L’investigatore privato in Italia: storia, norme e nuove sfide di una professione in evoluzione

Dalle origini alla regolamentazione

La figura dell’investigatore privato affonda le proprie radici nella tradizione ottocentesca, quando – accanto alle strutture statali di polizia – iniziarono a diffondersi agenzie incaricate da privati e imprese per la tutela degli interessi personali o patrimoniali. In Italia, la disciplina giuridica della professione è stata presto incardinata nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS, R.D. 18 giugno 1931, n. 773), che ancora oggi costituisce la cornice normativa di riferimento.

L’articolo 134 del TULPS stabilisce che “senza licenza del Prefetto è vietato ad enti o privati di prestare opere di vigilanza o investigazione per conto di privati”. Si tratta di un principio cardine: l’attività investigativa privata è ammessa, ma solo previa autorizzazione pubblica e sotto la vigilanza delle autorità di pubblica sicurezza.

L’evoluzione normativa

Per molti decenni, i requisiti per ottenere la licenza rimasero piuttosto generici. Una svolta importante è arrivata con il Decreto Ministeriale 269/2010, che ha fissato i requisiti minimi di capacità tecnica e professionale. Oggi, infatti, l’aspirante investigatore deve possedere:

* una laurea in discipline giuridiche, economiche, sociologiche o investigative;

* un tirocinio biennale presso un investigatore autorizzato;

* la frequenza di corsi di formazione specifici riconosciuti dal Ministero dell’Interno;

* un ufficio idoneo e dotazioni tecniche adeguate, soggetti a controllo prefettizio.

Inoltre, la licenza può essere concessa solo a soggetti incensurati e di comprovata buona condotta, a tutela dell’affidabilità della professione.

 Gli ambiti operativi, i compiti ed i limiti

Il D.M. 269/2010 (Allegato G) elenca con precisione i sei ambiti in cui l’investigatore privato può operare.

* Ambito privato: indagini che riguardano la sfera personale e familiare, come infedeltà coniugale, cause di separazione o affidamento dei minori, fino alla ricerca di persone scomparse. L’attività è volta a fornire elementi utilizzabili in sede giudiziaria.

* Ambito aziendale: accertamenti a favore delle imprese per contrastare infedeltà dei dipendenti, sottrazione di segreti industriali, tutela del marchio e della proprietà intellettuale. Un settore strategico in tempi di forte competitività.

* Ambito commerciale: verifiche sull’affidabilità dei partner contrattuali, indagini sulle cause di ammanchi o differenze inventariali, spesso svolte direttamente presso i locali del committente.

* Ambito assicurativo: controlli sulla fondatezza delle richieste di risarcimento in caso di sinistri o infortuni, con l’obiettivo di smascherare frodi assicurative, un fenomeno economicamente rilevante.

* Attività difensiva: indagini disposte da un avvocato, ai sensi dell’art. 327-bis c.p.p. e della legge n. 397/2000, per raccogliere elementi di prova utili alla difesa dell’imputato.

* Attività disciplinate da leggi speciali o decreti ministeriali: servizi che richiedono la presenza stabile di personale investigativo presso i locali del committente. In concreto si tratta, ad esempio, di incarichi presso grandi aziende o enti in cui sia necessaria una vigilanza investigativa continuativa, come la verifica interna dei flussi di magazzino, il controllo delle procedure di sicurezza o l’osservazione costante di reparti a rischio frodi. In questi casi, l’investigatore non si limita a un’indagine occasionale, ma garantisce un monitoraggio permanente, in base a normative o decreti specifici.

Il Regolamento definito dal D.M. 269/2010 precisa inoltre i metodi consentiti: osservazione statica e dinamica, pedinamenti, riprese video o fotografiche, raccolta di documentazione e informazioni da registri pubblici, sempre nel rispetto della normativa penale e delle disposizioni in materia di privacy (D.lgs. 196/2003 e Reg. UE 2016/679).

L’investigatore privato, dunque, è chiamato a muoversi in un quadro di regole precise: non può svolgere attività riservate in via esclusiva alla polizia giudiziaria, né utilizzare mezzi illeciti (come intercettazioni abusive o accessi indebiti a banche dati). La sua azione deve essere mirata, proporzionata e soprattutto conforme alla legge.

Il settore delle investigazioni private in Italia

* Licenze attive: 1.791 istituti autorizzati (dato FEDERPOL – Osservatorio 2022/23).

* Distribuzione geografica: Nord 776, Centro 589, Sud 426.

* Regioni più rappresentate: Lombardia (309), Lazio (283), Campania (156).

* Occupazione: circa 28.000 addetti (full/part-time) + 1.289 autonomi.

* Media occupati per istituto: stimata in 15-16 persone (con forti differenze tra micro-agenzie e grandi realtà).

* Fatturato complessivo: oltre 1,35 miliardi di euro (2021).

* Età media delle imprese: 9 anni (dato 2021, in calo rispetto ai 13 anni del 2019).

* Rappresentanza: le principali associazioni di categoria sono Federpol (Federazione Italiana degli Istituti Privati per le Investigazioni, le Informazioni e la Sicurezza), Conipi (Confederazione Nazionale Investigatori Privati), AIIP (Associazione Italiana Investigatori Privati), A.I.S.S. (Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria) ed associazioni minori attive a livello regionale.

L’attualità della professione

Negli ultimi anni, la domanda di investigazioni private è cresciuta, spinta da nuove esigenze sociali ed economiche. La digitalizzazione e la globalizzazione hanno aperto scenari inediti: oggi le agenzie investigative affiancano cittadini e imprese non solo nelle questioni tradizionali, ma anche nella tutela da minacce informatiche, nel contrasto al cyberbullismo o nella salvaguardia della reputazione online.

La Prefettura mantiene un ruolo centrale di vigilanza e autorizzazione, a garanzia della legalità e della trasparenza del settore. E il Ministero dell’Interno ribadisce la necessità della formazione continua, perché le competenze richieste spaziano dal diritto penale all’informatica forense.

L’investigatore privato, dunque, è chiamato a muoversi in un quadro di regole precise: non può svolgere attività riservate in via esclusiva alla polizia giudiziaria, né utilizzare mezzi illeciti (come intercettazioni abusive o accessi indebiti a banche dati). La sua azione deve essere mirata, proporzionata e soprattutto conforme alla legge.

Proposte legislative e iniziative parlamentari

Negli ultimi anni il tema della regolazione della sicurezza privata e delle investigazioni è stato più volte oggetto di iniziativa parlamentare, sebbene non esista ancora una riforma organica approvata che modifichi il D.M. 269/2010 o il TULPS nella parte dedicata agli investigatori privati. Tra i provvedimenti più rilevanti spicca il Disegno di Legge S. 902, volto a riformare l’art. 138 del TULPS e a istituire un albo nazionale per le guardie particolari giurate: pur non riguardando direttamente la licenza degli investigatori, il DDL interviene sullo stesso impianto normativo e segnala una attenzione parlamentare sul comparto della sicurezza privata.

Parallelamente sono presenti proposte mirate a disciplinare più organicamente la figura dell’investigatore privato: atti parlamentari e ordini del giorno citano iniziative che propongono l’istituzione di un albo o di una disciplina professionale specifica per gli investigatori, con l’obiettivo di introdurre obblighi formativi, tutele e una deontologia professionale. Tali proposte risultano allo stato in fase di esame o ferme in commissione, senza approvazioni definitive.

Va inoltre segnalato che la più ampia riforma della Giustizia e le iniziative legislative sul tema delle intercettazioni e della prova digitale possono avere effetti indiretti significativi sulle modalità operative degli investigatori privati, influenzando l’uso e l’ammissibilità delle prove, i limiti alle attività di raccolta dati e le tutele della privacy.

Una professione tra tradizione e futuro

La figura dell’investigatore privato conserva un fascino che unisce tradizione e modernità: da un lato l’eredità del “detective” dei romanzi, dall’altro la necessità di muoversi in un contesto sempre più normato e tecnologico. Una professione che resta al servizio dei cittadini, ma che si muove entro confini giuridici ben definiti, per coniugare sicurezza privata e tutela dei diritti fondamentali.

L’investigatore privato in breve

Normativa di riferimento

* TULPS (R.D. 773/1931), art. 134

* D.M. 269/2010, Allegato G

* Codice Privacy (D.lgs. 196/2003) + GDPR (Reg. UE 2016/679)

Requisiti

* Laurea in materie giuridiche, economiche, sociologiche o investigative

* Tirocinio biennale e corsi di formazione riconosciuti

* Assenza di condanne penali, buona condotta

* Ufficio idoneo e autorizzazione prefettizia

Ambiti di attività (D.M. 269/2010)

* Privato: indagini familiari, ricerca persone

* Aziendale: dipendenti infedeli, tutela marchi

* Commerciale: partner e transazioni sospette

* Assicurativo: verifiche su sinistri e frodi

* Difensivo: indagini a supporto della difesa legale

* Speciali: presenza stabile di personale investigativo presso il committente (es. controllo continuo di magazzini, reparti a rischio frodi, procedure di sicurezza)

Per approfondire:

Riferimenti normativi e legislativi

1. R.D. 18 giugno 1931, n. 773 – Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS)

            Disciplina generale della sicurezza privata, articoli 134–138.

2. D.M. 269/2010 – Requisiti professionali per gli investigatori privati

Decreto Ministero dell’Interno, allegato G, ambiti di attività, formazione, tirocinio.

3. Codice Penale e Codice di Procedura Penale

Art. 327-bis c.p.p. (attività difensive e supporto investigativo per legali).

4. Disegno di legge S.902 – Modifica art. 138 TULPS e albo nazionale GPG

https://www.senato.it/leg/18/BGT/TESTI/Ddliter/52237.htm

5. Proposta di legge “Ordine professionale degli investigatori privati” (PDL 6470/Stampato 1909)

https://leg15.camera.it/_dati/leg15/lavori/stampati/html/testoarticoli/15PDL0006470.html

https://www.aiip.it

https://www.avvenire.it/economia/pagine/sono-circa-1-900-e-danno-lavoro-a-piu-di-12mila-persone

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Rosario Bonavita
Rosario Bonavita
Rosario Bonavita è Vice Segretario Regionale della CONFSAL Campania, organizzazione sindacale di livello confederale. Laureato in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, si occupa di approfondimenti su tematiche internazionali, politiche e sindacali, con particolare attenzione al profilo della sicurezza

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.