Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 hanno decretato la vittoria del centrodestra a trazione Fratelli d’Italia e spianato la strada di Palazzo Chigi per il leader di FdI, Giorgia Meloni, divenuta primo Presidente del Consiglio donna della storia d’Italia. Il risultato elettorale, tuttavia, ha segnato anche un altro evento degno di nota: in questa legislatura il capo politico del movimento giovanile della destra torna a sedere negli scranni di Montecitorio. Un’elezione, quella di Fabio Roscani, romano, 33 anni e Presidente di Gioventù Nazionale, che registra un evento che non accadeva da quando proprio Meloni, come Presidente di Azione Giovani, entrava alla Camera per la prima volta nel 2006.
Roscani, una bella responsabilità questa. Come ci si sente a rappresentare dopo così tanto tempo l’universo giovanile della destra nelle sedi più importanti delle Istituzioni?
Durante la campagna elettorale in ogni comizio, incontro o momento di confronto ho sempre ribadito un concetto chiave: la mia candidatura non è la candidatura di Fabio Roscani, ma è quella di migliaia di giovani che credono nei valori della destra e che vivono quotidianamente la politica giovanile con impegno e serietà. È stata la candidatura, e successivamente l’elezione, di chi ha il coraggio di non piegarsi alla narrazione del pensiero unico, che vorrebbe la gioventù incapace di analizzare ciò che gli sta intorno. Di chi ad affermazioni qualunquiste come “i giovani non hanno voglia di fare niente”, risponde con la bontà delle idee e soprattutto delle azioni. Per me certamente è un onore far parte della “pattuglia parlamentare” che vede tornare il movimento giovanile della destra italiana in Parlamento e ringrazio Giorgia Meloni per la fiducia in me riposta. Il nostro movimento giovanile, lavorando senza sosta in questi anni, giorno dopo giorno è tornato ad essere forte e radicato in ogni territorio; soprattutto, è tornato ad essere protagonista della sua generazione nelle scuole con Azione Studentesca, nelle università con Azione Universitaria e nelle strade e piazze d’Italia con Gioventù Nazionale. I nostri militanti e simpatizzanti sono decine di migliaia e di conseguenza rappresentiamo una spalla fondamentale per Fratelli d’Italia, sia dal punto di vista del radicamento territoriale che come laboratorio di idee. La fantasia, l’entusiasmo, il coraggio, la forza di non farsi piegare dal compromesso, la purezza delle proprie idee sono una forza assolutamente dirompente e trainante per la politica che oggi ha la possibilità di essere rappresentata nelle istituzioni a tutti i livelli.
Lo chiameremo futuro è il titolo di questa edizione di Fenix. Quale visione ha ispirato il testo? Attraverso quale immaginario Gioventù Nazionale conquisterà le menti e i cuori dei giovani italiani su cui la sinistra ha lanciato un’opa basata sul wokismo e il catastrofismo climatico?
Il titolo di questa edizione è ciò che prenderà vita in questi quattro giorni. La manifestazione vuole far interrogare i nostri ragazzi su come immaginano il futuro. Mentre una sinistra in crisi d’identità fa tanto rumore, punta il dito verso nemici immaginari ma non ha nessuna ricetta innovativa per la Nazione, noi abbiamo il coraggio di interrogarci e di tracciare la rotta per rendere grande l’Italia. Oggi i ragazzi hanno bisogno di esempi concreti, di storie di vita realmente vissuta. In altre parole, di qualcuno che sia in grado di lasciare loro qualcosa e che sia un esempio virtuoso. Per questo Fenix ha il coraggio di ospitare sia chi ha una visione del mondo come la nostra che personaggi della società civile, politici e giornalisti che invece hanno una concezione differente. Il minimo comune denominatore tra tutti gli ospiti, però, è l’avere qualcosa da raccontare. Un esempio su tutti è Brunello Cucinelli. Lui e la sua azienda sono un fiore all’occhiello dell’imprenditoria italiana nel mondo. Averlo è un orgoglio perché può dare una visione concreta a tantissimi ragazzi su come l’Italia può fare scuola nel mondo. Ovviamente, però, resta pur sempre la festa della destra giovanile. Non mancheranno i momenti che rafforzeranno la nostra visione del mondo e che ci differenziano, e per fortuna, completamente dalla sinistra.
La Generazione Atreju, guidata da Giorgia, ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo fondando Fratelli d’Italia, mettendo in sicurezza la destra politica italiana e infine conquistando il Governo della Nazione. In futuro parleremo anche di una generazione “Fenix”? E cosa possiamo aspettarci da questa nuova classe dirigente che sta crescendo in GN?
Gioventù Nazionale esprime in diverse realtà territoriali e regionali consiglieri, assessori e sindaci. Se questo è possibile è anche perché la generazione Fenix ha avuto dei fratelli maggiori che hanno avuto il coraggio di continuare a credere nei nostri valori, di conquistare la fiducia degli italiani e di indicarci la strada da percorrere. Non so se si parlerà di una generazione Fenix, è forse presto per dirlo ma so per certo che in ogni aula in cui è stato eletto un giovane di Gioventù Nazionale, in ogni traguardo raggiunto c’è stato un progetto, non è arrivato per caso e non c’è mai stato un giorno di riposo. L’Italia e il suo futuro viene prima di tutto. Questo è il nostro modo di vivere la politica. Per noi si tratta di una missione, non di occupare una poltrona o di prendere un gettone di presenza. Finché sarà questo lo spirito, e non ho motivo per credere che questo possa cambiare, sono certo che la storia della destra giovanile – e della destra in generale, sia al sicuro .