L’Italia che lavora è l’Italia che vince

Il Primo Maggio è, per tradizione, la festa dei lavoratori. Ma in Italia, quest’anno, è soprattutto una giornata per guardarsi allo specchio e riconoscersi: un popolo che lavora, produce, resiste. Un popolo che costruisce. Un popolo che, come ha ricordato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è tornato finalmente ad avere il lavoro al centro della propria identità nazionale.

Non slogan, non cortei, ma numeri concreti. In due anni e mezzo, il governo ha favorito la creazione di oltre un milione di nuovi posti di lavoro, portando l’occupazione a livelli record. Il tasso di occupazione femminile non è mai stato così alto. La disoccupazione è ai minimi da diciotto anni. Crescono i contratti stabili. Crescono, soprattutto, i salari reali. Non era scontato. Tra il 2013 e il 2022, con altri governi, mentre nel resto d’Europa il potere d’acquisto aumentava, da noi diminuiva. Oggi, grazie a un cambio di rotta deciso, l’Italia torna a camminare con la schiena dritta nel panorama europeo.

Ma non basta. E non lo dice l’opposizione — che da anni si rifugia nei dogmi del salario minimo come soluzione universale a ogni problema — lo dice il governo stesso, con la franchezza che serve nei momenti cruciali. Perché un Paese civile non può accettare che si muoia di lavoro. L’insicurezza sui luoghi di lavoro è una piaga che nessuna statistica positiva può coprire. Lo ha ribadito con forza la Premier. E lo ha ricordato il Capo dello Stato Sergio Mattarella: di fronte a ogni morte sul lavoro, non possiamo essere indifferenti né rassegnati.

È per questo che il governo ha annunciato un pacchetto straordinario da oltre 1,2 miliardi di euro per rafforzare prevenzione, ispezioni, incentivi e formazione. Perché la sicurezza non è un lusso per imprese virtuose, ma un diritto per ogni lavoratore. E insieme un dovere per chi assume, organizza, controlla.

Il Primo Maggio 2025 segna un punto di svolta: la festa del lavoro torna a essere anche la festa del lavoratore protetto, del cittadino che non si accontenta di avere un impiego, ma pretende che quel lavoro sia giusto, sicuro, riconosciuto. Non serve ideologia, serve una visione. Ed è quella di un’Italia dove Stato, imprese e lavoratori possano finalmente stringere un patto vero, patriottico, per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità del Paese.

In questo, la proposta del governo di costruire un’“alleanza nazionale” con sindacati, imprese e istituzioni non è un gesto simbolico. È l’unica strada realistica per cambiare davvero. Non con imposizioni dall’alto, ma con responsabilità condivise. Con il rispetto per chi lavora e per chi fa lavorare.

Buon Primo Maggio a chi ogni giorno si alza all’alba. A chi ha trovato un impiego dopo mesi di difficoltà. A chi studia per costruirsi un futuro. A chi non si arrende.

A chi non ha mai smesso di credere che l’Italia, quando lavora, è l’Italia migliore.

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Ulderico de Laurentiis
Ulderico de Laurentiishttp://www.uldericodelaurentiis.it
Direttore Responsabile de "La Voce del Patriota".

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