Si intitola La parola Italia l’agile saggio letterario curato da Silvia Luscia recentemente pubblicato da Passaggio al Bosco. Inserito nella collana “Bastian contrari”, che propone opere legate da “spirito di scissione rispetto ai mantra di questo tempo. Prospettive inattuali di rottura, necessarie a placare la sete di verità degli animi liberi e controcorrente”, il volumetto di Luscia, corredato dalle illustrazioni di Mara Gazzola, accompagna i lettori in un “viaggio letterario attraverso la parola Italia”.
Sulla base della convinzione che la parola, intesa come comprensione profonda del suo significato, salverà il mondo, l’autrice – che è docente di storia e letteratura italiana, sceneggiatrice di monologhi e saggista – spiega nell’introduzione che ha voluto “aprire lo scrigno” del termine Italia. Partendo dalla ricostruzione del suo etimo, ne ripercorre la storia letteraria, fondamentale anche perché “noi siamo quella comunità che nasce 500 anni prima come comunità linguistica piuttosto che come comunità nazionale”, scrive Luscia. Ecco perché l’itinerario dell’autrice attraverso la storia del vocabolo acquista un’importanza non secondaria per tutti quelli che in esso si riconoscono: esso diventa, infatti, “un nuovo percorso di consapevolezza e di identità, che rimette al centro del discorso l’idea stessa dell’Italia come comunità”.
Nelle sue pagine Luscia si sofferma sui tanti poeti che hanno richiamato l’Italia nelle loro opere: accanto ai classici della letteratura come Dante, Petrarca, Leopardi, Mameli, D’Annunzio, Ungaretti, in questo studio “trovano spazio, per la prima volta, alcuni tra i poeti-soldato che aderirono alla Repubblica sociale Italiana. Essi – si legge nella quarta di copertina – scelsero la poesia civile quale ultimo testamento ideale, trasmettendoci i sentimenti che animarono la loro scelta, come nel caso di Fulvio Balisti. Non poterono raccontare la loro esperienza sui manuali di storia, ma lasciarono impresso su carta il loro punto di vista, attraverso un costante e sincero richiamo all’italianità”.
Oggi che la parola Italia, in un’epoca di globalismo privo di valori e radici, sembra sempre meno legata a ciò che davvero riempie la sua storia (e con essa quella di chi la condivide, in ogni epoca e con ogni pensiero), il libro di Silvia Luscia appare come un significativo richiamo, per tutti, a riaffermare un comune senso di appartenenza alla Patria. Che è anche e forse soprattutto, consapevolezza della propria identità.