Alla luce delle dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, on. Francesco Lollobrigida, abbiamo chiesto un parere tecnico al farmacista e responsabile nazionale del dipartimento Sanità di FdI, on. Marcello Gemmato.
Prima ancora che da farmacista ed operatore sanitario, ritengo personalmente che il collega Lollobrigida abbia espresso una ovvietà: se prendiamo il report di giugno dell’Aifa sulle reazioni avverse alle inoculazioni dei vaccini anti Covid, leggiamo che le reazioni avverse gravi sono 18 su 100.000, mentre la mortalità e la letalità nei cluster al sotto dei 40-30 anni è inferiore allo 0.1%.
Quindi?
Quindi in un’analisi costi-benefici, nella vaccinazione di soggetti al di sotto dei 40/30 anni, prevalgono i costi rispetto ai benefici. Con questo non intendo dire che al di sotto dei 40 e 30 anni non ci si debba vaccinare, ma che (e la comunità scientifica ce l’ha detto dal primo giorno di pandemia) è più importante mettere al sicuro anziani e soggetti fragili.
Anche alla luce del fatto che purtroppo la vaccinazione non mette al riparo dalla possibilità di contagiarsi e contagiare.
Tutto questo non significa minimante mettere in discussione la campagna vaccinale ma anzi evidenziarne una criticità: ad oggi sono più di 2,5 milioni gli over 65 che non si sono vaccinati; l’attenzione dovrebbe concentrarsi su questi ultimi e come persuaderli a vaccinarsi e sulle strategie migliori per raggiungere il risultato magari superando il modello degli hub e rilanciando la funzione dei medici di medicina generale e dei farmacisti che per prossimità e credibilità sono i soggetti migliori deputati a farlo.
Quindi l’on. Lollobrigida non ha detto un’assurdità, eppure in molti lo stanno attaccando.
Assurdo è che una persona lontana dall’essere no vax (l’on. Lollobrigida ha avuto il covid e si è poi vaccinato) debba essere attaccata solo per aver espresso liberamente il suo pensiero; rispetto ad una comunità scientifica che non è in grado di dare un giudizio univoco e chiaro -Astrazeneca sì/no, Pfizer sì/no, sotto i 50 sì, poi no, monodose sì, poi monodose no, eterologa si, eterologa no-
una persona non può esprimere un proprio pensiero o commento o consiglio personale, oltretutto in continuità con importante ed autorevole supporto scientifico.
Tutto questo ci racconta di un isterismo da parte del mainstream che nega il diritto di esprimersi se non nel solco, come al solito, del pensiero unico.