Andando verso l’estate, un periodo in cui, nella maggior parte dei casi, si ha più tempo da trascorrere con un libro in mano, consigliamo ai nostri lettori appassionati di gialli e di storia una saga noir, quella che ha per protagonista Aldo Morosini, nata dalla creatività e dalla passione del giornalista e scrittore torinese Giorgio Ballario.
Molto particolare il contesto spaziotemporale scelto: l’investigatore al centro dei romanzi, infatti, vive e lavora nell’Africa Orientale Italiana negli anni Trenta del secolo scorso. La prima delle sette avventure-indagini dell’esperto ufficiale (tutte recentemente pubblicate da Capricorno edizioni), intitolata Morire è un attimo, è uscita per la prima volta nel 2008 e l’ultima, L’equivoco del sangue, è del 2024.
La cornice scelta da Ballario per le sue storie, come accennato, è molto particolare. Il perché abbia voluto ambientare i suoi romanzi nell’Africa Orientale Italiana lo ha detto più volte lui stesso, spiegando che la motivazione è duplice: da un lato c’è la sua attrazione per la storia dell’Africa con particolare riferimento al periodo coloniale italiano, dovuta anche a racconti familiari; dall’altro la consapevolezza del fatto che il periodo e l’ambiente in questione sono stati assai poco sfruttati e che dunque utilizzarli come cornice di un giallo è una scelta originale. Una scelta che peraltro, non avendo nulla a che vedere con la politica, aiuta il lettore a comprendere, vivendola da vicino insieme ai protagonisti delle storie di Ballario, quella parte di realtà nel mondo di finzione creato dallo scrittore torinese.
Come giustamente sottolineato nella scheda pubblicata sul sito della casa editrice Capricorno, infatti, l’autore con le avventure di Morosini “realizza un unicum nel panorama editoriale italiano: i suoi libri sono capaci di unire alla suspense tipica del noir una descrizione vivace, minuziosa e documentata della vita delle colonie africane degli anni Trenta”, non senza riferimenti dettagliati ai luoghi (Eritrea ed Abissinia) e alle vicende storiche e sociali del tempo.
Nei libri di Ballario infatti, sottolinea Marco Valle in una recensione, “accanto alle realizzazioni del regime – il centro storico di Asmara, dichiarato nel 2017 dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è tutt’oggi uno dei più belli del continente – e ai tanti coloni in cerca di riscatto e fortuna nell’effimero impero mussoliniano, vi sono i profittatori, i vili, i corrotti, gli assassini. Un panorama di speranze e infamità che lo scrittore torinese pennella con mano precisa”, accompagnando i lettori in un vero viaggio nel tempo e nello spazio. Un viaggio durante il quale, oltre a Morosini e ai suoi fidati collaboratori (il bonario e spontaneo maresciallo Barbagallo e il fedele sottufficiale autoctono Tesfaghì), il lettore incontrerà personaggi storici realmente esistiti, si siederà nei caffè frequentati dagli italiani d’Africa e assisterà, tra un’indagine e l’altra, ad un concerto di Renato Carosone, magari dopo aver assaggiato una delle prelibatezze dell’imprenditore dolciario piemontese Pietro Ferrero, entrambi realmente presenti in Africa a quei tempi, ai quali Ballario, in Il prezzo dell’onore, dedica due godibilissimi cammei.