Libri. La crisi del Monte dei Paschi di Siena e delle banche italiane nel saggio di Marco Parlangeli

La cronaca, se studiata ed approfondita con attenzione e professionalità, fornisce spunti per affrontare questioni e tematiche  di notevole importanza per comprendere l’evoluzione della società contemporanea in tutti i suoi ambiti. In questo contesto acquista un grande valore il recentissimo saggio di Marco Parlangeli dedicato alla nota vicenda del Monte dei Paschi di Siena. 

Il volume, edito da La Vela, si intitola I dieci anni che sconvolsero il Monte e gran parte del sistema bancario italiano e analizza nel dettaglio quanto accaduto tra il 2001 e il 2011, periodo in cui il noto istituto bancario – spiega la quarta di copertina – è definitivamente imploso e si sono poste le premesse per la sua graduale distruzione.

L’autore, grazie alla sua abilità espositiva e alla conoscenza diretta dei fatti (senese, dopo una lunga carriera in banca è stato per quasi dieci anni direttore generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena), accompagna il lettore lungo lo svolgersi della crisi, sottolineandone con dovizia di particolari i passaggi chiave. 

E’ vero che si è già scritto molto “sulle vicende che hanno portato all’attuale situazione della banca toscana, ma poco si è capito su cosa sia realmente successo, sugli aspetti più strettamente tecnici, sulle scelte operate e sugli obiettivi alla base di queste scelte. Si è parlato molto di politica, di cronaca giudiziaria, di gossip, di cronaca nera. E molto poco di banca”. Proprio per questo il lavoro di Parlangeli è importante: colma un vuoto informativo su una vicenda che ha provocato conseguenze ancora oggi di impatto assai pesante.

Il declino di MPS, spiega Parlangeli, è preceduto “dalla fuoriuscita dell’Istituto dall’orbita senese, che nel corso dei secoli aveva costituito l’alveo rassicurante del suo sviluppo. Con scientifica potenza di fuoco, il Monte è stato dapprima indebolito colpendo al cuore il suo azionista principale (la Fondazione, espressione della comunità) e poi gradualmente ridimensionato, fino a costituire un problema per l’intero sistema bancario”.

Quanto alle tappe della crisi, dopo una iniziale serie di segnali di squilibrio strategico si passa alla cessione ad Antonveneta, che secondo l’autore è stata un “suicidio consapevole” e poi, come accennato, si procede allo svincolo dell’Istituto dalla sua identità cittadina, mandandolo così incontro ad un disastro che è sì finanziario, ma è anche culturale.

Il libro di Parlangeli – sottolinea Ivano Zeppi su Sienapost – “è colmo di dati, ritratti e retroscena, ma si distingue per un tono sobrio e appassionato”. L’autore “non si sottrae ad indicare responsabilità precise, ma lo fa con rigore e mai con astio personale”, come quando racconta dei suoi ultimi giorni alla guida della Fondazione, pieni della “frustrazione di chi, pur avendo intuito il pericolo, fu ignorato in nome di una gestione chiusa, autoreferenziale ed allergica al confronto”.

Le pagine di I dieci anni che sconvolsero il Monte e gran parte del sistema bancario italiano inoltre, come indicato nello stesso titolo ed ampiamente precisato nella prefazione di Edoardo De Biasi, sono rilevanti non solo per quanto riguarda MPS, ma anche per l’evolversi dell’intero comparto bancario, che – è precisato in quarta di copertina – “si è profondamente trasformato, con la sostanziale scomparsa delle banche medie e medio-grandi a vantaggio di quelle grandissime e di quelle piccolissime o immateriali (le banche on-line)”.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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