L’imitatore di Crozza non fa più ridere nessuno

Può succedere a tutti di dire qualche parola di troppo, magari offensiva o volgare, in una determinata situazione. Non serve necessariamente essere alterati dall’alcol o da altro, bensì è sufficiente trovarsi in un momento di particolare stanchezza oppure di nervosismo, preoccupazione ed esasperazione. Però, se si è persone dotate anche solo di un minimo di intelligenza e si ritiene di aver esagerato, ci si scusa poi con gli interlocutori feriti a livello verbale. Se si è personaggi pubblici, politici e non, l’autocontrollo diviene ancora di più un dovere perché ogni cosa che viene detta, felice o infelice, subisce il sezionamento dei mezzi di informazione e si diffonde con rapidità. Tuttavia, anche coloro i quali sono visti, ascoltati e letti da tante persone, sono esseri umani e in quanto tali fallibili, e pure qui, un sincero mea culpa può aggiustare tutto nella maggior parte dei casi. Invece, alcune figure con incarichi importanti nella politica, nelle amministrazioni locali e in altri ambiti ancora, hanno fatto dell’aggressività verbale lo sfondo quotidiano della loro presenza mediatica. Se l’insulto e un certo linguaggio greve e finanche intimidatorio diventano tratti identitari e ragione di vita, è chiaro che non si avverte mai la necessità di scusarsi.

Vincenzo De Luca, Governatore piddino della Campania, appartiene a pieno titolo a queste ultime figure appena descritte. De Luca ci delizia da anni, si fa per dire, con la violenza verbale e il suo atteggiamento da bullo di quartiere, e la sua ultima performance è avvenuta tramite una diretta Facebook nella quale il presidente campano ha insultato senza mezzi termini la premier Giorgia Meloni e i ministri del Governo, colpevoli, a suo dire, di avere bloccato le risorse europee per il Sud, ovvero, i fondi di coesione. Per il Governatore del Pd questo è un esecutivo di farabutti, imbecilli e delinquenti politici. Al di là dell’accusa circa i fondi Ue, la cui inconsistenza è già stata provata, anche qui su La Voce del Patriota, i toni di Vincenzo De Luca sono inaccettabili nella maniera più completa e la premier Meloni non ha tardato a reagire e a denunciare l’intollerabile arroganza del Governatore campano, chiedendo alla segretaria del Partito Democratico di intervenire in qualche modo. De Luca non è nuovo a offese gratuite e linguaggio minatorio, ma non può essere sempre giustificato perché, si sa, lui è fatto così e bisogna prenderlo com’è. Elly Schlein ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente del Consiglio, ma si è parlato di Medio Oriente e non degli improperi dell’amministratore del Pd. Sono alte le probabilità che non giungano scuse di nessun tipo, né dall’autore degli insulti e neppure dalla segretaria Schlein. Se un qualsivoglia presidente di Regione o Sindaco di centrodestra si comportasse abitualmente allo stesso modo di Vincenzo De Luca, il Pd e tutti i suoi cortigiani citerebbero subito il fascismo e la violenza squadrista oppure, diciamolo, la parlata minacciosa tipica di chi, mettiamola così, non è proprio una persona perbene. Ma alla sinistra è concesso tutto, anche il ritorno all’uomo di Neanderthal. De Luca si è scagliato sovente anche contro il suo stesso partito, non con la medesima veemenza con cui ha ingiuriato il Governo, ma a volte è stato pesante e non ha mancato di sbeffeggiare, con il suo stile tradizionale, Elly Schlein.

La leader piddina e tutto l’establishment di Largo del Nazareno incassano e tacciono, forse perché finora il presidente campano ha avuto voti e un seguito nella sua Regione, quindi, occorre bere il calice amaro. Se Schlein non reagisce per sé stessa, è difficile che lo faccia per il Governo Meloni. Se il Pd lascia correre, è un problema suo, ma la violenza verbale di Vincenzo De Luca non può più essere ignorata, da chi governa la Nazione e da tutte le persone di buonsenso. Vi è stato un tempo in cui il singolare atteggiamento del Governatore, reso celebre a livello nazionale dalle imitazioni di Maurizio Crozza, poteva strappare un sorriso, anche agli italiani non di sinistra, e a volte De Luca ci ha marciato, diventando volutamente ancora più pittoresco del comico in onda su Nove. Però, dalla pandemia ad oggi il presidente della Regione Campania ha smesso di fare ridere a tutti gli effetti. Durante il Covid e le relative chiusure, questo signore si sentiva autorizzato ad oltraggiare gratuitamente quei tapini, pochi per la verità, che tentavano di farsi una breve passeggiata. Chi osava mettere il naso fuori casa era, per Vincenzo De Luca, un imbecille e un delinquente, più o meno come i ministri del Governo Meloni. C’è differenza fra essere sanguigni ed essere prepotenti e ritenersi liberi di calpestare la dignità di chiunque.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.