“Ne abbiamo da ricordare.” È lo sberleffo che a poche ore dal voto l’ambasciata russa in Italia ha riservato a tutti i protagonisti delle nostra campagna elettorale. Tutti, ma proprio tutti? No. All’appello ne manca uno, il più importante. Nel velenoso tweet pubblicato dai vicari del Cremlino in Italia c’è infatti una ricca galleria fotografica che immortala nella fatidica stretta di mano con Putin i principali esponenti della politica italiana dell’ultimo decennio. Nel collage ci sono Letta, Conte e Di Maio, tra i più sorridenti; ci sono anche D’Alema, Gentiloni e Renzi; ovviamente Salvini e Berlusconi, e poi ancora i presidenti Mattarella e Napolitano.
Ma all’appello, dicevamo, ne manca uno. Anzi, una. Giorgia Meloni.
Volenti o nolenti, lo sfottò social dei rappresentanti di Mosca ci dice qualcosa di molto serio. Domenica 25 settembre l’Italia ha un appuntamento con la storia. Con Fratelli d’Italia e nella leadership di Giorgia Meloni, la nostra comunità nazionale può voltare pagina. La libertà e la democrazia si riprendono la scena, con un pronunciamento popolare finalmente chiaro per un governo forte pronto a guidare l’Italia nella tempesta della crisi globale.
Tra i tanti aspetti del programma di governo che rendono particolarmente credibile Fratelli d’Italia agli occhi dell’elettorato italiano, c’è sicuramente anche la politica estera e di difesa.
Nella contrapposizione tra democrazie e autocrazie, esasperata dall’invasione russa dell’Ucraina, Fratelli d’Italia non ha dubbi. L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, e il diritto, la pace e gli interessi dell’Italia si difendono all’interno dell’Occidente. Già nelle tesi di Trieste i “Patrioti” avevano espresso senza ambiguità la loro posizione: “l’Italia è parte dell’Occidente, è naturalmente alleata delle Nazioni europee, degli Stati Uniti e degli altri popoli di cultura europea e occidentale. L’Alleanza Atlantica rappresenta il naturale ambito di alleanza militare dell’Italia.”
La guerra di Putin ha rafforzato la “partnership strategica globale” tra Federazione Russa e Cina e ha confermato la spregiudicatezza delle “potenze orientali”. Con l’Onu sempre più debole e l’isolamento della Russia nel Consiglio di Sicurezza, la Nato ha dimostrato di essere tutt’altro che un residuo del passato, ma uno spazio comune per tutte le democrazie liberali.
L’Unione Europea, invece, rimane profondamente divisa, priva di una sua identità politica e di qualsiasi strategia comune di politica estera, difesa e sicurezza, perennemente sospesa tra un essere e un non essere in cui prevalgono le prepotenze dei soliti noti.
Nel quadro di una rinnovata “complementarietà strategica” con la Nato, l’Unione Europea dovrebbe costruire con urgenza una difesa comune, un suo esercito, investendo in soldati, infrastrutture e tecnologie militari proprie. Ma il cammino è ancora lungo e incerto.
Oggi il mondo guarda con preoccupazione a Est, all’Ucraina, ma anche a Taiwan e alle tensioni dell’area indo-pacifica.
Fratelli d’Italia crede che non si debba perdere di vista il “fronte Sud”, il Mediterraneo.
Libia, Tunisia, Mali, Centro-Africa, Sahel, dopo Siria e Afghanistan, insegnano: immigrazione illegale, criminalità organizzata e terrorismo sono davanti e ormai all’interno delle nostre frontiere. E l’Italia è la prima a pagarne le spese.
In questo contesto, l’Italia non deve essere l’anello debole, il “ventre molle” del fronte occidentale. L’Italia non è il fratello minore di Francia e Germania, ma deve essere sempre protagonista nel sistema delle alleanze occidentali e sempre al centro delle politiche europee di difesa dei confini.
Se l’affidabilità internazionale dell’Italia è fondamentale per la sua sicurezza e per la sua economia, Fratelli d’Italia è convinta che la credibilità necessaria a difendere gli interessi nazionali sul piano internazionale richiede una adeguata capacità militare, “perché quello che noi spendiamo in difesa è il prezzo della nostra libertà, è il costo per difendere i nostri interessi nazionali”, come ha più volte ribadito Giorgia Meloni.
Per questo, dalla sua fondazione a oggi, Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto il raggiungimento del 2% del Pil per le spese militari italiane.
Fratelli d’Italia si presenta alle elezioni con un programma di governo molto rigoroso in materia di difesa: primato dell’interesse nazionale nel processo d’integrazione europea e nell’ambito della collaborazione transatlantica; rafforzamento della “colonna europea” della Nato, con maggiori responsabilità italiane negli ambiti della sicurezza e della difesa; centralità del Mediterraneo e urgenza di una strategia comune in Europa su Africa, immigrazione irregolare, terrorismo e criminalità; aumento delle risorse per l’industria italiana della difesa e sviluppo di nuove tecnologie per i cinque domini di terra, aria, acqua, spazio e cyberspazio; rilancio di una politica nazionale per lo spazio e ristrutturazione dell’Agenzia Spaziale Italiana; difesa del “sesto dominio”, quello della conoscenza, nella “nuova guerra fredda” delle fake news; sostegno alle Forze Armate italiane, apprezzate in ogni parte del mondo per professionalità e umanità, con varie proposte per il superamento del precariato e il mantenimento dell’organico, la valorizzazione delle accademie e delle scuole militari; e poi ancora la ristrutturazione degli arsenali, delle basi aeronautiche e delle caserme per migliorare l’efficienza del servizio e la qualità della vita dei nostri soldati.
Dopo anni di marginalità con i vari governi di centro-sinistra, Fratelli d’Italia si candida a governare un’Italia protagonista della scena politica globale, difendendone l’interesse nazionale, in Europa e nel mondo, di fronte ai grandi pericoli del nostro tempo.
Personalmente, mi auguro per il mio Paese che l’Italia sia protagonista di PACE, in Europa e nel mondo. NO alla guerra, NO alle armi, NO a spese militari per comprare dagli USA aerei caccia F35, elicotteri Strike Hawk, carri armati, lanciarazzi Hymar! L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA dice la nostra Costituzione, rispettiamola. Se la Svizzera ha deciso di rinunciare alla neutralità che le ha portato benessere nel tempo, sostituiamola noi, l’ITALIA prenda la NEUTRALITA’ per assicurarsi un futuro di benessere e PACE. Il 2% dello scarso PIL che avremo spendiamolo in buona sanità italiana pubblica, non in armamenti da fornire a Paesi belligeranti. PACE PER L’ITALIA significa benessere per il popolo Italiano, gli armamenti e le guerre portano solo morte e depopolazione…. vogliamo davvero continuare a seguire le elites mondialiste nel progetto di depopolamento? Mi pare che Giorgia abbia detto che bisogna fare figli, dunque ci vuole la pace che la neutralità ci garantirà, esattamente come la Svizzera durante la seconda guerra mondiale, e potremo anche avere afflusso di capitali come avvenne in Svizzera. Però prima di tutto eliminiamo il modificato articolo 117 della Costituzione in virtù della cui modifica dobbiamo solo obbedire alle istanze sovranazionali e non siamo più liberi a casa nostra.. In Germania non è così, il diritto tedesco prevale, tant’è vero che si sono già risolti il problema delle bollette da soli con un megastanziamento a deficit in barba ai diktat dell’Europa ! Recuperiamo la nostra sovranità garantita dall’articolo 11 della Costituzione ma svenduta dalla modifica dell’articolo 117, modifica da eliminare assolutamente !