Il 29 settembre si è svolto a Malta il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’EU MED9, che riunisce Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Cipro, Malta, Slovenia e Croazia. Il summit ha affrontato temi come immigrazione irregolare, investimenti e cooperazione con i Paesi del vicinato Sud, la revisione di medio periodo del Quadro finanziario pluriennale UE 2021-2027, la guerra in Ucraina, allargamento dell’UE oltre che questioni generali connesse all’economia, alla tutela della competitività europea, all’energia e al cambiamento climatico.
Durante le dichiarazioni stampa congiunte rilasciate al termine del vertice, il Presidente Meloni ha specificato che, in vista del prossimo Consiglio europeo informale di Granada, il tema centrale sarà la questione migratoria, ribadendo la necessità di porre in essere misure concrete: “Chi ha ritenuto che di fronte alla situazione che sta vivendo il continente africano, il problema migratorio potesse essere chiuso dentro i confini di un’unica nazione europea sta chiaramente prendendo un abbaglio”.
La soluzione che propone l’Italia, e oramai ampiamente condivisa a livello Ue e non solo, è quella di proseguire con la lotta all’immigrazione illegale, soprattutto nei confronti dei trafficanti, riconducendo la questione migratoria ad una dimensione di legalità.
Altro punto su cui il Presidente si è soffermato è la questione dei rimpatri. I rimpatri devono essere una questione europea, gestita dai singoli Stati membri anche attraverso una lista europea dei Paesi sicuri. Servono dunque nuove partnership con i Paesi del Nord Africa, che hanno moltissime risorse ma che versano in condizioni di povertà e conseguente instabilità.
La chiave è operare investimenti strategici, come nel settore dell’energia, dal momento che il problema di approvvigionamento energetico dell’Europa può essere risolto proprio con l’Africa, che è potenzialmente un enorme conduttore di energia.
Allo stesso tempo, serve favorire le migrazioni legali, con la creazione di percorsi di formazione nei Paesi di provenienza. Per troppo tempo l’Italia non ha potuto dare risposte adeguate a chi legalmente voleva venire a lavorare in Europa perché le quote di immigrazione erano già tutte coperte da quella irregolare. Oggi invece è possibile invertire la tendenza e offrire un nuovo scenario mediterraneo.
Giorgia Meloni ha poi ribadito la posizione chiara e netta dell’Italia sull’Ucraina, a cui si continuerà indefessamente a portare aiuto.
Sulla transizione verde ha poi confermato il sostegno dell’Italia a questo progetto, purché sia portato avanti con intelligenza, in modo sostenibile e non seguendo la mera ideologia.
Infine, sulla riforma della governance e del patto di stabilità il premier ha dichiarato che tornare alle regole del precedente patto di stabilità, “sarebbe per le nostre economie obiettivamente molto pesante da immaginare, ma dobbiamo anche saper immaginare nuove regole che sostengano le grandi scelte strategiche”. Per l’Italia è fondamentale che non si torni alle regole precedenti e che si adottino regole per promuovere la crescita e tutelare gli investimenti, soprattutto quelli nei settori strategici della transizione verde, digitale e della difesa.
La dichiarazione congiunta dei leader Euromed9
Il summit maltese ha prodotto una dichiarazione congiunta, sottoscritta dai Paesi partecipanti.
I punti salienti riguardano:
- la rinnovata attenzione a livello UE sul rafforzamento delle relazioni con i partner del vicinato meridionale, con la progressiva attuazione e aggiornamento della Nuova agenda per il Mediterraneo, anche al fine di ripristinare il giusto posto della regione nell’agenda dell’UE;
- la ferma condanna all’aggressione russa contro l’Ucraina. È stato chiesto a Mosca di cessare le ostilità e di ritirarsi incondizionatamente dall’intero territorio dell’Ucraina. I leader hanno confermato l’impegno a fornire a Kiev il supporto necessario in coordinamento con i partner internazionali. Si continuerà a sostenere l’impegno dell’Unione nei confronti delle persone colpite, in particolare attraverso i corridoi di solidarietà dell’UE. Poi, sulla questione di Cipro è stata chiesta la rapida ripresa dei negoziati e la nomina di un inviato delle Nazioni Unite per supportare il processo in quanto la riduzione delle tensioni, il rispetto del diritto internazionale e la promozione del buon vicinato sono essenziali per la stabilità e la cooperazione regionale;
- la conferma della sfida dell’immigrazione irregolare, sfida a cui bisogna rispondere rapidamente anche con l’aiuto di Frontex e dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo. I leader hanno invitato i co-legislatori a intensificare i negoziati sul Patto di migrazione e asilo così che possano raggiungere un accordo definitivo prima della fine dell’attuale legislatura. È stato poi chiesto un aumento significativo degli sforzi dell’UE sul fronte della dimensione esterna per ridurre i movimenti primari e prevenire le partenze, oltre che aumentare i rimpatri ed affrontare le cause profonde della migrazione irregolare sempre rispettando i diritti fondamentali e gli obblighi internazionali. Nello specifico, è stata ribadita la volontà di smantellare le reti criminali dei trafficanti di esseri umani anche interrompendo le loro catene di approvvigionamento, continuando al contempo a promuovere una migrazione sicura, ordinata e legale;
- sul clima serve un’azione urgente e concertata. I Paesi del Mediterraneo dovranno aumentare le attività di protezione del mare comune, anche ravvivando il dibattito sui meccanismi UE di risposta alle crisi e per la protezione dei civili;
- il sostegno ad una maggiore cooperazione tra i paesi del Mediterraneo trasformando la regione in un hub di energia verde. Sono un esempio l’interconnettore ELMED tra Italia e Tunisia, l’Euroasia Interconnector tra Grecia-Cipro e Israele e l’interconnettore GREGY tra Grecia ed Egitto;
- riforma della governance economica dell’UE. I leader hanno convenuto sulla necessità di rafforzare la capacità dell’Europa di promuovere la crescita economica in modo sostenibile, tenendo conto delle specificità di ciascun Paese, incoraggiando gli investimenti e le riforme;
- sul mercato unico i leader si sono impegnati a garantire condizioni di parità che contribuiscano alla resilienza dell’economia dell’UE, riducano le dipendenze strategiche e non lascino nessuno indietro, pure riconoscendo che la transizione verde e digitale debbano essere eque ed inclusive ispirandosi a principi di sostenibilità sociale, economica e ambientale. L’obiettivo è dunque quello di creare un’economia europea più integrata e competitiva;
- supporto ai Paesi che sono sulla strada dell’accesso nell’Unione europea. È stato anche confermato il sostegno alla prospettiva di accesso nell’UE dei Balcani orientali, della Moldova e dell’Ucraina.
Lo scopo dell’Italia all’interno di questo consesso era, principalmente, quello di porre un’attenzione molto forte sulla questione migratoria. Tale obiettivo è stato ampiamente raggiunto, ed è stata riscontrata una convergenza dei Paesi partecipanti e un comune interesse nella necessità, già esposta dal Governo Meloni, di bloccare le partenze illegali e lottare contro i trafficanti di esseri umani.
La condivisione degli obiettivi sulla carta è un primo passo fondamentale, che però deve tramutarsi in realtà con l’adozione di misure rapide e concrete per produrre davvero dei risultati.
Per quanto riguarda il rapporto con i Paesi del Vicinato meridionale, il nostro Paese è tra i principali fautori dello sviluppo di un rinnovato rapporto con l’Africa, basato su partenariati paritari e non predatori che diano l’opportunità di crescere agli Stati interessati e alle persone di riconquistare una dignità che non le obblighi a emigrare, ristabilendo dunque quel ‘diritto a non emigrare’, il che comporta la libertà di non dover lasciare la propria terra, la propria casa, le proprie origini.
Tutto ciò, si inserisce in quel Piano Mattei, di cui è stata data un’anticipazione dal Processo di Roma, che ha ricevuto largo apprezzamento, non solo nella dichiarazione finale ma anche a livello politico sovranazionale. Segno tangibile di come, al contrario di quanto previsto dalla sinistra, la strategia del Governo di cambiare approccio con il continente africano al fine di favorirne lo sviluppo stia raccogliendo importanti seguiti internazionali.