggioritario e il principio della democrazia dell’alternanza. La lungimiranza dei fautori della rielezione di Ursula von der Leyen è davvero scarsa perché queste alchimie di palazzo non fanno altro che allontanare ancora di più i cittadini del continente dalle Istituzioni comunitarie, già percepite come distanti e ostili a livello popolare. Gli sconfitti si arroccano nella loro torre, ma in realtà alimentano proprio quelli che loro chiamano sovranisti ed estremisti di destra. Ursula von der Leyen si è prestata pienamente al gioco di chiudere ai conservatori di ECR e di spostare l’asse a sinistra. Il suo discorso, che ha preceduto la votazione all’Eurocamera, è stato concepito apposta per ottenere l’appoggio decisivo dei Verdi e per incassare il voto contrario di ECR e di Fratelli d’Italia. La presidente della Commissione UE ha individuato come pilastri del suo nuovo-vecchio esecutivo il Green Deal e la lotta agli estremismi anti-europei. Fratelli d’Italia non può divenire complice di una follia quale è il Green Deal, che, con imposizioni assurde e dalla efficacia tutta da dimostrare, penalizza l’Europa di fronte ai suoi competitor nel mondo. Ci facciamo già abbastanza male con le operazioni di palazzo che fanno arrabbiare i nostri popoli e poi ci autoflagelliamo con misure dirigistiche spacciate per sagge azioni a difesa dell’ambiente, soli, peraltro, in tutto il pianeta. Anche sulla lotta agli estremismi c’è da discutere perché essa diventa irricevibile se pretende di gettare in un solo calderone tutti, pure la destra conservatrice che ha un’idea di Europa diversa da quella di Macron e Scholz. Fratelli d’Italia non poteva che esprimere un voto contrario in nome della propria coerenza che ha sempre spinto il partito di Giorgia Meloni a stare lontano dagli inciuci di governo con le sinistre, a Roma come a Bruxelles e Strasburgo. L’Italia, così come ha fatto finora, si rapporterà in modo responsabile con la presidenza della Commissione europea e non mancherà di fare la propria parte su più questioni, prima fra tutte la guerra in Ucraina, ma Ursula non si aspetti la collaborazione italiana circa il Green Deal e degenerazioni simili, almeno finché la Penisola sarà guidata dal Governo Meloni.
La sinistra che sia nostrana o estera,non si smentisce mai…
Sono i “corsi e ricorsi” della storia. Una storia che dimentica se stessa e continua a ripetersi, epoca dopo epoca.
Ciò che è successo ieri a Bruxelles è la riedizione del famoso “Contubernio”, l’accozzaglia, come la definiva Ortega y Gasset negli anni 30. Solo che questa volta si è riproposto a livello europeo.
Ormai è chiaro. Le sinistre e il centro liberal-democratico fanno fronte comune.
Per non perdere il potere e tenersi le poltrone.
Per continuare a portare avanti gli interessi economici dei fautori della globalizzazione, grandi gruppi economici mondiali, banche, ONG, proprietari dei social networks e social media, che hanno investito sulla green economy e vogliono i ritorni monetari.
Per proseguire a tenere le nuove generazioni con il terrore del ritorno del nazismo, del razzismo, della guerra e delle rivendicazioni patriottiche e nazionali, quando in realtà sono loro la vera dittatura e i veri mercanti di guerre che vogliono fare combattere ad altri al posto loro e non vederne mai la fine per continuare a vendere più armi.
Basta Europa, basta Bruxelles, basta Von der Layen….
Articolo perfetto, massima la coerenza del partito. Io continuo a sostenere che la vera anomalia del parlamento europeo sono i popolari alleati con i socialdemocratici per non ammettere qualcuno da loro dichiarato impresentabile, ma democraticamente eletto dai cittadini!
Caro Roberto aspettavo il tuo commento alla rielezione della von der Leyen, ed è come sempre fermo e appropriato, anche se traspare l’amarezza, che anch’io provo, nel vedere l’UE continuare un cammino disastroso per la prosperità e l’indipendenza dell’Europa.
Giorgia anche in questo frangente è stata magnifica per il tentativo, condotto fino all’ultimo, di stemperare la scellerata politica del cosiddetto Green Deal, ma ha fatto bene a dissociarsi.
Come dice un cantautore famoso: c’è chi dice no.
Meno male, mi associo al no, io non ci sto.
E adesso? Diventa a modo mio inevitabile che l’Italia si stacchi da questa politica europea. Sono sinceramente e profondamente europeista, ma questa non è l’Europa che ha costruito una civiltà ed una cultura che tutti ci ammirano. E’ un governo che preferisce per miopi calcoli dare spazio a un pugno di fanatici lontani dal sentire popolare e nemici dell’Europa.
Qualcosa ancora forse si può salvare. Anche la von der Leyen vuole il sostegno armato all’Ucraina, forse vuole anche mettere qualche freno all’immigrazione irregolare, ma con quale convinzione se il suo governo è condizionato dai fanatici verdi-sinistri e da funamboli vari?
Mi aspetto una riflessione seria ed una azione ferma per distaccare l’Italia dagli obblighi del Green Deal.
La superiorità della legislazione comunitaria su quella nazionale deve essere ridiscussa e ridotta ad ambiti che non siano nocivi per l’Italia. Non dimentichiamo che ancora oggi l’Italia versa all’Europa più soldi di quanti ne prende, non dovremmo essere ricattabili.
Non possono i Verdi tedeschi venire a governare il Italia, i cittadini italiani un Governo lo hanno già espresso.
Con affetto
Alessandro